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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
1 - LETTERA AL "FOGLIO"
Battiato non è un mistero. Misterioso è piuttosto lo stupore suscitato dalle sue ultime esternazioni. Esse mi sembrano infatti perfettamente conformi alla sua natura di guru votato alla lagna e allo sdegno. Comunque bisogna capirlo. Dopo tutto anche chi, come lui dice, non appartiene, come noi della destra italiana, alla specie umana, deve riconoscere che lui è invece proprio un uomo. Anzi un uomo di straordinario coraggio. Infatti non ha mai avuto paura di rivelare, coi suoi detti e coi suoi canti, quanto vasta e profonda possa essere la sua stronzaggine e quanto struggente l'appetito di pacchianerie simil-mistiche presso quanti vanno in visibilio per le sue nenie in salsa sapienziale.
Ruggero Guarini
Risposta di Giuliano Ferrara
Una musica del cazzo, che produce un pubblico di metafisici presuntivi, non può che produrre volgari emozioni verbali.
2 - ANDREA'S VERSION
Andrea Marcenaro per "il Foglio"
Scusate, eh, ma dopo che da dieci anni almeno lo ripetono Scalfari, Eco, Benigni, il Manifesto, la Mannoia, Franca Rame con Dario Fo, e magari Jacopo, Beppe Grillo, Concita De Gregorio, la Milella, la Sannino, la Sarzanini, Camilleri, i Rodotà , le Chiare Valentini, Michele Serra con Staino ed Elle Kappa, Lidia Ravera, direi pure la Muraro (ma non so), e lo ripetono con loro anche Crozza, "Ballarò", Lilli Gruber, la Dacia Maraini, il commissario Zingaretti, Inge Schoenthal Feltrinelli, la Cazzetti Pedretti o come cavolo si chiama, Ilvo Diamanti, Corrado Augias, Severgnini in quanto erede di Biagi, Mauro, Paolo Flores, Travaglio, Lerner, di tanto in tanto Feltri il grande, Paolo Guzzanti, Curzio Maltese, Gramellini, la Littizzetto, Lerner, Santoro, Mentana, la Natalia Aspesi, Bersani, la Boldrini, e tutta quanta l'enciclopedia, scusate, eh, ma ve la siete presa con Battiato perché dire onorevoli troie vi suona eccessivamente ripetitivo?
3. IL TROIELLUM
di Marco Travaglio per Il Fatto
L'ultima volta che i presidenti di Camera e Senato, a Parlamento unificato, tuonarono assieme contro qualcuno, fu per mettere in riga il pm Gherardo Colombo che si era permesso di definire la Bicamerale "figlia del ricatto". Allora erano Violante e Mancino, preclare figure.
Oggi sono Boldrini e Grasso a strillare come vergini violate contro Franco Battiato che ha avuto l'ardire di dichiarare: "Mi rallegro quando un essere non è così servo dei padroni, come queste troie in giro per il Parlamento che farebbero qualunque cosa, invece di aprirsi un casino".
Apriti cielo! Proteste unanimi da destra, centro e sinistra, mobilitazione generale, emergenza nazionale, manca soltanto la dichiarazione dello stato d'assedio con coprifuoco, cavalli di frisia e sacchi di sabbia alle finestre. Boldrini: "Respingo nel modo più fermo l'insulto alla dignità del Parlamento, stento a credere" ecc. Grasso: "Esprimeremo il nostro disagio al governatore della Sicilia per le frasi dell'assessore Battiato".
Sui cinquanta fra condannati, imputati e inquisiti che infestano il Parlamento, invece, nemmeno un monosillabo. Invece giù fiumi di parole e inchiostro contro il cantautore-assessore che osa chiamare troie le troie. Pronta la mossa conformista del governatore Crocetta, un tempo spiritoso e controcorrente specie sulle questioni di sesso, ora ridotto alla stregua dell'ultimo parruccone politically correct, che mette alla porta il fiore all'occhiello della sua giunta, financo equiparandolo a uno Zichichi qualunque.
Si risente pure la Fornero, che è pure ministro delle Pari Opportunità (infatti s'è scordata solo 390 mila esodati). Certo, il linguaggio usato da Battiato è da pugno nello stomaco, tipico dell'intellettuale indignato che vuol "épater" un Paese cloroformizzato. Ed è facile dire che ci si poteva esprimere in termini meno generici, o aggiungere subito e non dopo che la denuncia riguarda anche le troie-maschio, pronte a vendersi al miglior offerente.
Ma andiamo al sodo: è vero o non è vero che il Parlamento, anche questo, è pieno di comprati, venduti, ricomprati e rivenduti? à lo spirito losco del Porcellum (nomen omen) che porta alla prostituzione della politica, alla nomina dei servi dei partiti e innesca la corsa sfrenata al servaggio e al leccaggio per un posto al sole. E come li vogliamo chiamare questi servi, che si vendono la prima volta per farsi candidare in cima a una lista e poi magari si rivendono per voltar gabbana a seconda delle convenienze? Passeggiatrici? Lucciole? Mondane? Falene? Peripatetiche? Chi voleva capire ha capito benissimo: accade a tutti di dare della "troia" a chi, maschio o femmina, è disposto a tradire e a tradirsi per un piatto di lenticchie o a vendersi per far carriera. Ma, nel Paese di Tartuffe, che con buona pace di Molière è l'Italia e non la Francia, ci si straccia le vesti appena qualcuno squarcia il velo dell'ipocrisia e dice pane al pane: ieri sui ricatti della Bicamerale, oggi sulla mignottocrazia (copyright Paolo Guzzanti). Battiato è come il bambino che urla "il re è nudo" e la regina è troia. Tutta la corte intorno sa benissimo che è vero, ma arrota la boccuccia a cul di gallina e prorompe in urletti sdegnati. Lo sa tutto il mondo come e perché sono stati/eeletti/e certi/e cosiddetti/e onorevoli. Persino in India, dove la Ford si fa pubblicità con un cartoon che ritrae lo statista di Hardcore col bagagliaio dell'auto pieno di mignotte. I primi a saperlo sono i nostri giornali, che han pubblicato centinaia di intercettazioni sulle favorite del Cainano e sulla compravendita dei parlamentari, e ora menano scandalo perché Battiato, dopo averci scritto una splendida canzone Inneres Auge), li chiama per nome. E non si accorgono neppure che il loro finto sdegno non fa che confermare le parole di Franco. Se uno accenna ad alcune troie e si offendono tutti/e, la gente penserà : "Però, guarda quante sono! Credevo di meno...".
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