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DAGOREPORT – A CHE PUNTO È L’ACCORDO SULLE RICCHE RISORSE MINERARIE UCRAINE TRA TRUMP E ZELENSKY? IN…
1 - LA DISSIDENTE ACCUSA: "CI HA ABBANDONATI - MAI VISTO IN 3 MESI"
Andrea Malaguti per "La Stampa"
Palazzo Madama, la scomunica di Beppe Grillo, con la richiesta di dimissioni, non è ancora arrivata, ma la senatrice Adele Gambaro è già un caso. Ha attaccato il Capo. E il Capo le ha dato una prima risposta. Dura. Ma non definitiva. Ha chiesto alla base se il problema è davvero lui, Grillo, o se la Gambaro ha indebitamente violato la sua sacra maestà . La risposta non è stata compatta.
Lei sembra tranquilla mentre attraversa le sale che conducono all'Aula. E prima di andare a sedersi tra le senatrici Mussini e Bulgarelli si concede rapidamente alle domande. à una donna apparentemente sicura di sé, abituata agli scontri del meet up bolognese, consapevole che la solidarietà di Federica Salsi e Giovanni Favia non le darà una mano («Adele è una donna coraggiosa. à bello sapere che ci sono ancora dei 5 Stelle come lei»). Eppure è come se sapesse già , che nel confronto notturno buona parte dei colleghi senatori si schiererà al suo fianco. Lei contro Beppe. Davide contro Golia.
Senatrice Gambaro, pentita?
«Di che cosa?».
Grillo vi danneggia. Vuole ritrattare?
«Certo che non ritratto. Ho detto solo quello che penso».
Ce lo ripete?
«I post violenti di Grillo hanno danneggiato il Movimento 5 Stelle in questa campagna elettorale. Lui è stato parte del problema. Soprattutto con l'ultimo post sul Parlamento».
Perché non gliel'ha detto personalmente?
«Ci ho provato».
Non ci è riuscita?
«Ho chiesto il suo numero di telefono e ho provato a contattarlo più volte».
Morale?
«Non mi ha mai risposto».
Poteva parlarne col gruppo, non è così che prevede il regolamento M5S?
«Anche questo l'ho fatto più volte. I miei colleghi conoscevano bene il mio disagio».
Lo descrive anche a noi?
«Noi parlamentari siamo stati lasciati soli. In tre mesi Grillo non l'ho mai visto. Ho visto invece le scolaresche in Aula per cercare di capire come funziona la democrazia. Un momento importantissimo. Per questo dico che anche Grillo farebbe bene a frequentare questo Palazzo».
Non è una tomba maleodorante?
«No. Le istituzioni vanno rispettate. Noi il lavoro lo stiamo facendo. Solo che all'esterno non viene percepito. Eppure ci diamo da fare moltissimo. Peccato che alla fine arrivi sempre un post ad oscurare ogni cosa».
2 - I COLLEGHI: NON SEMBRAVA PERICOLOSA... E ADELE LA «NEUTRA» GETTà LA BOMBA
Dino Martirano per il "Corriere della Sera"
La senatrice Adele Gambaro - 49 anni il prossimo 27 luglio, sposata, due figli, una laurea in Relazioni internazionali a Ginevra, un master in Diritto europeo a Parigi, due lingue straniere parlate e scritte, un curriculum di tutto rispetto come consulente di enti pubblici e piccole e medie imprese «sulle opportunità finanziarie dell'Unione Europea» - alle Comunali di Bologna del 2009 prese zero voti.
Nel senso che neanche lei si votò e non fece proseliti neppure tra parenti e amici. Poi, miracolata dal Porcellum come tanti altri, nel 2013 ha conquistato un seggio senatoriale forte di una fede (apparentemente) indiscutibile in Beppe Grillo, tanto da farle scrivere ai colleghi cittadini del suo meet up: «Penso a un parlamentare che ove perdesse la sintonia con il Movimento e con i suoi ideali si dovrebbe dimettere, semplicemente....».
E, dunque, una volta sbarcata a Palazzo Madama, Adele Gambaro non si è mai messa in mostra: non ha fatto comunella con i dissidenti un po' folkloristici tipo il ciociaro Marino Mastrangeli che andava spesso in tv, non ha congiurato con i siciliani guidati da Mario Giarrusso che votarono per Grasso contro le indicazioni di Grillo. Insomma, spiega adesso un collega senatore, «è sempre stata neutra, un colpo alla botte e uno al cerchio, pacata: insomma, una non pericolosa, un'insospettabile. Invece, eccola qua, con questa bomba....».
Lo spessore di Adele inizia a venire alla luce giovedì scorso, quando al Senato l'ex capogruppo Vito Crimi e Mario Giarrusso duellano l'uno contro l'altro sul mancato voto del primo per il presidente della giunta per le immunità . Lei, invece, mostra fiuto e capisce che l'orizzonte strategico per il Movimento è un altro dopo la batosta elettorale del primo turno.
Così, sei giorni fa, nell'indifferenza generale, la senatrice grillina - che molti liquidano come «una del giro di Nick il nero», il camionista filmaker ingaggiato e liquidato dallo staff del M5S - viene intervistata una prima volta da Andrea Bonini di Sky al quale dice, con pacatezza e proprietà di linguaggio, che certi toni apocalittici contro il Parlamento e le istituzioni non vanno bene, non portano da nessuna parte.
