DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Paolo Berizzi per "la Repubblica"
Ville, appartamenti, terreni, cascine: una girandola di investimenti immobiliari iniziata nel '94, prima volta della Lega al governo. E continuata fino a ieri. Con tanto di fondo patrimoniale per scudare i beni dei Bossi. Un'inarrestabile corsa nel segno dell'affarismo padano. Fino all'ultimo colpo: una cascina più terreni acquistati dieci mesi fa per il "contadino" Roberto Libertà Bossi, uno dei rampolli della family. C'è una Lega del Mattone che in questi anni ha fatto affari all'ombra della Lega di Famiglia, meglio nota come «cerchio magico».
UN ACQUISTO OGNI ANNO
Il perno è lei, Manuela Marrone, first sciura leghista, un mix di ritrosia siciliana e concretezza lombarda. E' soprattutto grazie al suo fiuto che, da quando 18 anni fa il Carroccio ha iniziato a salire ai piani alti del Palazzo di «Roma ladrona», è lievitato il patrimonio immobiliare dei Bossi. Come Repubblica è in grado di ricostruire, si tratta di un tesoro consistente: diciotto unità registrare al catasto con il nome della moglie del Senatur. In media: un'acquisizione all'anno (dal '94 a oggi).
Sette in più rispetto agli «undici immobili» che - stando a una telefonata intercettata dalla Dia di Reggio Calabria tra l'imprenditore Stefano Bonet e la dipendente della Lega Lubiana Restaini - sarebbero «intestati» alla moglie del Senatùr (gli «acquisti» non lasciavano tranquillo l'ex tesoriere leghista Francesco Belsito). Di qui il dubbio dei magistrati: con quali soldi sono stati comprati case (2), fabbricati (2) e terreni (14)?
LO SCUDO PATRIMONIALE
Se per gli investimenti finanziari la Lega andava a parare in Tanzania e a Cipro, meno globali sono le avventure immobiliari della family. Gemonio non è un paradiso fiscale: ma quando si tratta di rogitare la scelta dei Bossi cade sempre qui. Il valzer del mattone inizia il 30 aprile del '94. A Roma il Carroccio piazza 180 parlamentari (primo governo Berlusconi-Lega), a Gemonio i coniugi Bossi acquistano un terreno e dividono la proprietà (al 50%). Lo stesso giorno Umberto cede alla moglie altri tre terreni e un appartamento. Passano quattro anni: è il '98. Periodo difficile per il partito padano. Berlusconi è il «mafioso di Arcore», Bossi è travolto da un valanga di querele (poi in buona parte rientrate). Il 6 febbraio il Senatur e la moglie bussano al notaio di fiducia, Rodolfo Brezzi, studio a Samarate (Varese). Costituiscono un fondo patrimoniale per blindare gli immobili di famiglia da eventuali pignoramenti.
DALLE TERRE AL CASTELLETTO
Eretto lo "scudo" di Gemonio, protetti i beni dalle possibili rivalse dei creditori, dalla fine degli anni '90 la Lega del Mattone viaggia a gonfie vele. Mettendo le mani sul paesotto culla del federalismo. Il 12 gennaio 2001 Manuela si aggiudica un fabbricato e altri tre terreni.
Uno glielo vende Emilia Rosaspina, gli altri la Gestione Santa Chiara sas. 13 luglio 2002: altra terra, altro atto notarile. Un anno dopo - è il 19 giugno 2003 - i Bossi acquistano (in comproprietà ) il "castelletto" di via Verbano, residenza ufficiale della famiglia. La villa ora è sotto la lente della magistratura. E' la segretaria amministrativa Nadia Dagrada a rivelare come la Lega Nord avesse pagato alcune spese di ristrutturazione, in particolare il rifacimento della terrazza (con tanto di fattura dell'architetto). Ma aprendo la cartellina "The Family" i pm scoprono di più: il 10 dicembre 2010 la Vittoria Assicurazioni scrive alla Lega per sollecitare il pagamento di 779,38 euro relativo alla polizza della casa. Dodici giorni dopo parte il bonifico: ordinante, è Lega Nord.
CASCINA E ATTICO
L'ultimo affare i Bossi lo fanno il 24 giugno 2011. Il secondogenito Roberto Libertà , quello del gavettone alla candeggina, ama l'agricoltura. A Brenta, vicino a Gemonio, una signora milanese vende un lotto composto da: una casa, un fabbricato per uso agricolo e cinque terreni. Lady Bossi compra,e si intesta. Diciottesima proprietà in 18 anni. Ignoto, come in tutti gli altri casi, il valore della transazione.
Quel che è certo è che il primo febbraio, cinque mesi prima, il marito Umberto si mette in tasca 480mila euro rivendendo una casa ricevuta in eredità - lo stesso giorno - dall'anziana militante leghista Caterina Trufelli (a parlarne per primo è "Libero"). Il Senatur avrebbe dovuto girare il lascito alla Lega e comunicarlo alla Camera dei Deputati. E invece no. Dove sono finiti i soldi?
E' la domanda che si fanno i pm. Un dubbio che accresce altri sospetti. Come quello acceso da una telefonata intercettata tra la Dagrada e Belsito nella quale si parla di «500 mila euro da giustificare solo per il 2011... nel gioco tra le due signore (Marrone e Rosy Mauro)». Gioco immobiliare col denaro della Lega? Acquisti, ma non solo. Un'altra voce riguarda gli affitti. Quello dell'attico romano del Senatur, per esempio (in via Nomentana, 5mila euro di canone). E poi i due appartamenti milanesi nella disponibilità di Renzo Bossi. Si favoleggia che uno gli sia stato addirittura offerto da Berlusconi. A ogni modo: chi ha pagato?
Umberto Bossi e sua moglie Manuela Marrone la moglie di Bossi Manuela MarroneBOSSI E LA MOGLIE MANUELAUMBERTO BOSSI IL TERZOGENITO DI UMBERTO BOSSI ROBERTO LIBERTASTEFANO BONETLUBIANA RESTAINIFrancesco Belsito
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