DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Estratto dell’articolo di Antonello Guerrera per “la Repubblica”
oris johnson davanti alla commissione sul partygate 1
Una scena indimenticabile. Boris Johnson è spesso accusato di aver costruito vita e carriera sulle bugie, dal licenziamento dal Times per una falsa intervista alla delirante crociata contro l’Ue sulla “curvatura delle banane”, fino ai tradimenti delle ex mogli. Ieri invece, eccolo nel Parlamento di Westminster, culla della democrazia moderna, con una mano sulla Bibbia: «Giuro di dire la verità, nient’altro che la verità».
[…] E così Johnson, in un evento eccezionale e imbarazzante per un ex primo ministro, ha raccontato la sua verità sotto torchio della “Privileges Committee”, la commissione parlamentare che lo ha interrogato per quasi quattro ore perché indaga su un’accusa gravissima nei suoi confronti: aver detto intenzionalmente il falso alla Camera dei Comuni sullo scandalo “Partygate”, le feste e i brindisi a Downing Street proibiti nei lockdown anti Covid.
oris johnson davanti alla commissione sul partygate 2
[…] La Commissione emetterà il verdetto in maggio: se colpevole, Johnson verrà sospeso dal Parlamento, potrebbe essere rimosso dal suo seggio e a quel punto sarebbe bruciata ogni speranza di tornare al potere come il suo idolo Churchill. Insomma, la fine della sua carriera politica. […]
Di certo, ieri è stata un’umiliazione. Johnson dichiara «con una mano sul cuore di non aver mai mentito » e «se mai avessi fuorviato il Parlamento, non era mia intenzione e me ne scuso». La presidente della Commissione, la laburista Harriet Harman, ammonisce che «i governanti devono dire la verità, per il bene della democrazia». Poi gli sbatte in faccia i video dei suoi interventi alla Camera con tutte le sue contraddizioni e versioni nel 2022, affiancate alle foto di brindisi, vino, alcol nascosto nelle valigie e assembramenti a Downing Street durante i lockdown.
oris johnson davanti alla commissione sul partygate 3
«Partecipavo solo 15-20 minuti, poi andavo via, non sapevo cosa succedesse dopo…». La festa di compleanno? «A sorpresa». E il distanziamento di 2 metri? «Valeva solo se c’erano le condizioni». Accerchiato dalle domande dei deputati di ogni colore politico, Johnson azzarda: «Le bevute a Number 10? Indispensabili per fare squadra, quando un collaboratore lasciava».
Il deputato tory Bernard Jenkin, vecchio compagno di merende brexiter, lo sgrida: «Risponda alle domande, invece di ripetere sempre le stesse cose!». Altri membri della Commissione gli mostrano testimonianze di collaboratori e dell’ex capo di gabinetto che lo smentiscono.
boris johnson davanti alla commissione sul partygate
Dopo oltre tre ore, Johnson perde la pazienza, sbotta. Offende Jenkin con «assolute stupidaggini», ripete «non avete prove», accusa l’inflessibile presidente Harman di «essere di parte», minaccia di non accettare il verdetto della Commissione.
la presidente della commissione sul party gate harriet harmanboris johnson brinda a downing street il 13 novembre 2020boris johnson fa joggingla memoria difensiva di boris johnson sul partygateMEME SUL PARTYGATE DI BORIS JOHNSON 1MEME SUL PARTYGATE DI BORIS JOHNSON 2VIGNETTA SUL PARTYGATE DI BORIS JOHNSON
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