
FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO…
Francesco Bonazzi per Dagospia
Che fa, tradisce di già ? La domanda angosciosa risuona ad Arcore, dove il fatto che Matteo Renzi sia riuscito ad alzare la voce con Alfano sul caso Gentile, non riesce a scacciare la paura che l'Italicum, il trenino elettorale Banana-Rottam'attore., possa finire su un binario morto, come sogna il leader di NCD
.
Il Renzusconi sbarca in aula con l'ipoteca di una serie di emendamenti che sganciano la riforma elettorale dalla (futuribile) abolizione del Senato.
Forza Italia protesta e dice che sarebbe assolutamente incostituzionale mandare in pensione il Porcellum solo per la Camera e temerlo ancora in vita per Palazzo Madama. Ma è esattamente quanto sognano di fare gli alfanoidi, Sel, i cespugli centristi e gli ex grillini. Il problema è che in campo c'è anche un emendamento di questo tenore firmato dalla minoranza del Pd. O Renzie riesce a farlo sparire questa sera, alla riunione dei gruppi parlamentari, o rischia di perdere la faccia non solo con il Cavaliere.
In ogni caso, alla vigilia di una sfilza di voti segreti sull'Italicum che diranno molto sulla durata del governo, Silvio Berlusconi viene dipinto come di pessimo umore. Le sue sentinelle romane non sono state in grado, per ora, di spiegargli che razza di patto con Alfano lega le mani al giovane e baldanzoso premier. "Ha confermato i ministri di Ncd, ha ceduto su tutta linea sui sottosegretari e si sta rimangiando l'accordo sulla legge elettorale. Tutto questo solo per portare a casa la Madia e la Boschi?", si chiede un ex ministro restato fedelissimo al Cavaliere.
Ma la parola "tradimento", che inizia a circolare alla corte di Berlusconi, non riguarda soltanto il nuovo inquilino di Palazzo Chigi. I nemici interni di Denis Verdini sostengono che il "negoziatore-capo" dell'accordo con Renzie avrebbe tirato un po' i remi in barca e che gli effetti, sul rispetto dei patti, si vedono tutti. La colpa, tanto per cambiare, sarebbe di quel perenne clima da "piazza pulita" che l'arrivo di Giovanni Toti non ha spazzato via.
Non solo, ma ad amareggiare le ultime ore del Banana c'è anche la vicenda della sua storica segretaria Marinella Brambilla. Un suo licenziamento è stato smentito ufficialmente, con una nota in cui si parla di una semplice riduzione di impegno per motivi familiari (un figlio piccolo). Ma da fonti di Forza Italia risulta che nella mattina di giovedì sia andato in scena un piccolo psico-dramma, al termine del quale la Brambilla avrebbe fatto le valige.
Già il fatto che una faccenda così delicata sia filtrata all'esterno, con il Messaggero che l'ha raccontata un paio di giorni dopo, ha indispettito tantissimo Berlusconi. Che dopo il divorzio e la morte della madre si trova sempre più privo di vere figure di riferimento e rischia di essere ostaggio di una corte decisamente litigiosa.
Il resto della giornata è in tre flash. Il primo è l'esordio internazionale di Renzi, che sull'invasione russa dell'Ucraina ha pattinato sul ghiaccio affermando che "non bisogna lasciare nulla di intentato sul piano degli sforzi diplomatici e del dialogo" e che l'Italia resta "pienamente ancorata agli alleati Nato". Peccato che, sui rapporti con Putin, Londra e Washington non la pensino come Berlino.
Il secondo lampo di giornata sono i quattro mesi di condanna per "violazione di sigilli" in Val di Susa comminati a Beppe Grillo, mesi che l'ex comico genovese saprà certamente trasformare in voti e moltiplicare per mille alle prossime elezioni. E per finire in bellezza, ecco il "giallo" del tweet del ministro Padoan che annunciava la morte di Giorgio Armani. Era ovviamente un falso di qualche buontempone, ma in via XX Settembre per qualche minuto c'è chi ha sudato freddo.
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