DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ…
FITTO LASCIA IL GOVERNO NEL GRANDE INGORGO DEL PNRR – LA CORTE DEI CONTI UE LANCIA UN NUOVO ALLARME SUI RITARDI DELL'ITALIA NELLA MESSA A TERRA DEL RECOVERY: HA CONCENTRATO IL 62% DEI SUOI INVESTIMENTI NEL 2026, CON IL RISCHIO CONCRETO DI NON RIUSCIRE A REALIZZARE I PROGETTI E PERDERE MILIARDI DI FONDI – COLPA DELLA “REVISIONE” DEL PIANO MESSA A PUNTO DAL MINISTRO MELONIANO, DESTINATO A UNA POLTRONA DA COMMISSARIO UE…
Estratto dell’articolo di M. F. per “il Fatto quotidiano”
GIANCARLO GIORGETTI RAFFAELE FITTO
L’allarme arriva a pochi giorni dalla designazione ufficiale di Raffaele Fitto – il ministro del Pnrr – come commissario italiano della nuova Commissione Von der Leyen. La Corte dei Conti Ue avvisa che sui Piani nazionali di ripresa e resilienza molti Paesi sono in ritardo e quindi molti degli obiettivi si sono concentrati sul 2026, l’anno di scadenza dei piani, con il rischio di un ingorgo di fondi e scadenze.
E l’Italia è tra questi, visto che negli otto mesi che vanno da gennaio all’agosto di quell’anno ha concentrato “il 62% dei suoi investimenti”. […]
L’Italia non è messa male nelle richieste di pagamento, finora ha presentato tutte quelle previste dagli accordi e nei tempi prefissati (siamo alla quinta rata versata, per la sesta è stata già avanzata la richiesta). Il problema, oltre alla spesa effettiva che va a rilento (ferma a poco più di 50 miliardi), sono gli obiettivi da raggiungere. Che, anche a seguito della revisione voluta da Fitto, sono cresciuti notevolmente nel 2026.
Quell’anno, a livello europeo, andranno finalizzati il 39% degli investimenti e il 14% delle riforme. Per l’Italia, come detto, ben il 62% degli investimenti, un dato che si confronta con quote che vanno dal 30% della Spagna al 70% della Polonia […]
Nello stesso periodo, l’Italia dovrà realizzare il 28% degli obiettivi per ricevere il 19% dei fondi rimanenti. Dal ministero di Fitto fanno filtrare che quel 62% non si riferisce alla spesa ma alla quota di misure Pnrr a cui sono legati gli obiettivi da raggiungere e che l’Italia è tra i Paesi in regola nelle richieste di pagamento. I controllori Ue, però, parlano di “investimenti”.
Il rischio, spiega la Corte dei Conti Ue, è che molte misure non vengano completate: concentrare gli investimenti verso la fine del periodo utile può aggravare ulteriormente i ritardi e l’assorbimento delle risorse. Anche perché, si nota nel rapporto, gli esborsi non riflettono sempre la quantità e l’importanza dei traguardi e degli obiettivi.
raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni 1
Tradotto: possono essere state versate ingenti somme senza che le misure corrispondenti siano poi davvero portate a termine. La normativa europea, peraltro, non prevede il recupero dei fondi nel caso in cui traguardi e gli obiettivi venissero raggiunti ma le misure non completate. Un quadro da cui si intuisce che una proroga è sempre più necessaria. […]
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