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ORA ELLY HA PAURA: ALLE PRIMARIE, NEL DERBY TRA LEI E LA CENTRISTA SILVIA SALIS, ALLA FINE PUO’ SPUNTARLA IL TERZO INCOMODO CONTE – SE LA RIFORMA ELETTORALE ANDASSE IN PORTO, E VENISSE INTRODOTTA L’INDICAZIONE DELLA PREMIER (O DEL PREMIER), L’OPPOSIZIONE SAREBBE COSTRETTA A SCEGLIERE LA CANDIDATURA CON LE PRIMARIE – QUANDO GLI È STATO CHIESTO CHE NE PENSASSE, CONTE HA RISPOSTO SERAFICO: “LASCIAMOLI FARE”. UN CAMBIO DI ATTEGGIAMENTO CHE HA FATTO DRIZZARE LE ANTENNE A SCHLEIN (SCARICATA PURE DA FRANCESCHINI) – IL FATTORE SALIS CHE TOGLIEREBBE VOTI A ELLY
Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera” - Estratti
«Tra i due litiganti, il terzo gode», dice un proverbio italiano. «Quando due cani litigano, un terzo ruba l’osso», recita un proverbio americano. C’è poi una terza versione, quella dell’attuale centrosinistra: tra Elly Schlein e Silvia Salis, potrebbe spuntarla Giuseppe Conte.
Certo, il ventilato, prospettato, immaginato (e, al momento, immaginario) futuribile duello tra la segretaria pd e la sindaca di Genova non sembra essere preso molto sul serio nemmeno da chi non tifa Schlein e vorrebbe Gentiloni a Palazzo Chigi, pur sapendo che è un’operazione impraticabile perché l’ex commissario Ue non avrebbe i voti del M5S.
«Salis è stata eletta sindaca da poco, mi sembra prematuro farla diventare adesso una risorsa nazionale…» commenta ironico un autorevole dirigente della minoranza. Eppure, se la riforma elettorale andasse in porto, e venisse introdotta l’indicazione della premier (o del premier) le cose potrebbero cambiare. La modifica costringerebbe l’opposizione a scegliere la candidatura.
Come? Con le primarie, pensa Schlein, che però poi cautamente in pubblico si limita a dire: «Il criterio lo sceglieremo insieme».
Si sa che la segretaria non disdegnerebbe questa modifica perché ritiene di poter vincere le primarie. Ma da qualche tempo in qua anche al Nazareno è sorto un sospetto. Non riguarda il fatto che Franceschini abbia glissato sul nome del possibile candidato premier, non scegliendo tra Conte e Schlein.
ELLY SCHLEIN ALLA FESTA DEL FATTO QUOTIDIANO
Né ha a che fare con l’atteggiamento tiepido di Bonaccini: «Per me il candidato migliore è quello che prende un voto in più dell’avversario». È stata la posizione di Conte sulla riforma che ha fatto drizzare le antenne alla dirigenza pd. Il leader dei 5 Stelle, dipinto finora come ostile a questa operazione, quando gli è stato chiesto che ne pensasse, ha risposto serafico: «Lasciamoli fare».
Già, perché senza l’obbligo dell’indicazione del premier sulla scheda con grande probabilità finirebbe com’è finita per il centrodestra alle scorse elezioni. Ossia che è diventata premier la leader del partito che ha preso più voti. Nel centrosinistra quella leader è Schlein perché il Pd, nonostante tutti gli acciacchi, è pur sempre la forza politica con maggiori consensi. Le primarie, invece, aprirebbero una via a Conte. Tanto più se alla fine si presentasse anche un candidato (o, meglio, una candidata) del cosiddetto centro.
E qui entra in gioco Salis che, secondo gli ultimi riservatissimi sondaggi, alle eventuali primarie toglierebbe voti alla leader del Pd. E se a ciò si aggiunge il fatto che non tutti i dem sosterrebbero la segretaria, si capisce perché tutto sommato Conte non sia disperato per la riforma elettorale
MATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE
giuseppe conte festa del fatto quotidiano
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