FERRARA ANNUNCIA: LA FESTA E' FINITA - “IL DITO MEDIO ALZATO, LE MONETINE LANCIATE, IL RUTTO IN STEREOFONIA. IL FASCIO MEGLIO DEL FROCIO, IL FROCIO MEGLIO DEL FASCIO. LE MANETTE. ACCUSE ESAGERATE. DIFESE ESAGERATE. CIÒ CHE ERA PERSINO DIVERTENTE ORA È RESPINGENTE E PATETICO. E I TRISTI PROTAGONISTI APPAIONO COME GLI ULTIMI CORIANDOLI BUTTATI AI LATI DELLA STRADA, NEL DISORDINE E NELLA POLVERE, DOPO CHE ANCHE L’ULTIMO CARRO CARNEVALESCO DEL MARTEDÌ GRASSO È PASSATO. E LA FESTA È FINITA PER TUTTI….”

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Giuliano Ferrara per "il Foglio"

Ci sono giorni, nella politica, in cui anche la stupidità pare lecita - intelligente mai, lecita sì. Fino a quando c'era il Cav., tutto era lecito (tutto, almeno, appariva tale). Berlusconismo e antiberlusconismo hanno rappresentato una grande stagione di eccessi. Il Cav. ha detto di tutto, gli anti Cav. hanno intossicato l'aria con accuse di ogni genere. Il dito medio alzato, le monetine lanciate, il rutto in stereofonia. Il fascio meglio del frocio, il frocio meglio del fascio. Le manette. Accuse esagerate. Difese esagerate.

Sotto l'ombrello di una stagione e di una politica - magari per convinzione all'inizio, per incontrollabile deriva verso la fine - tutto in qualche modo si salvava e si teneva, persino le frasi e i gesti più specificatamente idioti. Le pagliacciate esibite, le parole incontrollate, le accuse generalizzate trovavano un loro (magari grottesco, ma lo trovavano) equilibrio all'interno di quella indimenticabile ma ormai trascorsa (e presto dimenticata) stagione di eccessi.

Non è solo un'altra èra politica - è tutto un diverso mondo, che il precedente ha sostituito e rimosso. Berlusconiani e antiberlusconiani - frange estreme a parte: ma quella non è la politica, è quel che resta in scena quando lo spettacolo più grande, nel teatro principale, ha calato il sipario: battute risapute, spompato avanspettacolo, pubblico seriale - ora sostengono entrambi il governo Monti.

Si è molto ironizzato (abbiamo molto ironizzato) su questa faccenda della nuova sobrietà da mercoledì delle Ceneri che scalza gli eccessi - persino il premier, quando tignosamente ripete quella parola, "sobrietà", a volte ha un lampo di divertimento nello sguardo - eppure c'è del vero. E quando c'è del vero, in una stagione politica, è opportuno che i comportamenti dei politici si adeguino. Se non per ritrovata, da entrambe le parti, buona educazione, almeno per opportuna convenienza.

Ciò che era persino divertente - e tutti abbiamo riso, e tutti mostrato indignazione: a seconda dei casi - ora è respingente e patetico. Le bravate lessicali finite ultimamente sui giornali sono così illuminate dalla luce dell'inattuale e della volgarità. Così l'assessore che se la prende con "la signorina" Vendola, gay con "turbe della psiche": stupidaggini.

Così il leghista che sostiene che per gli immigrati "servono i forni": raccapricciante. Così la ridicola polemica di Calderoli intorno al cotechino consumato a Palazzo Chigi da Monti e dai famigliari. Ora che non c'è più una politica capace di tenere la misura (tra il pop e lo sbraco) di tutto questo, il vocalizzo si fa insopportabile. Politicamente penoso. E i tristi protagonisti appaiono come gli ultimi coriandoli buttati ai lati della strada, nel disordine e nella polvere, dopo che anche l'ultimo carro carnevalesco del martedì grasso è passato. E la festa è finita per tutti.

 

giuliano-ferraraIL DITO MEDIO DI BOSSI berlusconi impiglia OGGI sestini 002Calderoli ANTONIO DI PIETROMARIO MONTI