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CARROCCIO AL CARTOCCIO! – DOPO IL MANCATO INCONTRO ALLA MOSTRA DEL CINEMA, IERI C’E’ STATO IL FACCIA A FACCIA TRA SALVINI E ZAIA A PALAZZO BALBI, A VENEZIA, PER TRATTARE IL FUTURO DEL VENETO – I DUE HANNO CONCORDATO SUL FATTO CHE SIA LA LEGA A ESPRIMERE IL NOME DEL FUTURO GOVERNATORE - SE RESTA IL VETO DI FDI SULLA LISTA ZAIA, PRENDE QUOTA L’IDEA DEL “DOGE” CAPOLISTA DEL CARROCCIO: ZAIA COSI' POTREBBE TIRARE LA VOLATA AL PARTITO CHE, ALLE ULTIME EUROPEE SI È FERMATO AL 14%...
Martina Zambon per il “Corriere della Sera” - Estratti
MATTEO SALVINI - LUCA ZAIA - FOTO LAPRESSE
Lontano dai riflettori della Mostra del cinema al Lido di Venezia dove, mercoledì, Matteo Salvini e Luca Zaia si sono solo sfiorati, ieri l’atteso vis-à-vis fra i due «gemelli diversi» della Lega alla fine c’è stato davvero.
Di cosa si siano detti filtra poco, pochissimo, ma a sufficienza per confermare che Luca Zaia rappresenta ancora uno snodo imprescindibile per sbrogliare l’aggrovigliata matassa veneta.
L’incontro veneziano è durato tre quarti d’ora e l’avvistamento di alcuni motoscafi davanti a palazzo Balbi, sede della giunta regionale del Veneto, sul Canal Grande depone a favore di un faccia a faccia non in campo neutro, bensì in quello che da quindici anni filati è il quartier generale di Zaia.
Una scelta non casuale che, nella liturgia politica, racconta dell’accelerazione del governatore uscente per trattare un futuro prossimo legato a doppio filo con l’apporto, tutt’altro che residuale, che il «brand» Zaia può valere alle prossime Regionali.
L’orizzonte è il 23 novembre, ultima data utile, e ormai è tempo di stringere. All’ora di cena, le agenzie battono scarni resoconti: «La necessità di un candidato leghista, in continuità con Luca Zaia per il Veneto. Questa, a quanto si apprende, una delle visioni che il leader Matteo Salvini e il governatore Luca Zaia hanno condiviso».
La chiacchierata a porte chiuse è stata «cordiale», ribadiscono i rispettivi staff.
Cordiale ma, sicuramente, anche molto densa. Perché sul tavolo sono state allineate le carte che ancora non trovano un ordine definitivo.
(...)
O di come, seconda ipotesi in campo, se il veto degli alleati sulla lista Zaia permanesse, di quanto il nome del «Doge» capolista potrebbe comunque tirare la volata al partito che, alle ultime Europee si è fermato al 14%. Meglio del dato nazionale ma non abbastanza dall’insidiare il 30% abbondante che mietono i meloniani in Regione. Il salvagente Zaia che nel 2020 valeva quasi il 77%, vale ancora.
Lui correrà per la squadra? Assicura di sì («L’ho sempre fatto») ma è chiaro che serve lavorare in parallelo anche per il nuovo capitolo del governatore più amato d’Italia impossibilitato a ricandidarsi. Qui i racconti sfumano, perché le ipotesi che girano sono sempre le stesse: sindaco di Venezia? Ma allora risulterebbe ancor più difficile strappare la candidatura in Regione per la Lega.
Consigliere regionale semplice? Immaginifico. Deputato al posto di Alberto Stefani se vincesse lui? Forse. Zaia e Salvini si sono aggiornati a dopo il vertice di maggioranza della prossima settimana.
Alberto Stefani matteo salvini luca zaia - festa per l autnomia a montecchio maggiore
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