SIRIA, UN REGIME CON L’ASMA - LA BELLA FIRST LADY SIRIANA, ASMA AL ASSAD È OSANNATA DA TUTTA LA STAMPA OCCIDENTALE : “ROSA DEL DESERTO”, “UNICA LUCE IN UN REGIME DI OMBRE” - MADDECHÉ!: MENTRE IL MARITO SGANCIA LE BOMBE LEI ORDINA SCARPE DI CRISTALLO DA 4 MILA €, VASI E GIOIELLI PARIGINI - LE E-MAIL INTERCETTATE DAGLI ATTIVISTI ANTI-REGIME RESTITUISCONO IL RITRATTO DI UNA DONNA AVIDA, OSSESSIONATA DAL LUSSO, CHE TRATTA LE COSE IN MODO IRREALE: “MOLTI BACI E NON VI PREOCCUPATE, NOI STIAMO BENE”…

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Andrea Malaguti per "la Stampa"

La colonna sonora del massacro siriano, 7.500 persone uccise dal regime in un anno secondo i dati delle Nazioni Unite, è una canzone country di Blake Shelton. Si intitola «Dio mi ha dato te». Romantica. Piena di passione. «La persona che sono stato ultimamente non voglio esserla mai più». Bashar al Assad la invia su un file scaricato da iTunes alla moglie Asma il pomeriggio del 5 febbraio. Un uomo innamorato, che il giorno successivo lancerà trecento missili su Homs, la città d'origine della famiglia di lei.

Ma se del tiranno di Damasco si conosce tutto, la biografia della sua sofisticata compagna inglese, ribattezzata da Vogue «la Rosa del Deserto» e dai media britannici «la Lady D. del Medio Oriente», rischia di assumere una connotazione totalmente nuova dopo la pubblicazione delle e-mail che gli attivisti antiregime del Consiglio Supremo della Rivoluzione hanno intercettato e consegnato al Guardian.

Corrispondenza privata, la cui autenticità non è stata ancora provata, ma sembra confermata da numerosi riscontri. Ne esce il ritratto di una donna avida, malata di shopping, ossessionata dall'idea del lusso. Una regina cattiva che tratta le cose con un tono irreale, distante, come se si fosse appena svegliata da un'anestesia, come se vivesse in un altro Paese. Soprattutto su un altro pianeta. Chi è dunque veramente Asma al Assad che nelle mail si firma aaa -, «l'unico elemento di luce in un Paese pieno di ombre», come la definì «Paris Match» o una moderna Maria Antonietta?

Trentasei anni, splendida, cresciuta nel quartiere londinese di Acton, studentessa modello in una scuola cristiana nonostante la sua fede musulmana, una laurea in letteratura francese al King's College e un (ex) impiego dalla banca d'affari JP Morgan, Asma chiede ad amici londinesi di comprarle scarpe di cristallo da quattromila euro. È il 3 febbraio. Scrive.

«Catturano gli occhi, non sono fatte per il grande pubblico». Il suo interlocutore replica. «Hai ragione. Sfortunatamente non credo che ti saranno utili molto presto». Successivamente, mentre le bombe devastano le città, la Rosa del Deserto ordina vasi da tremila sterline, lampadari, collane, gioielli parigini. È bulimica. Lo scrittore Andrew Tabler, che ha vissuto a lungo in Siria e ha collaborato nelle charity di cui Asma è patrona, sostiene che la moglie di Assad è una donna brillante, che il regime ha usato come foglia di fico.

«Credo però che vivere in un sistema corrotto abbia finito per corrompere anche lei». Le sue email sono sgradevoli, disarmoniche. Le sue richieste tali da spingere un importante studio di avvocati londinesi a chiedere di portarla in tribunale per avere violato l'embargo verso la Siria stabilito dall'Europa. I saluti in calce alle sue mail sono raggelanti. «Molti baci e non preoccupatevi, noi stiamo bene - aaa». Noi. Certo.

Tabler aggiunge. «Forse Asma è rimasta vittima del sistema, ma alla fine la vita è fatta di scelte individuali. E ognuno di noi è il frutto delle proprie». La Rosa del Deserto che prometteva un mondo migliore ha fatto le sue diventando improvvisamente dura, come se fosse timorosa di risvegliare sentimenti che un tempo esistevano nel suo cuore e che ora sembrano soffocati dall'astio.

 

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