DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Carlo Tarallo per Dagospia
vincenzo de luca conferenza citta della scienza 1
“Ora tocca a noi?, tocca a tutti noi, maggioranza ed opposizione, lavorare sodo per il popolo campano!!!”. Basterebbe questo post su facebook del capogruppo di Forza Italia in Campania, Armando Cesaro, per sintetizzare il clima che si respirava ieri a Napoli, Centro Direzionale, nell’aula del consiglio regionale, riunitosi per la prima volta dopo la vittoria di Vincenzo De Luca. Una “prima” tutta all’insegna del volemose bene, tra l’emozione dei neoeletti e il sorriso di chi la sa lunga dei veterani, e la maschera dello sceicco di Salerno che assisteva, imperturbabile, al suo trionfo.
Trionfo è stato, senza se e senza ma: la nuova presidente del consiglio regionale è Rosetta D’Amelio, Pd, deluchiana doc, che da consigliere anziano ha gestito la delicata fase del pre-insediamento, tutta all’insegna delle polemiche sulla Legge Severino, tra sospensioni e sospensioni delle sospensioni, convocazioni e sconvocazioni, polemiche, esposti, denunce, e ricorsi al Tribunale.
L’hanno votata tutti, la D’Amelio, o quasi: un solo voto è mancato all’unanimità (oltre il suo) e quel voto non proveniva dall’opposizione ma, probabilmente, da un malpancista di centrosinistra. Per il resto, tutti baciarono la sposa, compresi M5S e centrodestra. A partire da Stefano Caldoro, ex governatore debuttante tra i banchi dell’opposizione, e Forza Italia, che non vede l’ora di ristabilire in Campania un bel clima di “pacificazione regionale”.
Del resto, a Cesaro jr non mancano i buoni consiglieri, a partire da papà Luigi. Giggino ‘a Purpetta, volpone della politica campana e nazionale, deve aver messo del suo nella svolta moderatissima del rampollo e dei berlusconiani: inutile continuare la guerra, del resto c’è da mandare avanti la baracca.
Una baracca costruita in 5 anni di potere del centrodestra e di “inciucio” quasi perenne col Pd, e si comprende bene che ora il tentativo sia quello di invertire semplicemente i ruoli: Vincenzo De Luca sul trono e Forza Italia a fare l’opposizione “dialogante”, con la possibilità sempre e comunque di mettersi d’accordo sulle singole situazioni.
Del resto, le manovre di “riposizionamento” non si contano, e in molti tra i lottizzati dal centrodestra nelle centinaia di posizioni di rilievo di quell’immenso poltronificio che è la Regione Campania, partecipate comprese, sperano di mantenere incarichi e privilegi e già si inchinano al passaggio dello sceicco, dopo averlo dipinto, in campagna elettorale, come il diavolo in persona.
LUIGI CESARO - FRANCESCA PASCALE
Lui, Vincenzo De Luca, se la spassa: il suo discorso è (ci mancherebbe altro) di grandissima apertura verso le opposizioni, all’insegna del “tutti uniti per la Campania, al di là dei partiti”, e del resto dei partiti, a partire dal Pd, lo sceicco sa di non potersi fidare. Il “patto della Polpetta” a lui sta benissimo, basta che non gli si mettano i bastoni tra le ruote. Non ci riescono, per ora, neanche i grillini: il tentativo di “scambio” col Pd sulla vicepresidenza fallisce miseramente, Pd e Forza Italia si aiutano a vicenda nelle votazioni per l’ufficio di presidenza e per Valeria Ciarambino, leader del M5S in Campania, è ora di leccarsi le ferite…
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