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FOX DOSSIER: IL CERCHIO SI STRINGE - L'EX SOSTITUTO ANTIMAFIA ANTONIO LAUDATI SAREBBE PRONTO A RISPONDERE AI PM DI ROMA - INSIEME CON IL FINANZIERE PASQUALE STRIANO, LAUDATI E’ INDAGATO PER ACCESSO ABUSIVO A SISTEMI INFORMATICI E BANCHE DATI - INNESCATO DA UNA DENUNCIA DEL MINISTRO DELLA DIFESA GUIDO CROSETTO, IL QUADRO CHE È EMERSO È INQUIETANTE: 40 MILA RICERCHE. SPIATI ANCHE I CONTI CORRENTI E I 740 DI SANTANCHÈ, LA RUSSA, VERDINI, RENZI, TOTTI E IL PRESIDENTE DELLA FEDERCALCIO GRAVINA – FINORA LAUDATI SI È DIFESO TIRANDO IN BALLO, TRA LE RIGHE, ANCHE IL SUO VECCHIO PROCURATORE, FEDERICO CAFIERO DE RAHO: SE LE ATTIVITÀ FOSSERO STATE SLEGATE DALLA LOTTA ALLA MAFIA, PERCHÉ ALLORA NON È STATO MAI SEGNALATO DAI MIEI SUPERIORI?

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1.LAUDATI SARÀ SENTITO DA PM ROMA SU ACCESSI A BANCHE DATI -

Articolo da www.ansa.it

 

Antonio Laudati

Sarà sentito martedì prossimo dai magistrati di Roma, l'ex sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, Antonio Laudati, coinvolto nell'indagine sugli accessi abusivi alle banche dati della Procura nazionale antimafia.

 

Secondo quanto si è appreso l'interrogatorio dovrebbe svolgersi presso la Procura generale e non è chiaro se sia stato lo stesso Laudati, difeso dall'avvocato Andrea Castaldo, a chiedere di essere sentito o se si tratti di un'iniziativa del pubblico ministero.

Sembra comunque che l'ex sostituto procuratore sia pronto a rispondere al magistrato per chiarire la vicenda.

   

PASQUALE STRIANO

Il procedimento penale, come noto, è stato trasmesso dal procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, a Roma, a seguito di una eccezione di incompetenza sollevata dalla difesa Laudati e accolta prima dal giudice delle indagini preliminari, poi dal Tribunale del Riesame di Perugia, sulla scorta di una recente sentenza della Corte di Cassazione.

 

Il Riesame di Perugia, inoltre, si era anche pronunciato sull'appello del pubblico ministero teso ad ottenere la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Laudati (dopo il rigetto da parte del gip), ritenendolo infondato. Interpellato in merito all'interrogatorio, l'avvocato Castaldo non ha rilasciato dichiarazioni, non confermando né smentendo la notizia dell'interrogatorio.

 

2. ANTONIO LAUDATI: IL GIUDICE ANTIMAFIA INDAGATO PER DOSSIERAGGIO CONTRO POLITICI, VIP E IMPRENDITORI

Articolo del 1 Marzo 2024 di Alessandro D’Amato per Open.online - Estratti

 

antonio laudati 4

Il giudice antimafia Antonio Laudati è indagato a Perugia per accesso abusivo a sistemi informatici e banche dati. Ma anche di falso e di divulgazione di informazioni riservate, insieme al maresciallo della Guardia di Finanza Pasquale Striano. L’indagine risale al 3 agosto scorso da una segnalazione del ministro della Difesa Guido Crosetto.

 

Oltre a lui, tra le vittime di dossieraggio ci sono Daniela Santanchè, Ignazio La Russa, Denis Verdini, Matteo Renzi, Francesco Totti e il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina. L’inchiesta parte dalle cosiddette SOS, ovvero le segnalazioni di operazioni sospette che Bankitalia riceve ed elabora per segnalare reati finanziari.

 

guido crosetto ad atreju foto lapresse 3

Secondo l’ipotesi dell’accusa si sono verificati episodi di dossieraggio ai danni di politici, vip, imprenditori e sportivi. Spiati anche i conti correnti e i 740 delle vittime. Laudati è attualmente sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia. Da procuratore capo di Bari indagò sul filone delle ragazze offerte a Berlusconi da Giampi Tarantini.

 

[…]

 

La storia dell’indagine parte proprio dalla Dna. Che riceve per motivi d’ufficio dagli istituti bancari e dagli operatori finanziari le Sos, ovvero le segnalazioni. Molto spesso si tratta di semplici dichiarazioni su passaggi non usuali di denaro o depositi di preziosi e gioielli.

 

federico cafiero de raho foto di bacco (2)

Non si tratta di documenti che di per sé rappresentano prove decisive, ma soltanto possibili spunti per indagini che a volte rivelano operazioni perfettamente lecite.

