rosario crocetta

CHE FAI, MI CACCI? – IL MELODRAMMA DI CROCETTA DIVENTA UN ALTRO INCUBO PER RENZI, CHE SPERAVA IN UN SUO PASSO INDIETRO – “DIMETTERMI? MANCO PER IDEA. UN COMBATTENTE MUORE SUL CAMPO. NON POSSO ABBANDONARE DI FRONTE A UNA BUFALA TREMENDA”

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Laura Anello per “la Stampa

 

Rosario Crocetta Rosario Crocetta

Che non avesse alcuna intenzione di lasciare quella poltrona cui dice di non essere attaccato si era capito già l’altra sera, quando al j’accuse di Manfredi Borsellino aveva risposto con l’ennesimo colpo di teatro: «Il calvario di Lucia? L’ho percorso anch’io».

 

Ma ora il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, dal suo buen ritiro del paesino di Tusa dove si è rifugiato per meditare sul da farsi, scioglie le riserve. E lo fa a modo suo. «Dimettermi? Manco per idea. Sono un combattente e un combattente muore sul campo. Se lo facessi, la darei vinta ai poteri forti. Non posso dimettermi di fronte a una bufala tremenda, sembrerebbe l’affermazione di una responsabilità che non ho». 


La bufala, a suo dire, è quella dell’intercettazione (pubblicata da L’Espresso e smentita dalla Procura di Palermo) che lo vedrebbe silenzioso di fronte alle parole del suo medico personale e pupillo Matteo Tutino, pronto ad augurare a Lucia Borsellino la stessa morte del padre, ucciso in via D’Amelio 23 anni fa. «Non permetterò - dice - che la mia battaglia contro la mafia venga seppellita da una montagna di fango. Il Pd non chieda alla vittima di dare le proprie carni in pasto ai maiali».

lucia borsellino rosario crocettalucia borsellino rosario crocetta

 

Già, il Pd. Mai tanto irresoluto e ondivago come in questa vicenda: prima della smentita del procuratore Lo Voi pronto a chiedere le dimissioni di Crocetta per bocca del sottosegretario Davide Faraone, poi sempre più imbarazzato, infine l’altro ieri al fianco del presidente contro la presunta polpetta avvelenata. Quindi di nuovo in difficoltà dopo le parole di Manfredi Borsellino. 


Capace, insomma, di cacciarsi in un cul de sac da cui cerca ora una via d’uscita. Adesso la parola d’ordine è staccare la spina in modo, si fa per dire, omeopatico. Trovare cioè una soluzione condivisa con il governatore per mandarlo a casa e andare a elezioni anticipate.

Rosario CrocettaRosario Crocetta

 
E il nome su cui il partito vorrebbe puntare è proprio quello di Lucia Borsellino. Anche se lei, quando si dimise accusando l’antimafia di facciata, disse a chiare lettere: «Con la politica ho chiuso». Chissà se ci ripenserà. 

rosario crocetta rosario crocetta


Ma Crocetta non sembra affatto disposto a un’uscita felpata. «Il Pd vuole le mie dimissioni? Mai, mi sfiducino se vogliono, così si renderanno complici dei golpisti e passeranno alla storia come coloro che hanno ammazzato il primo governo antimafia della storia siciliana», ringhia. Il Pd però sa benissimo che il clima è diventato insostenibile. E che le parole di Manfredi Borsellino pesano come pietre.

Rosario Crocetta DSC Rosario Crocetta DSC

 

La questione non sta più nell’intercettazione, ma nell’isolamento e il dileggio subiti da Lucia proprio dai «pretoriani» di Crocetta, oggi arrestati o finiti sotto inchiesta per avere trasformato l’ospedale di Villa Sofia in una sorta di clinica privata per amici e clienti. 


Si va quindi al muro contro muro. E non si capisce come il presidente oggi «autosospeso» possa pensare di governare senza più una maggioranza e con una situazione finanziaria drammatica. Crocetta è riuscito a chiudere il bilancio soltanto grazie all’intervento di Roma, che ha sganciato 300 milioni. L’anno prossimo il buco sarà di due miliardi. Ma lui non molla. «Mi opporrò a un disegno - dice - che vuole riconsegnare alla mafia l’Italia e la Regione e destabilizzare il governo del Paese». 

GIORGIO NAPOLITANO E MANFREDI BORSELLINOGIORGIO NAPOLITANO E MANFREDI BORSELLINO