“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della Sera”
Per anni ha conservato i report del suo ufficio, poi ha preso carta e penna e ha scritto alla Procura, alla Corte dei Conti e all' autorità Anticorruzione: lettere da cui sono partite indagini sulla cancellazione di migliaia di multe per l' ingresso non autorizzato nel centro storico. Centonovantasette indagati per truffa e falso sono anche il risultato della sua iniziativa. I suoi capi - oggi tutti sotto inchiesta - non gliel' hanno mai perdonata.
Emma Coli, 60 anni, ha ancora paura?
«Io non ho paura. È dal 1996 che vado avanti, ognuno ha le sue convinzioni».
Ventidue anni. Però la sua iniziativa è più recente.
«Risale al 2014».
Lunedì scorso, quando la Guardia di Finanza ha reso nota l' indagine, è emersa la sua storia. Lei ha denunciato la sistematica eliminazione di multe ad amici e amici degli amici, riferendo anche che il suo capo Pasquale Pelusi era impegnato a tempo pieno in quell' attività.
«Era sufficiente entrare nel database per accorgersi che qualcosa non andava: 529 multe cancellate solo fra il 24 e il 25 febbraio 2012».
La macchina cancella-multe marciava a pieno ritmo. Ma Lotito?
«I vigili urbani avevano respinto la sua domanda di inserire certe sue vetture in una white list che lo autorizzava ad attraversare il centro».
Ma lui, secondo l' accusa, non si è dato per vinto e ha fatto ricorso a un escamotage: far risultare come vetture della sua scorta anche le auto che, invece, viaggiavano per motivi aziendali.
«Il danno per la pubblica amministrazione è stato enorme e ora una parte dei reati sono prescritti».
Si parla di 15 milioni di euro di mancati introiti. Perciò ha denunciato?
la sindaca virginia raggi intervistata (1)
«Mi pareva una cosa normale farlo, ognuno di noi ha un codice etico dentro di sé, ma poi...».
Poi ha cambiato idea?
«Forse sarebbe stato più facile voltarsi dall' altra parte. I problemi sono iniziati subito. Adesso sto riflettendo con il mio avvocato sull' eventualità di presentare una denuncia per violenza privata».
I suoi capi di allora le hanno fatto cinque procedimenti disciplinari, le hanno sospeso giorni di retribuzione, ed è stata - come ha raccontato - anche demansionata.
«L' ultimo smacco è stato nell' era Marra. Durante l' estate 2016 fui trasferita al dipartimento delle Partecipate. Il mio lavoro era un altro ma ti abitui a essere utilizzata al dieci per cento delle tue possibilità. Comunque era il primo agosto e non fu possibile recuperare i miei oggetti, allora fui redarguita anche per quello: le mie cose creavano problemi di spazio all' amministrazione».
Pelusi, in tutto ciò, l' ha querelata per calunnia...
«La sua denuncia è stata archiviata».
Ha avuto parole di solidarietà da parte di qualcuno?
«Sì, dai miei familiari».
E dai colleghi?
«Preferisco non rispondere. Nelle ultime ore ho scorso attentamente la mia mail per vedere se ci fosse una parola di solidarietà, un grazie da parte dell' amministrazione.Invece silenzio».
VIRGINIA RAGGI E RAFFAELE MARRA
Nessuno l' ha cercata?
«Nessuno».
L' hanno lasciata sola?
«Per affrontare tutto questo sono perfino andata dallo psicologo. Non ce la fai contro un sistema del genere. Hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a rielaborare i fatti, allora ti accorgi che è un mondo che non va. Faccio un esempio: vi pare possibile che, in presenza di decreti di demolizione di edifici abusivi, nulla venga fatto? È normale?».
Lei cosa pensa?
«Ci sono Paesi, come la Cina, nei quali la corruzione viene combattuta con pene altissime. Vi sembra possibile che qui nessuno rischi niente? Forse una via di mezzo...».
Però la sua vertenza per mobbing è stata respinta dai giudici.
«Sto aspettando le motivazioni per ricorrere. Andreotti diceva che non è sufficiente avere ragione, devi anche trovare qualcuno che sia disposto a riconoscertela».
È sfiduciata?
«Mi viene in mente quello che, ci raccontano, avveniva nell' antichità: si spargeva sale dove erano bruciate le città. Poi si ricominciava da capo».
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