IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO…
Claudio del Frate per "Il Corriere della Sera"
Interrogare Francesco Belsito, chiarire una volta per tutte se nelle casse del Carroccio sono davvero confluiti 10 milioni di euro provenienti da Finmeccanica come più di un personaggio coinvolto nell'inchiesta lascia intendere: l'ipotesi di ascoltare l'ex tesoriere della Lega Nord, ora in carcere per l'uso disinvolto dei fondi destinati al partito, si sta facendo strada negli ambienti della procura di Busto Arsizio impegnata a fare luce sugli affari inconfessabili della holding.
Nulla di già deciso, ma se l'obiettivo del pm Eugenio Fusco è stabilire se quanto adombrato in questi mesi a carico della Lega sono calunnie, bussare ad alcune porte è logico.
Affrontare il capitolo del Carroccio diventa anche più agevole adesso che la procura di Busto ha chiuso la parte più importante dell'inchiesta Finmeccanica: ieri mattina il pm Fusco ha depositato la richiesta di giudizio immediato a carico dell'ex presidente Giuseppe Orsi e dell'ad di Agusta Westland Bruno Spagnolini.
Entro il 4 maggio - data in cui scadranno i termini di custodia cautelare per i due manager - il gip deciderà se accogliere la richiesta e se non ci saranno ostacoli il processo approderà in aula già prima dell'estate.
Due sono gli imputati e due i reati contestati: Orsi e Spagnolini devono rispondere di corruzione internazionale, per la presunta provvista di 50 milioni di euro andata all'ex capo di stato maggiore dell'aeronautica dell'India e a una serie di mediatori internazionali; il tutto per garantire ad Agusta un contratto da 560 milioni di euro per la fornitura a Nuova Delhi di 12 elicotteri.
L'altro reato è la frode fiscale: c'è il sospetto che fatture per oltre 21 milioni di euro emesse in particolare da una società tunisina siano in realtà fasulle e servissero a coprire i pagamenti sottobanco.
L'inchiesta prosegue a carico dei mediatori (in particolare gli svizzeri Guido Haschke e Carlo Gerosa, colpiti da ordine di cattura ma che restano liberi a Lugano) ma prosegue anche per esplorare il filone che porta alla Lega.
Di un possibile «regalo» di 10 milioni di euro al Carroccio hanno parlato due testimoni rilevanti: Lorenzo Borgogni, ex capo delle relazioni istituzionali di Finmeccanica, e Luciano Zampini, attuale ad di Ansaldo, «bruciato» proprio da Orsi nella nomina alla presidenza di Finmeccanica.
Entrambi hanno riferito solo dei sentito dire (Zampini in particolare da Haschke, il quale gli rivelò che Orsi gli aveva di punto in bianco decurtato il compenso di ben 10 milioni di euro; soldi forse da restituire alla Lega, aveva ipotizzato il manager, per disobbligarsi con chi aveva appoggiato la nomina dello stesso Orsi). Roberto Maroni ha sempre smentito e ha anche querelato Borgogni.
Dunque quel pagamento c'è stato o no? Meglio di tutti dovrebbe saperlo colui che per anni è stato al corrente di tutta la gestione finanziaria di via Bellerio, vale a dire Francesco Belsito. Da qui nasce l'idea di interrogarlo, ma i magistrati potrebbero convocare anche le impiegate che facevano parte dello staff dello stesso Belsito, già a lungo messe a verbale dai pm milanesi che si occupano della «contabilità nascosta» della Lega.
Roberto Maroni GIUSEPPE ORSI UMBERTO BOSSI E FRANCESCO BELSITO lega ladrona bossi belsito foto e baraldi Lorenzo Borgogni
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