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Carlotta Scozzari per Dagospia
I riflettori del mondo intero sono rivolti verso la crisi di governo italiana. E anche le grandi banche d'affari internazionali questa mattina si concentrano su Matteo Renzi, il giovane "rottamatore" del Pd che ha appena dato il benservito al premier Enrico Letta e si appresta a diventare nuovo presidente del Consiglio.
E' il caso di Daniele Antonucci di Morgan Stanley, che sottolinea che adesso "la vera questione è se sotto la leadership di Renzi si procederà spediti verso quelle riforme di cui l'Italia ha disperatamente bisogno". Secondo l'esperto, il primo banco di prova dovrebbe essere "la riforma elettorale, a lungo rinviata". Sembra che il sindaco di Firenze, osservano da Morgan Stanley, "voglia muoversi svelto su questo fronte", tant'è che ha già messo a punto un nuovo schema chiamato "Italicum".
E secondo Antonucci "cambiare le regole del gioco politico, che al momento tendono a creare instabilità e governi di breve durata, potrebbe contribuire a rafforzare le tenui prospettive di crescita dell'Italia", a patto che tutto questo sia seguito "da riforme e politiche economiche di vasta portata".
Fabio Fois e Giuseppe Maraffino di Barclays pure partono dalla considerazione che l'economia del Belpaese stenti a risollevarsi e che le riforme effettive continuino a latitare per esprimere qualche preoccupazione sulle mosse dell'agenzia di rating Moody's, che proprio stasera sarà chiamata a esprimersi sul giudizio (negativo) di "Baa2" sull'Italia.
Tuttavia, Barclays si aspetta, almeno per il momento, una conferma del rating da parte dell'agenzia internazionale, che prima di esprimersi in maniera definitiva dovrebbe attendere il programma di riforme, sia economiche sia politiche, del nuovo governo. Guardando all'impatto dell'ormai scontata salita al potere di Renzi sui mercati finanziari, mentre questa mattina Piazza Affari corre, gli esperti di Barclays ritengono che la formazione di un nuovo governo sarà considerata un evento "moderatamente positivo, poiché fa salire le probabilità di un'accelerazione del processo di riforme in Italia".
Secondo Vincenzo Longo di Ig, la Borsa, "nel brevissimo termine, potrebbe anche apprezzare il passaggio del testimone tra l'attuale premier, Enrico Letta, e il segretario del Pd, Matteo Renzi", ma "la mancanza di un consenso popolare potrebbe però costituire un elemento di debolezza per il governo nel medio-lungo termine".
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