DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Antonio Fraschilla,Michele Bocci per “la Repubblica” - Estratti
Sulla sanità in Abruzzo negli ultimi cinque anni si è giocata una lotta fratricida tra Lega e Fratelli d’Italia. Una lotta di potere e di poltrone - per lottizzare ogni angolo di un settore che muove oltre due miliardi e mezzo di euro di spesa all’anno, tra pubblico e privato accreditato - che proprio ora, alla vigilia del voto, giunge alla resa dei conti finale. Il tutto avviene in una Regione che a parte l’agricoltura e un po’ di manifatturiero non offre altra economia diffusa.
Il risultato di questa lotta non solo ha peggiorato un servizio che già non brillava, spingendo sempre più cittadini ad andare a farsi curare in altre Regioni: ma rischia anche di costare carissimo al governatore uscente e grande amico di Giorgia Meloni, Marco Marsilio.
Sondaggi alla mano, per gli abruzzesi il problema più sentito, ancora di più del lavoro in un territorio che vede sempre più over 50 tra i residenti e giovani in fuga, è la sanità. Peccato però che in questi anni manager e anche figure sanitarie di vertice siano stati nominati all’interno di liste ristrette e composte da nomi legati alla politica locale, senza alcuna apertura al meglio che offre il Paese.
«Consociativismo di bassa lega », sintetizza un primario abruzzese. Un metodo, cioè, che non permettere all’assistenza di migliorare, e così sono aumentati i viaggi della speranza ed è diminuita l’offerta sanitaria pubblica sul territorio, a vantaggio dei privati.
L’Abruzzo, tra l’altro, è la Regione che ha subito il più grande attacco hacker a un sistema sanitario, che ha bloccato a lungo le attività e costretto il personale a rispolverare carta e penna, salvo scoprire che in alcune di queste semplicemente non erano stati aggiornati i software: esempio lampante di una gestione che fa acqua da tutte la parti. Eppure per Fratelli d’Italia la sanità conta talmente tanto da “scippare” alla Lega proprio l’assessora al ramo nella giunta Marsilio: il mese scorso, a ridosso del voto, Nicoletta Verì ha lasciato Salvini per abbracciare Meloni, anche se non ufficialmente.
Sei giorni fa ha lanciato a Pescara la sua campagna elettorale da candidata nella lista Marsilio Presidente animata da Fratelli d’Italia, il partito del governatore uscente. La sanità è un settore che conta e dopo cinque anni di gestione adesso si vedrà alle urne quanto vale il lavoro dell’assessora che non porterà più i suoi consensi alla Lega. Ma in casa Fratelli d’Italia si punta molto anche sui consensi dell’assessore al Bilancio, che è un noto chirurgo che lavora per la clinica privata “Immacolata” di Celano, Mario Quaglieri.
La sanità è potere, voti, ma anche il tallone d’Achille per la giunta Marsilio: «In questo comparto troverà la sconfitta al voto – dice il senatore del Pd Michele Fina – perché secondo un nostro sondaggio recente è il problema più sentito tra gli abruzzesi, perché il sistema non funziona e il governatore in questi anni ha peggiorato le cose. Qualche esempio? Nelle aree interne le ambulanze del 118 non hanno medici e in alcune province come Rieti sono crollate le prestazioni sanitarie segnando in media un meno trenta per cento».
I primi problemi della sanità sono economici. L’Abruzzo è una delle Regioni finite in piano di rientro
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