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Comunicato da Circo Massimo
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, intervistato da Circo Massimo, su Radio Capital, dice che il cantiere Tap di Melendugno "sembra Auschwitz". "Se vedete le fotografie è proprio identico. Hanno alzato un muro di cinta con filo spinato, è impressionante. Stanno militarizzando inutilmente una zona e i cittadini si sentono coartati e vedono in quella struttura qualcosa che ricorda cose tristi della storia".
"Noi siamo favorevoli al Tap - aggiunge Emiliano - ma con approdo a Brindisi. Io non sono il Signor No, perché propongo sempre alternative e in questo caso ho indicato Brindisi come approdo migliore per il gasdotto". "Calenda - è l'attacco di Emiliano - parli di come prevenire incidenti come quello in Austria. Il Tap non è stato assoggettato al Decreto Seveso, perché sennò avrebbe rallentato i lavori.
Io segnalo che il comandante dei Vigili del Fuoco che a Lecce disse che si doveva applicare la Seveso fu trasferito nel giro di pochi giorni". Calenda parla di pseudo-guerriglia urbana a Melendugno? "Se io guidassi la guerriglia la vincerei - risponde il Presidente della Regione Puglia - ma io sono magistrato e non guido guerriglie.
Sono lontanissimo da chi pensa di usare la violenza anche di fronte a un sopruso di Stato. Calenda - conclude Emiliano - parla così perché cerca una collocazione futura, visto che tra qualche mese è senza lavoro".
L'altro fronte di scontro è l'Ilva. "Il Governo ci impone l'approdo sbagliato del Tap e poi vuole ricostruire l'Ilva come nell'Ottocento. Calenda fa la tipica disinformatia sovietica. Anzichè parlare della salute dei cittadini e cercare una tecnologia compatibile alla produzione dell'acciaio con la salute stessa, dice che ha paura che Mittal se ne vada. Non si preoccupa dei morti, meglio non averlo come Ministro della Repubblica. Si preoccupa del business e non dei cittadini, media tra la lobby del carbone e quella del gas, risponde a loro anziché all'interesse pubblico e poi terrorizza con il ricatto occupazionale".
Infine Emiliano dice che guarda al prossimo incontro del 20 dicembre augurandosi che sia "pacato, fatto per mediare e non per dare una mano alle lobby. Calenda non deve fare questo di mestiere. Noi abbiamo fatto ricorso al Tar prima di sederci a trattare perché scadevano i termini e anche per ottenere quel tavolo 'c'è voluta la mano
potente di Dio', come diceva mia nonna".
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