RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Claudia Guasco per "Il Messaggero"
andrea manzoni alberto di rubba michele scillieri commercialisti della lega
Per quell'affare il commercialista della Lega Michele Scillieri si è sentito tradito. «Due belle ville sul lago», diceva intercettato al telefono, risentito per essere stato escluso dagli altri due contabili del Carroccio Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba. «Questi qua sono dei mascalzoni. Che mettono le mani nella marmellata. Appena la tiri fuori, ti rubano pure quella roba lì. A me hanno dato il terreno e loro si sono ciucciati le ville».
GIRO DI BONIFICI Ora le due residenze al Green Residence Sirmione di Desenzano del Garda sono finiti sotto sequestro. Per i magistrati della Procura di Milano sono stati acquistati con i soldi versati dalla Regione Lombardia alla controllata Film commission per l'acquisto del capannone di Cormano. Manzoni e Di Rubba sono accusati di peculato, oltre che di turbativa d'asta ed evasione fiscale, proprio per aver usato gli 800 mila euro del finanziamento pubblico del Pirellone per scopi privati.
Di questi, oltre 600 mila euro sarebbero stati usati per le due case sul lago di Garda. Il gip Giulio Fanales ha ordinato «il sequestro preventivo finalizzato alla confisca» della villa Bouganville nei limiti «dell'importo di 144.570 euro» e della villa Tigli sempre all'interno dello stesso complesso per un valore di «163.429,82 euro». Unico «obiettivo» dell'investimento immobiliare, scrive il giudice, era «il reinvestimento del profitto proveniente dal peculato».
Stando alle carte il denaro arrivato da Regione Lombardia e affidato all'ente cinematografico nel 2017 guidato da Di Rubba arriva prima ad Andromeda, la società che vende il capannone di Michele Scillieri, quindi tramite un vortice di bonifici una parte è dirottata nelle casse della Taaac, società dei due contabili leghisti. La cui amministratrice era Vanessa Servalli, moglie del cugino di Di Rubba. «La complessa architettura societaria era utilizzata come mero strumento volto al drenaggio delle risorse pubbliche», scrive il gip.
E l'operazione immobiliare del capannone di Cormano «risulta priva di una reale giustificazione economica, manifestandosi viceversa quale schermo giuridico dietro il quale occultare l'unico intendimento perseguito, ossia la distrazione del fondo erogato dall'ente pubblico», cioè Film commission, «a favore di Di Rubba e dei suoi complici, fra i quali in primo luogo Manzoni». Quanto alla Taaac, è una «società di comodo, priva di qualsiasi flusso di cassa fatto salvo i circa 163 mila euro generati dalla compravendita di capannone di Cormano».
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