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"Tutti abbiamo dei dubbi, ma dobbiamo assumerci delle responsabilità. Responsabilità è difesa degli aggrediti, degli ucraini. Nessun Paese europeo potrà stare protetto e sicuro in un mondo come quello che è cominciato il 23 febbraio" @EnricoLetta #Letta #mezzorainpiu pic.twitter.com/b1VaMlja31
— Mezz'ora in Più (@Mezzorainpiu) April 10, 2022
Federico Capurso per “La Stampa”
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Per il segretario del Pd Enrico Letta «Putin oggi non è più un partner come prima: è diventato una minaccia». E dunque, la barra deve restare dritta nella condanna della Russia per l'invasione in Ucraina e per le atrocità commesse nei confronti dei civili.
«C'è chi mi dice che così perdiamo voti, ma i voti si perdono e poi si possono riguadagnare, la dignità no. E la credibilità di un'idea politica si basa sulla dignità delle scelte».
Letta difende quindi la posizione del governo sulle sanzioni alla Russia, nonostante arrivino i primi gridi d'allarme, come quello del governatore del Veneto Luca Zaia: «Sulle sanzioni la nostra capacità di tenuta è ancora di qualche settimana, non possiamo pensare di andare avanti mesi o anni in questa situazione», avverte.
E anche il ministro Giancarlo Giorgetti mette in guardia dai problemi che deriveranno da una prosecuzione del conflitto, soprattutto sull'aumento dei prezzi che metterebbe in grave difficoltà intere filiere produttive.
Il segretario del Pd, ospite a "In mezz' ora in più" fa notare però come il conflitto in Ucraina produca certamente stravolgimenti geopolitici, ma da questi nascano anche delle opportunità.
Per il ministro della Cultura Dario Franceschini, si stanno infatti facendo «passi in avanti sul tema dell'integrazione europea che mai avremmo fatto in altre stagioni», dice a "Che tempo che fa".
Mentre per Letta, dalla tragedia del conflitto si rafforza la necessità del nostro Paese - al fianco di Germania, Francia e Spagna - di fare da traino in Europa: «Dalla crisi ucraina può nascere l'Europa della difesa, per proteggerci e far vincere i valori europei», ma la decisione presa a Versailles sulla difesa comune «è troppo poco - evidenzia il segretario Dem -. Devono mettersi insieme i quattro Paesi europei più importanti e costruire una difesa europea che abbia una sua autonomia dagli Usa. Il tema di fondo è la capacità dell'Europa di essere autonoma ed efficace».
Un discorso, quello di Letta, in scia delle parole con cui il presidente dei Cinque stelle, Giuseppe Conte, aveva parlato a La Stampa della necessità di «un nuovo atlantismo». Autonomia, dunque, ma strettamente parallela all'Alleanza atlantica, per costruire con l'Europa «una soluzione politica» al conflitto.
Una volta ottenuta la pace, però, per l'ex premier la Russia non va spinta a Est: «Spaccare il mondo è sbagliato», dice a "Non è l'Arena". «Non possiamo pervenire a un nuovo scenario geo-politico dove la Russia rimane schiacciata verso l'India, la Cina e altri Paesi africani».
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