“FACCIAMO UN BRIEFING IN VATICANO” - NELLE INTERCETTAZIONI SU BELSITO, BONET E GIRARDELLI NON MANCA NIENTE: SOLDI, CLERO, E UNA SPRUZZATA DI CONTATTI CON LE MAFIE - BELSITO È IL REFERENTE DI UN CONTRATTO DA 100 MLN € CON LA FINCANTIERI, BONET È IL TRAMITE COI LEGIONARI DI CRISTO, GIRARDELLI SI OCCUPA DEL “COTÉ” CALABRESE - QUANDO CAPISCONO CHE IL SISTEMA STA PER SALTARE, PIANIFICANO LA VENDETTA: “GIRARDELLI SALIRÀ CON LE PROVE CHE DICE DI AVERE. COLPIRANNO IN ALTO, MOGLIE E MINISTRI COMPRESI, A QUESTO PUNTO VUOLE FARE IL GIUSTIZIERE”…

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Conchita Sannino per "la Repubblica"

Puntano agli affari declinati alla cifra: milioni. Riscrivono i contratti con i colossi di Stato per far lievitare gli introiti «da 300 mila» a «30 milioni». Al telefono parlano sia di un presunto «amico dei Servizi segreti», sia di un «generale». E, nelle rozze conversazioni, business coincide con "lobby". Stefano Bonet, l´imprenditore veneto, lo "shampato", e il faccendiere in odore di ‘ndrangheta Romolo Girardelli, con le loro centinaia di conversazioni senza rete, sono la coppia crocevia dell´inchiesta diventata lo tsunami della Lega.

Lo dimostra anche il lungo dossier, 425 pagine, della Dia di Reggio Calabria. «Fare un punto sulle lobby Fincantieri e Vaticano», dice sintetico alla segretaria Bonet. Che, con l´ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, aveva fatto sparire oltre 6 milioni tra Tanzania e Cipro. Dietro e dentro gli apparati si muovono i Girardelli, i Bonet, i Belsito. «Sistema contaminato a cui si alimentavano poteri istituzionali, politici e dell´economia», scrive la Dia, il 19 marzo, nell´informativa inviata al pm Lombardo, di Reggio Calabria.

Affresco parallelo a quello che il Noe di Roma consegna, poco dopo, ai pm di Napoli Piscitelli, Woodcock e Curcio. Per questi ultimi, c´è anche il "sistema partenopeo" da esaminare: accordi da chiarire sul Vecchio Policlino e ospedali campani. Profetico l´auspicio del plurinquisito Bonet. «Ti dico tutte ‘ste cose qua - mormora alla segretaria - sperando che non ci ascolti nessuno».

L´AFFARE CANTIERI NAVALI
Scrivono gli inquirenti della Dia di Reggio Calabria: «Belsito risulta il referente di un possibile accordo economico tra Fincantieri Cantieri Navali italiani e Polare (la società di Bonet, ndr) per un valore di circa 100 milioni di euro». È il 7 settembre 2011. Ancora gli investigatori: «Leo (l´autista culturista di Bonet, ndr) parla con Bonet e questi gli dice che il 20 partono con l´affare Fincantieri e faranno 100 milioni di fatturato (...)». Il giorno dopo, Bonet parla con Belsito «si vuole complimentare con lui per quello che hanno raggiunto». Lisa, la collaboratrice, «dice a Bonet che ha impostato le mail di Bono e Sorrentino (Fincantieri) - i quali non risultano indagati, ndr - e che sono tutti elettrizzati per l´affare».

VATICANO E FINCANTIERI
È il 9 dicembre. Dalla sintesi Dia, emerge che «Bonet dice che lunedì vede il Vaticano e devono fare un breafing e oggi vedrà Belsito per Fincantieri per cui devono fare un punto su come procedono le cosiddette lobby relative a Vaticano e Fincantieri».

«NON VA BENE PER NIENTE»
Nel dossier della Dia si registra: «Bonet parla con Belsito, lo informa che il loro ufficiale legale (di Fincantieri) ha preso il contratto che fanno con le università sperando che vada bene. Bonet dice che non va bene proprio per niente questa cosa qui, che sono matti... Belsito annuisce, dice di prenderlo e mandarglielo indietro con le dovute modifiche. Bonet dice che è completamente diverso dal loro contratto: con quello, dice Bonet, prende 300 mila euro l´anno, con il loro lui prende 30 milioni di euro che è una cosa decisamente diversa». A questo punto, Francesco Belsito lo invita a scriverglielo e di inviargli una copia che lui chiama immediatamente Bono per dirglielo».

ORNAGHI NEL MIRINO
È il 14 gennaio. Girardelli informa Bonet «di aver preso importanti contatti con i Legionari di Cristo nella persona del professore P. (...) ed aspetta l´assenso per poterlo incontrare». Il 29, con lo scandalo già scoppiato, parlano dell´incontro avuto da Bonet con la Lega e di Maroni e Calderoli che non si sono presentati. Poi «Romolo preannuncia a Bonet che l´indomani avrebbe incontrato il professor P. e ne avrebbe capito la caratura per poi passare a metterlo in contatto direttamente con Ornaghi (ministro ma ex rettore della Cattolica)». Ma il rettore è estraneo alla vicenda.

«COLPIRE MOGLIE E MINISTRI»
Il 17 febbraio è il giorno dell´ira. Bonet, sempre con Girardelli, si sfoga, urla, bestemmia, inveisce. Scrive la Dia: «Dice di essere incazzato veramente, che siccome è già sotto per riciclaggio e appropriazione indebita non ha problemi a trascinarseli tutti dentro (...) Belsito è un deliquente, e non è solo Bossi che casca, ma altri e anche Castelli». A questo punto, «Bonet dice che Romolo deve salire con le prove che dice di avere. Andranno a colpire in alto, moglie e ministri compresi, a questo punto vuole fare il giustiziere».

IL SISTEMA NAPOLETANO
Dalla faida del Carroccio agli interessi al sud. Scrive il Noe: «Scenario di estremo interesse investigativo» a Napoli, dove Bonet «si reca più volte per pianificare investimenti e affari». Ha contatti con gli ingegneri Riccardo De Carlini e Luigi Giannini (il responsabile sud del colosso Siram, difeso dall´avvocato Stefano Montone, ndr). In una telefonata, un altro De Carlini discute con Bonet di «come aggredire altre aree scientifiche, il vecchio Policlinico di Napoli». E Bonet: «Ok, dobbiamo salire di profilo sulla ricerca. Dobbiamo farlo assolutamente. Da subito».

 

 

FRANCESCO BELSITO STEFANO BONETi pm napoli woodcock piscitelli curcio FINCANTIERII PM WOODCOCK E PISCITELLIGiuseppe Bono - AD Fincantieri