ESPOSITO AL PUBBLICO LUDIBRIO - LA PROCURA DI BRESCIA CHIEDE LA SOSPENSIONE PER IL MAGISTRATO “BON VIVANT” - FIGLIO DEL GIUDICE CHE HA CONDANNATO B., È ANDATO PIÙ VOLTE AD ARCORE

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Luigi Ferrarella per “Il Corriere della Sera

 FERDINANDO ESPOSITO FERDINANDO ESPOSITO

 

Sospendere dal servizio nella Procura di Milano il pm Ferdinando Esposito: l’interdittiva di due mesi è la misura cautelare che la Procura di Brescia ha chiesto all’Ufficio Gip di disporre nei confronti del pm milanese che è figlio di un presidente di sezione della Cassazione (Antonio, presidente dei 5 giudici che un anno fa condannarono in via definitiva Silvio Berlusconi a 4 anni per frode fiscale sui diritti tv Mediaset), e nipote dell’ex procuratore generale della Cassazione, Vitaliano.

 

La misura interdittiva, sulla quale il gip deciderà dopo l’interrogatorio notificato al pm per il 6 agosto, è per l’ipotesi di «induzione indebita», nuovo reato scorporato dalla legge Severino nel 2012 dalla vecchia concussione, che punisce (da 3 a 8 anni) il pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induca taluno a dare o a promettere indebitamente utilità.

 

FERDINANDO ESPOSITO E NICOLE MINETTI AL BOLOGNESEFERDINANDO ESPOSITO E NICOLE MINETTI AL BOLOGNESE

L’indotto, secondo Brescia, sarebbe stato l’avvocato piacentino Michele Morenghi, l’ex amico del pm che 5 mesi fa in un esposto accusò Esposito di avergli chiesto di pagare l’affitto di una casa a Milano e di non avergli restituito parte dei soldi prestatigli.

 

L’indagine bresciana ha constatato che non solo Morenghi, ma almeno altri due professionisti hanno prestato alcune migliaia di euro al pm, che (in un contesto amicale a suo dire) li ha interamente restituiti solo dopo l’inchiesta: la stessa che ha pure verificato come l’affitto di una casa utilizzata da Esposito nel centro di Milano fosse stato saldato tra il 2009 e il 2013 (sempre a titolo di appoggio logistico tra amici, secondo il pm) prima da una società di un imprenditore arrestato in una inchiesta del pm milanese Roberto Pellicano, e poi da una società di un consulente della sicurezza al quale il pm aveva presentato alcuni suoi contatti (come l’immobiliarista Giuseppe Statuto) per favorire occasioni di lavoro.

antonio espositoantonio esposito

 

Le vicende dei prestiti e degli affitti, forse destinate a essere vagliate sotto il profilo disciplinare, non hanno al momento rilievo penale per il procuratore Tommaso Buonanno e il pm Silvia Bonardi, che invece costruiscono l’«induzione indebita» su una circoscritta circostanza narrata da Morenghi e negata da Esposito, che si dice bersaglio di falsità calunniose. Morenghi e una sua collaboratrice, intenzionati all’epoca a commercializzare in Italia un integratore alimentare di provenienza est europea, sostengono di essersi sentiti ricordare dal pm, mentre questi chiedeva a Morenghi di accollarsi l’affitto, di tener conto dei favori che il pm assumeva di aver fatto all’amico, presentandogli persone e occasioni di lavoro.

VITALIANO ESPOSITO E SILVIO BERLUSCONI VITALIANO ESPOSITO E SILVIO BERLUSCONI

 

E asseriscono che in quel contesto il pm avrebbe aggiunto a Morenghi di stare attento a come può andare a finire una azienda nel caso in cui capiti dentro una inchiesta sbagliata: frase mai pronunciata a detta del pm, e messaggio (se ritenuto invece vero dai pm bresciani) non privo di potenziale valenza pressoria in bocca a un pm di Milano.

 

Procura di MilanoProcura di Milano

«Accuse infondate e prive di rilievo penale», le definiscono i difensori Biancolella e Krogh. Su una cosa, però, Morenghi ha di certo detto il vero: il pm Esposito è andato ad Arcore da Berlusconi il 22 maggio 2013, in uno dei momenti di massimo attrito tra l’ex premier e la sede giudiziaria milanese, pochi giorni dopo la requisitoria del processo Ruby (13 maggio), la condanna in Appello sui diritti tv Mediaset (8 maggio), e il rigetto in Cassazione (6 maggio) della richiesta di Berlusconi di portar via i processi da Milano.

 

cosimo maria ferri cosimo maria ferri

E’ risultato anzi che Esposito (mai dopo che il padre divenne titolare nell’estate 2013 del processo Mediaset in Cassazione) era andato altre volte ad Arcore, ad esempio il 25 aprile 2012: a far cosa?

 

Il pm ha spiegato a Brescia di esserci andato la prima volta circa 5 anni fa, con la responsabile dei Circoli della Libertà, l’ex ministro Maria Vittoria Brambilla, per discutere di un proprio possibile impegno in politica volto a facilitarne l’agognato rientro a Roma. E analogo obiettivo avrebbe avuto anche la visita ad Arcore nel 2013, per rafforzare eventuali opportunità di incarico al Ministero della Giustizia già discusse, spiega, con il sottosegretario Cosimo Ferri.

 

corr02 silvio berlusconi michela vittoria brambillacorr02 silvio berlusconi michela vittoria brambilla