DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
La risoluzione del Parlamento europeo sulla «Disinformazione e falsificazione della storia da parte della Russia per giustificare la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina» ha messo in difficoltà il Partito democratico, che ha scelto di non votare mentre il gruppo Socialista a cui appartiene si è espresso a favore del testo. La Lega si è astenuta ma i Patrioti in cui milita si sono divisi.
In particolare a rendere indigesta la risoluzione, che «respinge le varie affermazioni del regime russo come futili tentativi di giustificare una guerra di aggressione illegale» e «condanna la falsificazione sistematica e l’uso da parte del regime russo di argomentazioni storiche distorte», è il paragrafo 14 che chiede «di vietare, all’interno dell’Unione l’uso dei simboli nazisti e comunisti sovietici, così come dei simboli dell’attuale aggressione russa contro l’Ucraina».
Pd, Lega, Movimento 5 Stelle e Avs hanno votato contro questo paragrafo, a favore invece Fratelli d’Italia, Forza Italia ed il verde Marino.
La risoluzione finale è passata con 480 voti favorevoli, 58 contrari e 48 astensioni: Ilaria Salis di Avs e Cristina Guarda dei Verdi hanno mantenuto il voto contrario, la Lega ha scelto la via dell’astensione mentre la delegazione Pd ha levato le schede dal sistema di voto per non esprimersi (in pratica è come se fosse uscita dall’aula). A favore invece del testo finale Fratelli d’Italia, Forza Italia e Ignazio Marino. Anche Sandro Gozi di Renew Europe, che è stato eletto in Francia.
alessandro zan e nicola zingaretti al parlamento europeo
Gli eurodeputati del Pd in una nota hanno ribadito la «condanna» delle «responsabilità di Putin e di tutti i totalitarismi» e hanno spiegato di essere a favore della lotta contro la disinformazione russa, ma contrari a iniziative «strumentali» che vogliono «riscrivere la storia nei Parlamenti a colpi di maggioranze».
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Per la delegazione del Pd la risoluzione non deve diventare «uno strumento per promuovere ricostruzioni che dobbiamo lasciare agli storici». Di qui la decisione di non partecipare al voto finale perché, come spiegato dal capo delegazione Nicola Zingaretti ad Askanews , la risoluzione chiede un divieto di esporre svastica e falce martello mettendo i due simboli «sullo stesso livello» e perché «non si scrive la storia nei Parlamenti». […]
MATTEO salvini E VLADIMIR putinSALVINI CON LA MAGLIA DI PUTIN
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