DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
DAGONEWS
Persino ''il Fatto Quotidiano'' ammette, in modo molto edulcorato, che è in corso l'ennesimo favore a Silvio Berlusconi, l'ennesima legge ad aziendam architettata dal solito Gianni Letta. Marco Palombi scrive che:
(…) un emendamento che la relatrice Valeria Valente del Pd ha presentato ieri sera al decreto Covid in Senato - testo, però, elaborato al Mise da Stefano Patuanelli e benedetto dal collega Roberto Gualtieri e dal premier Giuseppe Conte - serve di nuovo a bloccare per qualche tempo l' assalto dei francesi alla società di famiglia di Berlusconi: a spingere per questa soluzione è anche l' Autorità per le comunicazioni (Agcom), rinnovata in estate all' insegna dell' ennesimo Patto del Nazareno, per così dire. (…)
roberto gualtieri giuseppe conte patuanelli
Ma quanto si è scritto in questi anni sui patti del Nazareno, sulle leggi ad personam, ad aziendam, ad Bananam? Ettolitri di inchiostro su chilometri quadrati di pagine. Adesso che al governo ci sono i 5 Stelle, purissimi altissimi levissimi, il patto che protegge Berlusconi dagli appetiti francesi e gli permette di incassare potenzialmente centinaia di milioni in più per le sue aziende – e tutto grazie a una norma esclusivamente politica e messa nero su bianco dal duo grillino Conte-Patuanelli con il sostegno di Gualtieri – viene così raccontato:
BERLUSCONI FINGE DI NON VEDERE CONTE E NON LO SALUTA
Lo stallo [Mediaset-Vivendi] a cui si è giunti impone ora un accordo tra le parti: tutti lo sanno, ma le condizioni a cui ci si arriverà dipendono da quanto potere contrattuale hanno i due contendenti. E qui arriva l' emendamento (…) Cosa ci guadagna il governo? Forse un occhio di riguardo da parte di Forza Italia, specie in Senato. Cosa rischia? Che Vivendi non la prenda bene ed esprima la sua rabbia in Tim. Non si sa se il gioco vale la candela.
Per ''occhio di riguardo'' ovviamente si intende che Forza Italia, invece di fare opposizione e fare cadere il governo al Senato dove la maggioranza ha numeri risicatissimi, garantisce informalmente la sopravvivenza del Conte-bis, benedetto ormai da tutti: poteri forti, deboli, ex guardiani dell'informazione, una buona parte di opposizione e istituzioni internazionali. Amen.
PS: inutile ricordare che del patto tra Conte e Grillo per salvare Berlusconi (e il governo) abbiamo scritto in solitaria mesi fa:
GRILLO E’ STATO COSTRETTO AD INGOIARE IL ROSPO DEI ROSPI: LO PSICONANO BERLUSCONI, ORMAI AZIONISTA ESTERNO DEL GOVERNO CONTE… (giugno 2020)
BERLUSCONI FINGE DI NON VEDERE CONTE E NON LO SALUTA
MEDIASET:DEPOSITATO EMENDAMENTO ANTISCALATA A DL COVID
(ANSA) - Arriva l'emendamento al decreto Covid "anti scalata" per le società che operano nelle telecomunicazioni. La norma, a quanto si apprende, è stata depositata ieri sera in Senato dal relatore Valeria Valente e, alla luce della sentenza della Corte Ue sul caso Mediaset-Vivendi prevede che, nelle more di una più generale disciplina di settore, per sei mesi l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sia tenuta ad avviare un'istruttoria nel caso in cui un soggetto "operi contemporaneamente nei mercati delle comunicazioni elettroniche e in un mercato diverso, ricadente nel sistema integrato delle comunicazioni (Sic), anche attraverso partecipazioni in grado di determinare un'influenza notevole".
L'istruttoria è "volta a verificare la sussistenza di effetti distorsivi o di posizioni comunque lesive del pluralismo": all'esito di essa l'Agcom adotta, "eventualmente", i provvedimenti necessari per eliminare o impedire il formarsi di effetti distorsivi, previsti dall'articolo 43 comma 5 del testo unico della radiotelevisione.
"L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni - prevede il testo depositato in Senato - è tenuta ad avviare un'istruttoria, da concludersi entro il termine di sei mesi dalla data di avvio del procedimento, volta a verificare la sussistenza di effetti distorsivi o di posizioni comunque lesive del pluralismo, sulla base di criteri previamente individuati, tenendo conto, fra l'altro, dei ricavi, delle barriere all'ingresso nonché del livello di concorrenza nei mercati coinvolti".
