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(ANSA) Il governo di François Bayrou affronta oggi alle 17:30 la prova della mozione di sfiducia. Che non sarà adottata dalla maggioranza dei deputati ma che chiarirà il ruolo chiave dei socialisti nel sostenere o meno l'esecutivo.
Sono stati i radicali di sinistra de La France Insoumise - che continuano ad insistere per le dimissioni di Emmanuel Macron - a presentare la 150/a mozione di sfiducia verso un governo nella Quinta repubblica, insieme con alcuni deputati ecologisti e qualche comunista. Nessuno dei 66 deputati socialisti ha messo il proprio nome sulla richiesta mentre nel partito si discuterà fino all'ultimo sul valore attribuito alle concessioni del governo, in particolare sulle pensioni.
Bayrou ha annunciato di voler riportare "in cantiere" la contestata riforma che porta da 62 a 64 anni l'età pensionabile, un "conclave" di 3 mesi con la partecipazione delle parti sociali, convocate fin da domani. Nel PS si discuterà fino alle 15, orario di inizio della discussione in aula della mozione, sulla quale si comincerà a votare alle 17:30, con i risultati che saranno annunciati mezz'ora più tardi.
Ieri, nuove concessioni ai socialista da Bayrou, che differentemente da quanto annunciato nel discorso programmatico in Parlamento di due giorni fa, ha precisato che anche senza un accordo fra le parti sociali al termine dei 3 mesi, non si tornerà automaticamente alla riforma in vigore ma ci sarà un passaggio in Parlamento. In extremis, il premier ha annunciato anche la rinuncia al taglio di 4.000 posti nel settore Educazione nazionale, annunciati dal predecessore Michel Barnier.
"I conti non tornavano ieri e non tornano ancora oggi", ha avvertito il capo dei senatori socialisti, Patrick Kanner. Il voto si annuncia quindi decisivo per capire il posizionamento dei socialisti, che se non voteranno la sfiducia sanciranno di fatto la loro uscita dal Nuovo Fronte Popolare con ecologisti e France Insoumise. Il governo andrà però comunque avanti, dal momento che per sfiduciare Bayrou non ci saranno - per ora - i voti determinanti del Rassemblement National di Marine Le Pen: i suoi dirigenti hanno infatti già annunciato che i deputati non appoggeranno la mozione della gauche e non contribuiranno dunque al raggiungimento della necessaria quota 288.
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