DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL…
Maurizio Molinari per "la Stampa"
Barack Obama sceglie Penny Pritzker come Segretario al Commercio portando nell'esecutivo la sua più importante finanziatrice. Se con Michelle ha costruito la famiglia e Valerie Jarrett è la consigliera più fidata, la terza donna indispensabile per Barack è Penny.
Ereditiera del gruppo alberghiero Hyatt, imprenditrice di successo nel Midwest, titolare di una fortuna stimata in due miliardi di dollari e inclusa da «Forbes» tra le cento donne più potenti del mondo, Pritzker è la filantropa che nel 1996 scommise sul poco noto Obama candidato al Senato dell'Illinois.
Barack veniva dal South Shore di Chicago, abitato in prevalenza da afroamericani, e aveva bisogno dei finanziamenti del North Shore, popolato dalle élites bianche. Fu Pritzker ad aprirgli queste porte. Lo fece perché convinta della necessità di rimarginare le ferite razziali in una delle città più segregate d'America, anticipando una lettura della candidatura di Barack sulla quale anni più tardi David Axelrod avrebbe costruito la conquista della Casa Bianca.
Appassionata di politica e arte, come testimoniano l'impegno al «Council on Foreign Relations» e l'ex presidenza del Museo di Arte Contemporanea di Chicago, Pritzker viene da una famiglia ebraica scampata alle persecuzioni che crede nella cultura del «give back», restituire all'America ciò che ha avuto, e trova nel sostegno a Obama la missione per riuscirci.
Durante le presidenziali del 2008 è lei a coordinare la raccolta finanziaria - battendo tutti i record dell'epoca - e a trasformare l'Hyatt di Chicago nel quartier generale dell'Election Day. Come si ripete anche nel 2012. Durante il primo mandato Obama cerca inutilmente di coinvolgerla nel governo.
Lei resiste, non vuole, preferisce sostenerlo «da indipendente» anche perché i suoi scontri con i sindacati creano imbarazzi alla Casa Bianca. Sorgono delle incomprensioni fra i due, cui si aggiungono le frizioni sul Medio Oriente perché Pritzker, classe 1959, non ha peli sulla lingua nel rimproverare al presidente l'approccio troppo duro a Israele.
La riappacificazione avviene nel 2011, quando Obama la invita sull'Air Force One per una conversazione rimasta da allora top secret. Tuttavia è troppo tardi per il coinvolgimento nella campagna per la rielezione: Penny resta fuori dagli organici del Team Obama ma, ancora una volta facendo di testa propria, garantisce un contributo di primo piano, portando alla campagna 500 mila dollari.
La rielezione è l'ultima occasione per entrare nel governo e accetta il Commercio anche perché nel frattempo è stata assolta dall'accusa di comportamento antisindacale. L'investitura avviene con la cerimonia di ieri, in diretta tv, segnata da un'atmosfera di famiglia.
In palio c'è quanto a entrambi preme di più: affidare alla liberalizzazione degli scambi il traino della ripresa. Per questo Pritzker parte con Obama alla volta del vertice delle Americhe e sarà con lui quando, a fine giugno, verrà in Europa per il G8. Con a fianco Mike Froman, nominato Alto rappresentante per il commercio. «Mike e Penny credono come me - ha detto Obama, riassumendo ciò che li accomuna che i lavoratori americani sono i più competitivi del mondo».
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