PATTO CRIMINALE - SE LA ’NDRANGHETA E LA MAFIA BULGARA INVECE DI FARSI LA GUERRA PER IL CONTROLLO DEL NARCOTRAFFICO SI ALLEANO, ALLORA SO’ CAZZI - LA PIÙ POTENTE PIOVRA DELLA DROGA IN EUROPA AVEVA A DISPOSIZIONE UNA PICCOLA FLOTTA DI CATAMARANI PER L’IMPORT DI COCAINA DAL SUDAMERICA: 30 PERSONE IN MANETTE E 6 TONNELLATE DI “NEVE” SEQUESTRATA - AVEVANO LA CENTRALE OPERATIVA A MILANO E A FIUMICINO STOCCAVANO LA COCA…

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Paola Vuolo per "il Messaggero"

Mafia bulgara e 'ndrangheta calabrese: un sodalizio criminale diventato una multinazionale del narcotraffico. Un'organizzazione che disponeva di una piccola flotta di catamarani e barche a vela, dove viaggiavano tonnellate di cocaina dal Sudamerica in Europa, è stato scoperto dai carabinieri del Ros nella maxi operazione «Magna Charta», che ha fatto finire in carcere 30 persone in Europa. Sei tonnellate di droga sequestrata, sette trafficanti arrestati in Lombardia, Piemonte e Veneto, e altre manette scattate in Bulgaria, Spagna, Olanda, Slovenia, Romania, Croazia, Finlandia e Georgia, con l'aiuto delle forze di polizia locali. E c'è anche il mistero sulla scomparsa di due skipper torinesi ingaggiati per le traversate.

A gestire tutte le fasi del traffico era l'organizzazione criminale bulgara, che prendeva ordini da Evelin Banev, esperto nella lotta greco-romana, erede della vecchia mafia che negli anni '80 si era impadronita della rotta balcanica. Della distribuzione in Italia si occupava una cellula piemontese della 'ndrangheta riconducibile alle cosche di Rosarno e alla famiglia Bellocco.

Le indagini scattano nel 2005, e partono dal Piemonte, dove i carabinieri scoprono che una cellula della 'ndrangheta calabrese si rifornisce di droga da un'organizzazione criminale bulgara. La centrale operativa è Milano, dove c'è un corriere che l'organizzazione chiama, «il ragazzo della città grande», e l'aeroporto romano di Fiumicino è un crocevia per lo stoccaggio della cocaina.

Gli investigatori del Ros scoprono che il clan bulgaro gestisce una vera flotta di catamarani, motovelieri e grandi barche a vela che stazionano tra le isole Baleari e le Canarie per poi raggiungere i punti di scambio con altre navi nella zona dei Caraibi. La droga approdava nei porti della Spagna e del Portogallo, e da qui inviata nel resto dell'Europa.

Dalle intercettazioni telefoniche disposte dal Tribunale di Milano su richiesta della Procura Antimafia, gli investigatori guidati dal comandante del Ros Giampaolo Ganzer e dal vice, il generale Mario Parente, viene fuori che in soli due anni l'organizzazione ha incassato 50 milioni di euro. E grazie alla cooperazione internazionale di Polizia e di Eurojust, viene individuata ad Alicante, sulle coste balcaniche, un'altra base operativa del sodalizio. Scattano i primi arresti, finiscono in carcere corrieri bulgari che arrivano dall'aeroporto dominicano di La Romana e avvengono i primi sequestri di droga negli scali di Milano e Amsterdam.

Secondo gli inquirenti, il trasporto sulle imbarcazioni è curato dai fratelli Fabio e Lucio Cattelan, sono loro che arruolano gli skipper e trovano le imbarcazioni con i doppifondi per nasconmdere la cocaina. Il 14 febbraio febbraio 2007 viene intercettato a 100 miglia a nordovest dell'arcipelago di Madeira, il veliero Blaus VII, e sequestrati oltre 2000 chili di cocaina.

Le indagini patrimoniali internazionali rivelano che alcuni componenti dell'organizzazione hanno depositato nelle banche svizzere 10 milioni di euro, che sono stati sequestrati. Il ministro dell'Interno bulgaro Tsvetan Tsvetanov ha espresso il suo, «compiacimento per l'eccellente lavoro svolto e la proficua cooperazione realizzata con l'Italia e l'Arma dei Carabinieri». Gli inquirenti italiani sottolineano, «l'inedita complicità di gruppi della criminalità italiana con i sodalizi bulgari, in grado di accedere a primari canali di approvvigionamento, investendo enormi capitali».

 

 

CATAMARANO PER IL TRAFFICO DI DROGADROGA NDRANGHETACOCAINA SEQUESTRATA COCAINA