FANCAZZISMO DI STATO – PER CONFINDUSTRIA L’ASSENTEISMO NEL PRIVATO VALE IL 6,5%, MA NEL PUBBLICO CRESCE DEL 50% – RIDURLO NEL SETTORE PUBBLICO PERMETTEREBBE UN RISPARMIO DI QUASI 4 MILIARDI DI EURO

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R.E. per “La Stampa

 

Un operaio al lavoro in una fabbrica Un operaio al lavoro in una fabbrica

Le assenze dal lavoro nel settore pubblico sono più di quanto invece accade nelle aziende associate a Confindustria, calcola il Centro studi di via dell’Astronomia, che avverte: «l’assenteismo nelle aziende associate è al 6,5%» (in calo dal 7% di un anno prima), mentre «nel pubblico impiego è di quasi il 50% più alto»: «Ridurre l’assenteismo nel settore pubblico a questi livelli più bassi permetterebbe un risparmio di oltre 3,7 miliardi di euro».

 

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Tema approfondito anche dalla Cgia di Mestre, che sottolinea il rischio che «le assenze brevi nascondano forme più o meno velate di assenteismo», e calcola che nel 2013 nel pubblico impiego un’assenza per malattia su quattro (25,9%) è durata solo un giorno con il boom a Palermo dove il dato sale a quasi una su due; un fenomeno in crescita, +5,9% rispetto al 2012; Ed anche c’è un netto gap tra pubblico e privato, dove «la quota scende invece di oltre la metà (11,9%)».

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Confindustria ha stimato che nel 2013, tra le aziende associate sono aumentate «le ore lavorabili pro-capite» al netto della Cig (1.653, +1,8% rispetto al 2012) e che «di queste 107 non sono state lavorate a causa delle assenze dal lavoro». La malattia non professionale (come l’influenza) si è confermata la causa più frequente di assenza (3,1% delle ore lavorabili), seguita dai congedi parentali e matrimoniali (1,3%) e dagli altri permessi retribuiti, (sindacali e quelli per visite mediche). L’incidenza delle assenze è stata del 5,3% tra gli uomini e del 9,5% tra le donne. Nel pubblico, «i dipendenti hanno totalizzato in media 19 giorni di assenze retribuite, 6 in più».