L'appello però cade nel vuoto: tant'è che lo stesso Grillo, a stretto giro di posta, spara contro il «Parlamento tomba maleodorante». A quel punto passano altri cinque giorni e nessuno si cura di quella senatrice anonima che spesso si confonde con la tappezzeria e gli stucchi di palazzo Madama. Grillo incassa il disastro elettorale del M5S parlando di «marcia lenta ma inesorabile». Lei no, non ci sta: forse sul treno che la riporta a Roma dopo la proclamazione dei risultati elettorali, metabolizza quello che molti parlamentari grillini si dicono in privato ma non hanno il coraggio di proclamare.
E così ieri pomeriggio, il bravo Bonini di Sky la convince a commentare davanti alle telecamere il modestissimo risultato elettorale del Movimento. E la Gambaro stavolta non delude. Anzi, proprio nel giorno in cui la flotta di Grillo è in rotta, lei inquadra nel suo mirino la linea di galleggiamento della corazzata a Cinquestelle.
E fa partire un siluro micidiale: «Stiamo pagando i toni e la comunicazione di Beppe Grillo, i suoi post minacciosi, soprattutto quelli contro il Parlamento...Il problema del Movimento è Beppe Grillo». Il tempismo è devastante. Non male per una mamma, seppure plurilaureata, che i colleghi bollavano come pura «tappezzeria». Una «del giro di Nick il nero».
3. SUL BLOG LA BASE LITIGA I PASDARAN DELLA LINEA DURA SFIDATI DAI CRITICI: «BASTA CON LE PURGHE»
Maurizio Giannattasio per il "Corriere della Sera"
«ESPULSIONE SUBITO!» ripete per tre volte in maiuscolo Johnny Cazzaro infrangendo tutte le regole della netiquette che impongono caratteri bassi e voce educata. Ma la scelta di quel nickname particolare induce anche il cronista più pigro - notoriamente categoria detestata da Grillo e dal Movimento 5 Stelle - a pensare che si tratti di uno dei famigerati troll che infestano la rete per infiammare (flame) la discussione e portare scompiglio.
Non ce n'era bisogno. Il post di Beppe Grillo che lancia un sondaggio sulle parole della senatrice pentastellata Adele Gambaro è più che sufficiente per infiammare gli animi dei grillini. O con me o contro di me. Giudizio di Dio. Ma anche gli esegeti dell'Antico Testamento si erano limitati rispetto ai 2.053 commenti (ore 20) che hanno occupato la banda larga di internet per ore e ore. Impossibile per il cronista pigro mettere una x sui favorevoli a Grillo e ai favorevoli alla Gambaro. Ci vorrebbe più di un giorno. Quindi, il risultato lo troverete impeccabile sulla rete.
Anzi, c'è già perché Grillo ha firmato la sentenza. «La Gambaro non vale niente. La invito a uscire dal Movimento 5 Stelle». In realtà quello che emerge dalla fiumana di parole è una linea mediana, una tendenza. Sintetizzabile in una battuta: «Bravo Grillo, senza di te il Movimento non esisterebbe, ma cambia i toni e la strategia».
La sintesi è di Chris (ma uno con un nickname italiano no?): «Tu e solo TU hai creato questo movimento e lo hai portato in un paio d'anni dallo zero al 25%! Questo è fuori di dubbio. Ma tu lo hai anche riportato dal 25% al 10% in 3 mesi. Il problema è capire cosa si vuol fare da grandi... ALLORA DEVI CAMBIARE FORTEMENTE. Meno incazzato, meno "comico", più politico (nel senso buono e nobile del termine). In tutto il mondo, in tutte le epoche, funziona così. Ti farà schifo ma è così. Alla fine è tutto in questa scelta».
Sembra di riascoltare la saggezza dell'Ecclesiaste. «C'è un tempo per... e c'è un tempo per». Arriva anche Matteo: «Sarebbe assurdo richiedere la tua sparizione, ed è tuo l'indiscutibile metodo di aver gettato il macigno nello stagno, nel 2008, che ha reso possibile per molti cittadini una nuova partecipazione politica, e un po' di sana fifa per la casta.
PERO' (maiuscolo, urlato, ndr) dalle prime vittorie importanti, direi a partire dall'exploit in Sicilia dello scorso anno, hai cercato un po' troppo di tirare fili e redini, e hai fatto alcune scelte molto discutibili, a partire dalle parlamentarie per finire con streaming promessi e mai fatti, con divieti e dietrofront tv, con incensi e tappeti rossi prima, e sputi e insulti dopo, per personalità preparate e rispettabili (Gabanelli, Rodotà ... ma la lista di ex amici tocca anche tanti politici... Vendola, de Magistris...). A mio parere il M5S dovrebbe tornare a quella grande, ORIGINALE idea di "bollino" di certificazione».
Il resto dei commenti sono come richiesto dal post di Grillo, pura ordalia. O di qua o di la. «Ma a te lì chi ti ci ha messo? - scrive Tiziana di Sanremo rivolta alla Gambaro -. Senza Grillo a quest'ora dove stavi? Non devi pensare al tuo pensiero, devi pensare di rappresentare quello del Movimento». Salta ogni forma di educazione Andrea Panella: «Ricordati che se non c'è Beppe tu stavi in un call center». «Vuoi sentire l'eco delle pecore? - chiede invece a Grillo Z x Zolfo -. Queste sono purghe! Né più né meno! Epurazione del dissenso».
E infine c'è chi di professione è negazionista: «Prima di tutto a me non sembra affatto che Beppe abbia perso le elezioni. Vincere in 2 comuni su 741 non è una sconfitta, soprattutto se sono località strategiche come Pomezia e Assemini». La firma non è quella di Johnny Cazzaro, ma di Marco P. Sicuramente un alias di Johnny.
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