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Carlo Solimene per “Il Tempo”
Da «granaio» di voti a polveriera. La Campania per Forza Italia rischia di trasformarsi nell’esempio più chiaro di quello in cui si sta trasformando il partito di Berlusconi: ufficialmente compatto gioiosamente dietro l’ex premier, in realtà attraversato da faide dilanianti.
E così, nel giorno in cui il Cav interviene telefonicamente a una manifestazione del candidato sindaco di Napoli Gianni Lettieri per rinnovargli il sostegno azzurro, in Forza Italia si fanno sempre più visibili alcuni malumori per l’assetto regionale del partito. Al centro delle polemiche ci sarebbe la nomina di Maria Rosaria Rossi a commissario di FI a Caserta, avvenuta appena un mese fa. La senatrice non avrebbe perso tempo e si sarebbe messa al lavoro per cambiare volto al partito, con una vera e propria rivoluzione «generazionale».
armando cesaro e francesca pascale
Peccato che non a tutti sarebbe andato giù il suo attivismo. A Caserta, ad esempio, l’asse stretto dalla Rossi con l’attuale presidente della Provincia Angelo Di Costanzo avrebbe di fatto isolato il predecessore Domenico Zinzi. «Uno che vale ventimila voti, non bruscolini» spiegano esponenti locali di Forza Italia, «non possiamo permetterci di perderlo, specie dopo l’addio di Michele Schiano (consigliere regionale passato a febbraio in Scelta Civica, ndr), un altro con tantissime preferenze». Anche l’idea della Rossi di consegnare il ruolo di capolista per le prossime comunali a Vittorio Romano, marito di Noemi Letizia, avrebbe destato qualche perplessità.
E così i maggiorenti campani del partito, sentitisi depotenziati, si sarebbero messi al lavoro per cercare un confronto con Berlusconi e, in assenza di segnali confortanti, sarebbero pronti a guardare ad Ala, il progetto politico di Denis Verdini, che tra le sue fila può vantare già diversi «cosentiniani» come Vincenzo D’Anna.
Ma chi sono al momento i più irrequieti? I rumors campani inseriscono tra gli scontenti il senatore Domenico De Siano (il voto dei verdiniani a Palazzo Madama ha contribuito a evitargli gli arresti domiciliari per un’inchiesta sulla gestione dei rifiuti) e, un po’ a sorpresa, anche Armando Cesaro. A sorpresa perché il figlio di Luigi «’a purpetta» Cesaro era considerato, fino a qualche settimana fa, tra gli esponenti azzurri più vicini a Francesca Pascale, «regina» con la Rossi del famigerato «cerchio magico» berlusconiano. Invece ora Cesaro jr e la Pascale non parlerebbero neanche più a telefono. Legatissimo alla Rossi, sarebbe invece l’eurodeputato Fulvio Martusciello.
Il rischio maggiore è che il nervosismo serpeggiante tra le varie anime del partito azzurro si tramuti in una debacle alle prossime amministrative. Se ciò dovesse verificarsi, Berlusconi potrebbe rimettere mano a tutta la catena di comando regionale del partito e a pagare potrebbe essere proprio il coordinatore regionale De Siano. A quel punto, al suo posto potrebbe ambire anche Maria Rosaria Rossi, in virtù della vicinanza a Berlusconi e, soprattutto, a Francesca Pascale.
VITTORIO ROMANO E GIOVANNI TOTI
BERLUSCONI - FRANCESCA PASCALE - NOEMI LETIZIA - VITTORIO ROMANO
Ma perché la gestione del partito in Campania fa così gola a tanti? Perché è tra Napoli e Caserta che Forza Italia, a dispetto della crisi, vanta ancora consensi vicini a quelli dell’epoca d’oro. Mettere le mani sulla composizione delle liste in vista delle prossime Politiche significa garantirsi alcuni tra i (pochi) seggi sicuri che il partito può ancora assicurare in Parlamento. Sempre che gli esponenti con maggiori preferenze vestano ancora la casacca azzurra. Verdini è già pronto ad accoglierli a braccia aperte, e non è escluso che i contatti siano già stati avviati.
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