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“PER VINCERE SAREBBE UTILE NASCESSE UNA FORZA MODERATA DEL CENTROSINISTRA, MA LA MIA CASA RESTA IL PD” – FRANCESCHINI, DOPO AVER INTORBIDITO LE ACQUE, ALLONTANA LE VOCI DI UNA SUA USCITA DAL PD MA INTANTO BRIGA CON RENZI (CHE SCALZO' ENRICO LETTA DALLA SEGRETERIA GRAZIE AL TRADIMENTO DI SU-DARIO) PER METTERE INSIEME I CENTRISTI (DALLE PARROCCHIE DI RUFFINI AI CIVICI DI ONORATO, DA +EUROPA A AZIONE) E RAGGIUNGERE IL 10% - MA E' SOLO UN BAU-BAU PER IMPAURIRE ELLY SCHLEIN: FRANCESCHINI, CHE TRADI' BONACCINI PER ISSARE L'IGNOTA GRUPPETTARA CON TRE PASSAPORTI, OGGI NON CONTA PIU' NIENTE, LA SUA CORRENTE AREA DEM NON C'E' PIU' E RENZI NON E' PER NIENTE CONVINTO DI UN NUOVO PARTITO (LE SCISSIONI PORTANO SFIGA, SI VEDA IL 2% DI ITALIA VIVA. CHI SI RICORDA DI API DI RUTELLI?) -  PER SMINARE LE AMBIZIONI SBAGLIATE DI ELLY CHE SOGNA DI ESSERE IL CANDIDATO PREMIER ALLE POLITICHE 2027, I DUE EX DC LE CONTRAPPONGONO LA SINDACA DI GENOVA, SILVIA SALIS – SARA’ FRANCESCHINI A SFERRARE A PALAZZO MADAMA L'ATTACCO CONTRO LA RIFORMA NORDIO: “QUESTO È UN NUOVO PAPEETE. MELONI VUOL PRENDERSI I PIENI POTERI, NON GLIELO CONSENTIREMO”  

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RENZI E FRANCESCHINI SONO A LAVORO PER CREARE UN NUOVO PARTITO DI CENTRO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Niccolò Carratelli Ilario Lombardo per “La Stampa”  - Estratti

dario franceschini (5)

 

Dario Franceschini conferma: «Penso che per vincere sarebbe utile nascesse una forza moderata del centrosinistra, che unisca e rafforzi un'area troppo frammentata». Come ha scritto La Stampa, l'ex ministro ed ex segretario del Pd ha messo a disposizione di questo progetto centrista la sua esperienza e il suo intuito politico, in asse con il leader di Italia Viva Matteo Renzi.

 

Questo non significa, ma nessuno lo ha mai ipotizzato nell'articolo, che Franceschini sia pronto a salutare il Pd: «Vorrei prevenire i retroscena estivi – scrive sui social – è evidente che la mia casa è e resterà il Partito democratico guidato da Elly Schlein».

 

Precisazione quasi superflua in sé, ma ritenuta necessaria, evidentemente, per tranquillizzare la segretaria e i suoi fedelissimi, sempre molto guardinghi rispetto alle mosse sottotraccia di Franceschini, a maggior ragione se collegate a quelle di Renzi, che ha apertamente dichiarato il suo impegno nel montaggio della «tenda» riformista.

 

franceschini renzi

Franceschini ha il suo bel da fare a rassicurare chi comanda ora al Nazareno di non avere intenzioni ostili. Anzi, che l'obiettivo sia quello condiviso da Schlein, consapevole della necessità di "coprirsi" al centro, dal punto di vista elettorale, dopo aver riportato (rivendicandolo) il Pd più a sinistra.

 

D'altra parte, Franceschini e Renzi sono i primi a sapere che il tempismo in politica è tutto, e dunque sanno che non possono per adesso mettere in discussione il desiderio della segretaria Pd di guidare la futura coalizione di centrosinistra da candidata premier. Questo tema verrà affrontato più avanti, anche in base ai vincoli imposti dalla legge elettorale.

FRANCESCHINI CASINI E RENZI SE LA RIDONO

 

Ma non c'è dubbio che sia Franceschini sia Renzi (che pure mesi fa aveva dichiarato di vedere Schlein come premier, «a condizione che prenda più voti» degli alleati) si stiano portando avanti, evocando più volte la sindaca di Genova Silvia Salis.

 

Una dinamica interessante perché, al di là dei nomi e della loro sostenibilità sul lungo periodo, indica come esista una domanda di leadership nella vasta area del centrosinistra. Il profilo di Salis piace, non solo a Franceschini e a Renzi, ma non si vuole bruciarla. La stessa sindaca ha spiegato a chi l'ha contattata negli ultimi giorni di volersi concentrare su Genova, che amministra da meno di due mesi.

