EUROPA A PEZZI, MA CHI L’AGGIUSTA? – DALL’ITALIA ARRIVA L’ENNESIMO DATO ECONOMICO NEGATIVO (SULLA PRODUZIONE INDUSTRIALE), CHE FA PENSARE A UN RALLENTAMENTO DEL VECCHIO CONTINENTE. MA LA BCE CONTINUA A STARSENE CON LE MANI IN MANO

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Carlotta Scozzari per Dagospia

Dai paesi dell'area euro continua a scorrere una fiumana di dati macroeconomici preoccupanti. E oggi la sorpresa negativa arriva da Roma: la produzione industriale del mese di dicembre ha mostrato una flessione dello 0,9% mensile e dello 0,7% su base annua, mentre gli economisti si aspettavano una variazione nulla e quando a novembre era stata registrata una crescita mensile dello 0,3% e annua dell'1,5 per cento.

Secondo Paolo Mameli, economista "senior" del Servizio studi di Intesa Sanpaolo, da una parte, il dato giunto oggi sulla produzione industriale italiana non mette a rischio la previsione di un ritorno in positivo del Pil tricolore nel quarto trimestre del 2013, ma, dall'altra, "conferma che il recupero sarà assai modesto" e pari ad appena lo 0,1% secondo la stima dell'ufficio studi di Ca' de Sass. Inoltre, il dato di oggi, per Mameli, "crea un effetto statistico sfavorevole per il primo trimestre del nuovo anno, che difficilmente vedrà l'attività economica migliorare significativamente rispetto a quanto visto nell'ultimo scorcio del 2013".

Alla luce del nuovo dato, che tratteggia un quadro macroeconomico europeo caratterizzato da una persistente fragilità, qualche economista si chiede che cosa stia ancora aspettando la Banca centrale europea (Bce) a fare qualcosa per stimolare la crescita. Tuttavia, ancora nella riunione sui tassi di interesse di giovedì scorso, l'Eurotower guidata da Mario Draghi ha preferito prendere tempo, mantenendo il costo del denaro nell'area dell'euro allo 0,25% ed evitando di annunciare nuove misure a sostegno dell'economia.

 

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