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GIORNALONI AI PIEDI DI GENTILONI - IL “FATTO” SQUADERNA IL “LECCA LECCA” DEI QUOTIDIANI AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, LA STESSA SALIVA COLATA PER RENZI ALL’APICE DEL SUO POTERE: “ORA PER PAOLO VIENE IL DIFFICILE: QUANDO TI ABBRACCIA LA GRANDE STAMPA, SIGNIFICA CHE I GUAI SONO DIETRO L' ANGOLO”
To.Ro. per “il Fatto quotidiano”
Sarà pure la fine dell' anno e della legislatura, ma per Paolo Gentiloni è il culmine di un' appassionata storia d' amore con la grande stampa italiana. Pareva fosse poco più di una marionetta legata a filo al suo predecessore, ora invece è in odore di presidenza ad libitum.
La salutano titoli enfatici e cronache adoranti: Gentiloni è diventato mainstream come il Renzi dell' epoca d' oro, malgrado il profilo incomparabilmente meno spocchioso. Prendiamo il Corriere della Sera, ad esempio. Nella cronaca della conferenza stampa del premier, lo stile compassato del quotidiano cede il passo a un' affettuosa complicità: "È sciolto. Si concede più battute, anche su se stesso.
'Riserva della Repubblica? Preferisco un' altra panchina'. Arriva una domanda scivolosa: 'Io penso, anzi non penso'. Silenzio. Sorrisi". E poi ci sono "risultati da rimarcare con orgoglio, bilanci che hanno la lancetta sul positivo". La stessa complicità giocosa si legge pure nelle intense descrizioni di Repubblica: "Poi, il premier uscente si è preso la scena a modo suo, parlando dei successi del suo esecutivo, dicendo che non ha mai tirato a campare, usando il romanesco per celebrare alcuni traguardi (suoi) riconosciuti del mondo: Nun ce se crede". Per davvero.
L'entusiasmo più fulgido è probabilmente quello del Messaggero, nell' editoriale "Il realismo senza chimere di Paolo il Calmo". "Il 'Nun ce se crede' (aridaje, ndr) è lui. Chi poteva immaginare che Paolo Gentiloni, che doveva essere il supplente, potesse risultare alla fine il simbolo anti-eroico di un nuovo 'orgoglio' dell' Italia che pensava di essere peggio e ha scoperto di essere meglio di quanto si potesse immaginare?".
Il gentilonismo, apprendiamo, ha proprietà quasi magiche: "L' auto con cui ieri e andato e tornato e riandato e ritornato sul Colle, in un via vai che nulla ha di frenetico, sembrava la sola ieri a Roma capace di evitare le buche, le scivolate sui sampietrini bagnati e sconnessi e le pozzanghere in cui ci si può impantanare. Un tragitto impensabilmente tranquillo, ecco". Tranquillo - non sfuggirà a Gentiloni, che è uomo di mondo e frequentatore della veracità romana - ha fatto una brutta fine. Ora per Paolo viene il difficile: quando ti abbraccia la grande stampa, significa che i guai sono dietro l' angolo.
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