IL VAFFA DI ENRICHETTO - TREDICI MESI DOPO IL SUO SILURAMENTO, ENRICO LETTA RIAPPARE CON UN LIBRO, EDITO DA MONDADORI, NEL QUALE SVELENA SU RENZI: “NON È POLITICAMENTE AFFIDABILE”

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Tommaso Criaco per “la Repubblica”

 

BERSANI LETTA RENZI BERSANI LETTA RENZI

Costretto a cedere la campanella a Matteo Renzi, Enrico Letta riservò al futuro premier un muto sguardo di sfida. Tredici mesi dopo, quell’occhiataccia è pronta a diventare un libro. Scritto in gran segreto, uscirà ad aprile con Mondadori. «È una riflessione che guarda al futuro», giura l’ex presidente del Consiglio ai pochissimi amici che conoscono il progetto. Di certo anche un clamoroso affondo sul passato, senza sconti. E al centro del mirino c’è proprio Renzi, il segretario del Pd che gli sfilò la poltrona.

 

«Uno che non mantiene la parola data», è l’identikit tratteggiato nelle ultime bozze dall’ex capo del governo. Al volume top secret Letta lavora da tempo, con l’aiuto di qualche fedelissimo. Consigli, riunioni informali per ricostruire l’accaduto, senza mai infrangere il muro di ostinato silenzio eretto negli ultimi tredici mesi.

 

MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA

Zero interviste e una sola polemica su Mare nostrum. Una frattura mai sanata che si fa spazio tra le pagine. Buffetti e autentiche sberle, fino alla sentenza definitiva: il presidente del Consiglio non si è mostrato politicamente affidabile. Il resto è un lungo e dettagliato racconto delle montagne russe affrontate da Letta nella diciassettesima legislatura.

 

Il primo fermo immagine riporta al momento più drammatico. Lo stallo post elettorale del 2013, il passo indietro di Pierluigi Bersani, la rielezione di Giorgio Napolitano (unica mossa per «salvare» l’Italia) e l’incarico ricevuto per guidare un esecutivo di larghe intese. «Nove mesi con risultati importanti », rivendica Letta. Nonostante gli sgambetti.

 

RENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PDRENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PD

Quasi un anno speso ad arare il terreno europeo, per consentire al governo di Roma di raccogliere i frutti in occasione del semestre di presidenza Ue. A quel punto, però, a Palazzo Chigi siede già Renzi. Europeista convinto, l’ex premier esulta per il rilancio in questi ultimi mesi. «L’Unione ha reagito», rileva. Un contesto finalmente favorevole (grazie al cambio euro-dollaro e al quantitative easing) rispetto al quale — rileva Letta — il governo Renzi non può rivendicare alcun merito.

 

Anche in chiave interna il pupillo di Andreatta boccia sonoramente l’azione del presidente del Consiglio. E lo sfida sul terreno più delicato, oltre che politicamente significativo: gli ottanta euro in busta paga per i redditi mediobassi. Un misura che incide sul deficit e che dal punto di vista della finanza pubblica — secondo Letta — ricalca “cattivi esempi” del passato, messi in atto dai governi di centrodestra che il Pd ha sempre contestato.

RENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PDRENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PD

 

Come se non bastasse, l’ex premier smonta anche l’addio a Mare nostrum. Un «errore» di Renzi, già in passato denunciato su Twitter per difendere la missione: «Che gli altri paesi europei lo vogliano oppure no, che faccia perdere voti oppure no». E che nel libro ritorna: «È necessario ripristinare l’operazione». Non c’è solo Renzi, come detto. C’è soprattutto il ritorno sulla scena di Letta, dopo un anno di Aventino amaro e silenzioso. C’è il suo «futuro», insomma. Oltre quella campanella passata di mano senza un sorriso in un salone di Palazzo Chigi.

 

MATTEO RENZI NELL UFFICIO DI LETTA A PALAZZO CHIGI MATTEO RENZI NELL UFFICIO DI LETTA A PALAZZO CHIGI MATTEO RENZI NELL UFFICIO DI ENRICO LETTA A PALAZZO CHIGI MATTEO RENZI NELL UFFICIO DI ENRICO LETTA A PALAZZO CHIGI