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Gianni Barbacetto e Davide Vecchi per "il Fatto Quotidiano"
Fare Metropoli, l'associazione politica di Filippo Penati, era soltanto uno schermo per raccogliere soldi da imprenditori e banche. Questa è la conclusione a cui sono arrivati i magistrati di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia, che stanno chiudendo le indagini sul "Sistema Sesto" e su Penati, ex presidente della Provincia di Milano ed ex capo della segreteria politica di Pierluigi Bersani.
Di quel sistema e di quell'indagine, Fare Metropoli è soltanto uno dei capitoli, accanto a quello delle aree di Sesto San Giovanni e della società Serravalle. Un capitolo che potrà portare i pm a chiedere l'imputazione di finanziamento illecito per Penati e altre undici persone: otto finanziatori di Fare Metropoli e tre uomini vicini all'ex dirigente del Pd.
I nomi si incrociano ripercorrendo la storia di Fare Metropoli, associazione nata nel dicembre 2008, a ridosso delle elezioni provinciali, per svolgere attività culturale, ma che in realtà non ha mai organizzato alcun evento pubblico. Ha invece svolto un'intensa azione di raccolta fondi, passata ora al setaccio dagli investigatori della Guardia di finanza di Milano.
Legale rappresentante dell'associazione, fin dalla sua nascita, è Pietro Rossi, fedelissimo di Penati e da lui indicato nel consiglio d'amministrazione di Tem (Tangenziali esterne Milano), società controllata da Milano Serravalle. Carlo Angelo Parma è il ragioniere con studio a Cinisello Balsamo che teneva i conti dell'associazione. Renato Sarno, infine, è l'architetto legatissimo a Penati, coinvolto anche in altri capitoli di questa indagine e considerato il procacciatore di finanziamenti e l'intermediario con le imprese.
Un nutrito gruppo di aziende, banche e cooperative ha versato denaro al "sistema Penati", tra il 2009 e il 2011, facendo affluire nelle sue casse almeno 500 mila euro. Una parte di questi soldi sono stati versati per la Lista Penati presidente (che ha partecipato alle elezioni provinciali del 2009) e per Alternativa Lombardia (elezioni regionali del 2010). I "benefattori" sono in alcuni casi sconosciuti, perché i versamenti sono in contanti.
In altri casi sono noti e si chiamano Finser (una società del costruttore bergamasco Antonio Percassi) o Multimedica (il gruppo sanitario di Daniele Schwartz), o ancora Tubosider (un'azienda di Asti che produce barriere di sicurezza e antirumore per le autostrade).
Progetto di riqualificazione area ex falck di sesto san giovanni
Molti dei "benefattori" hanno dunque a che fare con la Serravalle o con le decisioni di Penati allora ai vertici della Provincia. In ogni caso i soldi arrivano dichiaratamente e in forma regolare ai comitati elettorali dell'ex presidente e alla sua responsabile, Nora Radice. Nessun reato potrà dunque essere ipotizzato, malgrado gli affari di chi offre s'incrocino pericolosamente con la politica di chi riceve.
Altri soldi (almeno 370 mila euro) arrivano però direttamente a Fare Metropoli. In questo caso, il fatto è considerato penalmente rilevante. Sempre per chi incassa o media (Penati, Rossi, Parma e Sarno), perché l'associazione è considerata dai pm un mero schermo per incamerare finanziamenti illeciti.
Penalmente rilevante anche per chi paga, almeno nei casi in cui i donatori non dichiarano nei loro bilanci la finalità reale (e cioè un finanziamento politico), ma indichino motivazioni fittizie ("quota associativa" o sostegno a inesistenti attività dell'associazione).
Così fanno due banchieri, Massimo Ponzellini, allora presidente della Popolare di Milano, che nel luglio 2009 versa a Fare Metropoli 5 mila euro, ed Enrico Corali, presidente della Banca di Legnano (nominato nel board di Expo 2015 come rappresentante della Provincia guidata da Penati), che nello stesso periodo ne versa 10 mila.
Stesso comportamento tengono due imprenditori di area dalemiana: Enrico Intini (già indagato a Bari per turbativa d'asta nella sanità pugliese e legato a Gianpaolo Tarantini, l'uomo che procacciava escort per Silvio Berlusconi) e Roberto De Santis (che condivideva con Massimo D'Alema la proprietà della barca Ikarus). Il primo versa all'associazione 30 mila euro attraverso le società Sma e Servizi Globali. Il secondo 20 mila attraverso Milano Pace spa, che sta realizzando a Sesto il complesso "Le torri del parco", investimento da 100 milioni e progetto di Renato Sarno.
Generoso anche il gruppo Gavio, tradizionale sostenitore di Penati. Tra i donatori ci sono infatti tre società del gruppo: Sina (legale rappresentante Agostino Spoglianti), Energrid (Paolo Golzio), Energia e territorio (Marco Gadaleta), che versano complessivamente 65 mila euro. 5 mila euro, infine, arrivano da Luigi Arnaudo, presidente di Iper Montebello (ipermercati). I finanziamenti a Fare Metropoli sono soltanto una parte dell'inchiesta che coinvolge l'ex braccio destro di Bersani. I pm di Monza stanno tirando le somme delle indagini sull'intero "Sistema Sesto" diventato ormai "Sistema Penati".
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