SILVIA SALIS CON MATTEO RENZI

 

Ma, intanto, anche lei guarda con attenzione allo sviluppo di un'area civica, che può contare su un crescente numero di amministratori. Ci sarà anche un consigliere comunale della lista Salis, infatti, tra i 200 partecipanti all'incontro di domani in un hotel del Lido di Fermo, nelle Marche considerate la partita decisiva da vincere alle Regionali d'autunno. Ci sarà il candidato del centrosinistra, Matteo Ricci, anche lui sostenuto da diverse liste civiche nella sua coalizione extralarge con 19 sigle.

 

casini franceschini castagnetti intonano bianco fiore

A organizzare la riunione è Alessandro Onorato, assessore ai Grandi eventi del Comune di Roma, che un mese fa aveva già riunito un gruppo di amministratori civici in un albergo dei Parioli per lanciare questo progetto politico, con probabile assemblea costituente in autunno.

 

Un percorso benedetto da Renzi e da Franceschini (e da Goffredo Bettini), perché va nella stessa direzione, quella di aggregare. In questo senso, un altro interlocutore è Ernesto Maria Ruffini, l'ex direttore dell'Agenzia delle entrate, che mesi fa tutti davano come futuro federatore del "nuovo centro" e poi si è un po' perso per strada.

 

Da settimane gira l'Italia per presentare il suo libro e ha fatto nascere da Nord a Sud i comitati "Più uno", possibile struttura di un movimento politico verso il 2027

 

alessandro onorato evento roma cambia migliora l’italia (3)

A dargli una mano c'è il calabrese Nicodemo Oliverio, democristiano di lungo corso, già braccio destro di Franco Marini ai tempi dell'Ulivo, e segretario organizzativo della Margherita. A metà giugno era alla festa per gli 80 anni di Pierluigi Castagnetti e in tutte le foto appare subito dietro a Franceschini e a Casini, mentre intonano l'inno della Dc.

 

Politico di ampie relazioni e anello di congiunzione tra civici di area cattolica, visto che di recente è diventato il capo di gabinetto di Stefania Proietti, presidente dell'Umbria. Lei che, a sua volta, è tra i promotori di una "Rete civica solidale", dalla forte impronta pacifista, insieme all'eurodeputato dem Marco Tarquinio, al deputato Pd e leader di Demos, Paolo Ciani, più altri sindaci. La carica dei civici sta prendendo velocità, mentre alcuni partiti che insistono in quell'area attendono di capire meglio.

 

michela di biase dario franceschini

Più Europa, come i renziani, ha già scelto il centrosinistra. Mentre altri sono più diffidenti, a cominciare da Carlo Calenda, che vuole tenere Azione fino all'ultimo fuori dai due schieramenti, continuando a coltivare l'ambizione di un centro autonomo. Stesso ragionamento che fa Luigi Marattin, che ha ben altri piani per il suo partito Liberaldemocratico

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L'AFFONDO DI FRANCESCHINI "È IL PAPEETE DELLA PREMIER" 

Giovanna Vitale per “la Repubblica” - Estratti

 

Nell'ora più buia, quella in cui la destra compirà il passo decisivo per tradurre in realtà il sogno di Silvio Berlusconi — indebolire la magistratura per assoggettarla, in prospettiva, all'esecutivo — toccherà a Dario Franceschini prendere la parola a palazzo Madama.

 

Restio a concedersi se non in casi d'emergenza, sarà lui a sferrare in aula l'attacco più duro contro la riforma Nordio che, usando a pretesto la separazione delle carriere, mira a demolire uno degli architravi del nostro sistema democratico.

 

dario franceschini (4)

Lui, l'ex segretario del Pd, a denunciare il disegno eversivo del governo e della sua leader: «Questo è un nuovo Papeete», si legge fra gli appunti che il senatore sta stendendo in queste ore, «Giorgia Meloni vuol prendersi i pieni poteri, ma noi non glielo consentiremo, ci opporremo con tutte le nostre forze allo scempio della Costituzione».

 

È l'urlo che darà ufficialmente il via alla battaglia referendaria in programma nei primi mesi del ‘26, dopo gli ultimi due passaggi parlamentari previsti entro fine anno. Uno snodo cruciale per la legislatura: se la premier dovesse perdere il referendum, come già accadde a Renzi, nessuno è pronto a scommettere che proseguirà fino a scadenza naturale. A quel punto le elezioni anticipate sarebbero più di un'opzione. Buona ad aprire un'altra partita. Ed è proprio su questo scenario che s'innesta l'altro, più interno.

 

 

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