MATTEO RENZI E VALERIA VALENTE
"La disposizione - si legge nella relazione illustrativa - ha lo scopo di intervenire per dare tempestiva attuazione alla sentenza della Corte di giustizia UE del 3 settembre 2020, C-719-18" che, pronunciandosi nell'ambito dello scontro in atto tra Mediaset e Vivendi, ha bocciato la disciplina prevista dal comma 11 dell'articolo 43 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi, "che vieta a qualsiasi società i cui ricavi nel settore delle comunicazioni elettroniche (Tlc), anche tramite società controllate o collegate, siano superiori al 40% dei ricavi complessivi di tale settore, di conseguire nel sistema integrato delle comunicazioni (Sic), ricavi superiori al 10% di quelli del Sic in Italia".
Quella norma, viene spiegato, è "considerata dalla Corte Ue accettabile in linea di principio, ma è stata valutata in concreto inidonea, sotto il profilo della proporzionalità, a perseguire il fine di garantire il pluralismo dei media, giacché fissa soglie di mercato che, non consentendo di determinare compiutamente se e in quale misura un'impresa sia effettivamente in grado di influire sul contenuto delle attività editoriali dei media, non sono indicative di un rischio concreto di influenza sul pluralismo dei media". Un intervento di revisione organica del testo unico sulle telecomunicazioni è già previsto "nell'ambito degli adempimenti europei previsti dalla proposta legge di delegazione europea 2019 attualmente all'esame del Parlamento" ma si è deciso di introdurre una disciplina transitoria, che durerà sei mesi dall'entrata in vigore del decreto Covid, nelle more dell'adozione della nuova legge.
La norma transitoria elimina gli automatismi bocciati dalla Corte Ue e introduce l'istruttoria dell'Agcom "qualora un soggetto si trovi ad operare contemporaneamente nei mercati delle comunicazioni elettroniche e nel Sic, anche attraverso partecipazioni societarie in grado di determinare un'influenza notevole ai sensi dell'articolo 2359, comma secondo del codice civile. "Solo all'esito di tale accertamento in concreto saranno eventualmente adottati dall'Agcom i rimedi" previsti dal testo unico sulle telecomunicazioni. Senza questa norma transitoria, spiega in conclusione la relazione illustrativa, il rischio sarebbe lasciare un vuoto normativo che crei "un varco a possibili violazioni del pluralismo determinate da eccessi di concentrazioni", fermo restando che al "pluralismo dei media" è stata di recente estesa la possibilità per il governo di esercitare il golden power.
MEDIASET: FONTI MAGGIORANZA, NORMA CONDIVISA DA OPPOSIZIONE
(ANSA) - "La relatrice del decreto Covid, Valeria Valente, ha depositato ieri sera un emendamento per proteggere le aziende italiane televisive ed editoriali. L'emendamento è condiviso dalla maggioranza e dall'opposizione e nasce dallo stimolo dei ministri Gualtieri e Patuanelli". Lo riferiscono fonti parlamentari della maggioranza.
"Obiettivo - proseguono - dell'intervento normativo è colmare il vuoto lasciato dalla sentenza della Corte Ue sul caso Mediaset-Vivendi attribuendo all'Agcom potere di veto su possibili operazioni. Nel dettaglio l'emendamento prevede un regime transitorio di 6 mesi durante i quali, invece di far scattare gli automatismi previsti dal Tusmar (il Testo unico che impone delle soglie di partecipazione a chi opera sia nelle tlc che nei media), l'Agcom potrà avviare un'istruttoria".
berlusconi bollore vivendi mediaset
MEDIASET: LEGA VOTA CONTRO EMENDAMENTO IN COMMISSIONE
(ANSA) - I componenti della Lega in Commissione Affari Costituzionali al Senato hanno votato contro l'emendamento anti-scalata al dl Covid. Lo si apprende da fonti parlamentari.
DL COVID:CANGINI, PRIMA I FRANCESI È NUOVO SLOGAN SALVINI?
goffredo bettini gianni letta. giuseppe conte
(ANSA) - "La realtà supera la finzione e svela la vacuità di certa retorica politica. In commissione Affari costituzionali del Senato, la Lega ha appena votato contro la norma che difende le aziende nazionali di telecomunicazioni da scalate straniere (caso Mediaset-Vivendi). Matteo Salvini, evidentemente, ha cambiato slogan: da "prima gli italiani" a "prima i francesi". Lo ha scritto su Facebook il senatore di Forza Italia Andrea Cangini.
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