 

Crosetto ad agosto ha denunciato in seguito a un articolo del quotidiano Domani che parlava dei compensi ricevuti da parte di Leonardo e altre aziende di armi italiane. Le indagini della procura di Roma hanno portato a individuare quale autore di alcuni accessi a banche dati pubbliche ritenuti da magistrati presumibilmente non leciti Striano, in forza al nucleo di polizia valutaria della capitale ma distaccato al gruppo Sos. A Laudati invece vengono contestati quattro casi di dossieraggio. […]

 

3. DOSSIER, LA DIFESA DI LAUDATI: “TUTTI I MIEI ATTI FIRMATI DAL PROCURATORE ANTIMAFIA”

Articolo del 1 marzo 2024 di Giuliano Foschini e Fabio Tonacci per Repubblica.it – estratti

 

antonio laudati 3

[…] Esiste un secondo livello nell’inchiesta sugli spioni di Perugia? Il luogotenente Pasquale Striano ha, davvero, fatto tutto da solo? O invece, come ha ipotizzato il procuratore Raffaele Cantone, qualcuno potrebbe averlo spinto, indirizzato o aiutato?... Il pm della Direzione nazionale antimafia Antonio Laudati è indagato insieme con Striano. Era il suo superiore nell’ormai famoso ufficio Sos.

 

Era colui che, dunque, avrebbe dovuto controllarlo e indirizzarlo. E, invece, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe commesso a sua volta dei reati confezionando illecitamente almeno quattro dossier. Si tratta di informative, tecnicamente “atti di impulso” (una su un affare immobiliare a Santa Severa, la seconda sul presidente della Federcalcio Gravina, e due vicende legate al riciclaggio di denaro nelle squadre dilettantistiche e nel mondo dei procuratori sportivi) che secondo l’accusa Laudati non doveva inviare alle procure distrettuali.

 

CAFIERO DE RAHO

Sono infatti questioni non legate alla criminalità organizzata, che esulano dal perimetro delle materie di cui si occupa la Dna. Laudati potrebbe aver avuto interessi personali a lavorarle. Una ricostruzione questa che, però, l’ex procuratore capo di Bari ha rispedito al mittente. Se infatti il suo avvocato, Andrea Castaldo, ha ripetuto in queste settimane che «il ruolo di Laudati è sempre stato quello nell’ambito delle sue funzioni», il magistrato si è sfogato con le persone a lui vicine per rivendicare la correttezza dei suoi comportamenti. «Non c’è mai stato nulla che ho fatto per ragioni personali», ha detto.

 

«Sulla base di accertamenti pre-investigativi ho dato impulso ad attività che poi sono sfociate in procedimenti. E, soprattutto, tutto quello che è uscito dalla Direzione nazionale antimafia aveva la firma del procuratore nazionale». In sintesi il suo ragionamento è: se le attività fossero state slegate dalla lotta alla mafia, perché allora non è stato mai segnalato dai miei superiori?

 

Le 40 mila ricerche di Striano

GLI INCONTRI DI PASQUALE STRIANO CON ALTRI INDAGATI

A essere tirato in ballo, pare di capire, è il vecchio procuratore, Federico Cafiero De Raho. Ma anche il diretto superiore di Laudati, il magistrato Giovanni Russo (ora promosso e passato al Dap) che in tutti questi anni non si è mai accorto di ciò che accadeva nell’ufficio Sos e delle 40.000 ricerche fatte da Striano, molte volte «con leggerezza», «alla carlona», per usare le parole dello stesso luogotenente in un colloquio con un quotidiano: la sua difesa mediatica visto che a differenza di Laudati ha scelto per il momento di non rispondere alle domande dei pm.

 

«Ma non potevamo accorgerci di tutti quegli accessi», spiegava Laudati ancora già in estate, quando il caso era esploso, perché secondo lui l’ufficiale li faceva, per la maggior parte, non dagli uffici e dalle reti della Dna, ma dai server del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, da dove era stato distaccato alla Direzione nazionale antimafia.

 

Il “mercato delle informazioni”

GAETANO PECORARO INTERVISTA PASQUALE STRIANO - LE IENE 2

Il passaggio non è neutro. Ma certifica anche un secondo step dell’inchiesta di Perugia. Come ha spiegato Cantone, e come ha ripetuto il procuratore nazionale Giovanni Melillo nell’audizione in Parlamento e al Copasir, il “mercato delle informazioni” non si è fermato con Striano. Altre segnalazioni di operazioni sospette (Sos) sono state pubblicate dai giornali. E soprattutto altre informazioni riservate sono transitate nei corridoi e nelle stanze della politica e della Finanza.

 

Questo significa che i canali di fuoriuscita non erano soltanto in via Giulia. Anzi. L’Autorità delegata, Alfredo Mantovano, ha convocato la scorsa settimana una riunione a Palazzo Chigi per discutere della sicurezza delle reti con tutti gli attori principali (dai Servizi a Bankitalia).

 

Le intrusioni interne

antonio laudati 2

Il quadro che è emerso è inquietante: se possono essere considerate sicure dagli attacchi esterni, le reti non sono in grado di proteggersi dalle intrusioni interne. È troppo facile cancellare gli accessi o arrivare a informazioni che invece non sarebbero consentite.

 

Sarebbe necessaria una ristrutturazione delle reti non realizzabile in tempi brevi e soprattutto «non con i modi a cui sono abituati» ragiona una fonte che sta lavorando al dossier. «Abbiamo visto il nuovo software che dovrebbe servire a digitalizzare il processo e ci siamo messi le mani nei capelli…». Ecco perché al momento si è pensato a dei controlli periodici dei superiori sugli uffici più esposti, per verificare il tipo di ricerche. E contestualmente un lavoro a campione per verificare se ci sono ufficiali di polizia giudiziaria che effettuano troppi accessi.

 

 

guido crosetto sergio mattarella festa delle forze armate foto lapresse CAFIERO DE RAHO