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Gloria Sarra per Il Messaggero
Festival di Roma, si fa in salita la strada di Marco Müller. Stamattina, dall'assemblea straordinaria della Fondazione Musica per Roma, il consigliere Carlo Fuortes dovrebbe ricevere l'invito all'astensione. A febbraio, nel corso del cda definitivo, anche il presidente di Cinema per Roma, Gian Luigi Rondi, non voterà . Dunque a giocarsi la nomina del direttore artistico resterebbero in quattro: Comune, Regione, Provincia, Camera di Commercio.
Scontato il sì dei primi due e il no di Ghini in rappresentanza di Zingaretti, mentre il consigliere Mondello pare orientato a bocciare Müller anche se la Camera di Commercio aveva espresso l'invito all'astensione oltre che un esplicito riconoscimento delle qualità professionali del candidato al centro della bufera. In caso di parità , cioè due contro due, l'ex timoniere di Venezia uscirebbe di scena. E il Festival, stritolato dalla politica, sarebbe costretto a ripartire da zero.
Ieri Alemanno ha invitato i «soci tecnici» (Auditorium e Camera di Commercio) ad astenersi lasciando la decisione ai soci istituzionali (Comune, Regione, Provincia). «La nostra prima preoccupazione è che la scelta del direttore artistico avvenga in un clima di serenità ed equilibrio», ha detto il sindaco. Mossa strategica per evitare in anticipo l'umiliazione della bocciatura, assicura il Pd. «Alemanno ogni giorno capisce sempre di più che il trombato da Venezia Marco Müller, sponsorizzato da lui e dalla Polverini, non passerà mai. Ed ecco che prova ad influenzare i voti degli altri soci. Un comportamento davvero patetico», ha tuonato il consigliere comunale Paolo Masini.
«Dopo gli incontri nelle segrete stanze ora il sindaco getta definitivamente la maschera», ha rincarato Pino Battaglia.
La situazione, a meno di colpi di scena, s'ingarbuglia sempre più. E rende inevitabile, in caso di no a Müller, un'alternativa. Ripescare Piera Detassis? Puntare su un altro nome? Dice Alemanno: «Mi auguro che tra i tre soci fondatori istituzionali emerga un'intesa che individui in modo condiviso una governance di alto profilo professionale».
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