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Ha diciannove anni, è tunisina, è musulmana e adesso rischia la lapidazione. La colpa di Amina è quella di essere entrata a far parte del movimento "Femen" e di aver mostrato il suo corpo come segno di protesta contro gli abusi sulle donne nel suo Paese. Una decisione questa che però non è piaciuta ai predicatori islamici che hanno invocato per lei perfino la pena di morte.
E oggi, sabato 23 marzo, la storia di Amina si tinge di giallo e preoccupa: di lei, infatti, non si hanno più notizie. L'attivista tunisina è sparita e nessuno riesce più a contattarla. Secondo quanto affermato dai predicatori islamici, la blasfema dovrebbe "ricevere dieci frustrate e poi va lapidata finché morte non sopraggiunga. Questo quanto aveva prospettato Adel Almi, infastidito anche dalle parole di Amina che in una intervista rilasciata a Ettounsiya Tv ha puntualizzato: "Il corpo è mio e non appartiene a nessun altro, né a mio padre, né a mio marito, né a mio fratello".
Il mistero - Come detto, ora di Amina non si hanno tracce. Dopo foto a seno nudo la sua pagina facebook è stata piratata da un hacker, ovviamente la sua identità è sconosciuta, che si nasconde dietro il nickname Angour. La fondatrice dell'organizzazione Femen, Inna Shevchenko, ha dato l'allarme confermando di non aver più avuto notizie della liceale: "Il suo cellulare è spento da tre giorni, il suo profilo Facebook è disattivato, così come quello su Skype".
La "madre" delle Femen ha però rivelato al quotidiano francese Liberation: "Abbiamo ricevuto messaggi nei quali è indicato che sta con la sua famiglia e che sta bene, ma non conosciamo le persone che ce li hanno inviati. Con le sue foto voleva dare il suo sostegno a Femen, come tante donne nel mondo. Eravamo in contatto con lei da due settimane, desiderava lanciare Femen in Tunisia".
FEMEN MUSULMANA
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