DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Maurizio Caverzan per la Verità
Buongiorno Carlo Freccero: per l' Italia è una buona giornata quella che vede la nascita del governo pentaleghista?
«L' esatta meteorologia di questa giornata la si conoscerà tra un po' di tempo. Oggi è ancora presto».
La facevo più ottimista.
«Sono molto ottimista perché fino a poco tempo fa le domande della politica riguardavano l' austerità. Ovvero, cosa tagliare nella spesa pubblica per rispettare il fiscal compact. Oggi la domanda è: si può cancellare il debito pubblico?».
Roba da far imbiancare i capelli ai tecnocrati europei.
«In verità non si tratterebbe di una cancellazione vera e propria. Ma, come ha spiegato l' economista Claudio Borghi, di una sottrazione del debito incardinato nella Bce dal rapporto tra Pil e debito pubblico».
giuseppe conte luigi di maio foto lapresse
Allo stato delle cose questa cancellazione non è ufficialmente nel contratto, almeno non nella sua stesura finale.
«No, certo, ma è un tema all' ordine del giorno. Noi pensiamo ai soldi come a qualcosa di concreto mentre sono semplici iscrizioni contabili. Basta riconoscere il fatto che il debito mondiale non è ripagabile perché non esiste sul pianeta un corrispettivo di ricchezza sufficiente».
Tornando in Italia, adesso il braccio di ferro è sui ministri, principalmente su Paolo Savona per la casella dell' Economia.
«La scelta di Savona rappresenta un' opportunità di lavoro su questi temi. Per il pensiero politicamente corretto le decisioni non competerebbero al popolo, ma alle élites e agli esperti. E la scienza per eccellenza sarebbe l' economia, anzi: il neoliberismo. In realtà, l' economia non è una scienza, come dimostrano le crisi prodotte dal neoliberismo stesso. Perciò occorre lavorare per trovare altre soluzioni».
Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha chiuso un occhio sul curriculum di Giuseppe Conte per poter alzare disco rosso su Savona?
«Credo che i servizi segreti avessero già fornito a Mattarella tutte le informazioni necessarie sul conto di Conte».
Riformulo la domanda: al Quirinale fa gioco un premier debole?
«Il premier è un amministratore delegato o direttore generale che deve attuare l' ordine del giorno che il Consiglio dei ministri elaborerà ogni settimana».
È Matteo Salvini l' uomo forte di questo governo?
«Mi sembra che Salvini e Luigi Di Maio siano molto in sintonia. C' è una complicità tra loro, dettata anche da elementi anagrafici e dal fatto che sono entrambi alla prima esperienza».
Con Savona e Giancarlo Giorgetti la squadra leghista è più attrezzata e competente di quella grillina?
«Vorrei ricordare due cose. La prima, che Gianroberto Casaleggio ha sempre invitato i 5 stelle a non occuparsi di macroeconomia per non cadere nell' ideologia. La seconda, che la Lega attraverso Alberto Bagnai, Borghi e altri economisti di autorevoli siti ha sempre ragionato sulla messa in discussione dei regolamenti dell' Unione europea. L' Europa si è costituita come organismo economico con l' euro, ma non ha strutture politiche in grado di prendere decisioni democratiche in quanto tutte le decisioni derivano a priori dai trattati. Da qui il sovranismo: per un sovranista la sovranità non riguarda solo le scelte democratiche del Paese, ma anche l' aspetto monetario».
L' antieuropeismo di questo governo ci porterà ai dazi come nell' America di Donald Trump?
«No, anche il presidente americano ha più volte evidenziato che i trattati europei portano vantaggi a un' unica parte: la Germania. In quanto al fatto che sia più seria, efficiente e ligia di noi nel pagare i debiti, dobbiamo ricordare che la sua ripresa economica nasce dalla cancellazione del colossale debito nell' immediato dopoguerra. Un fatto che la povera Grecia aveva cercato di far notare durante la sua crisi».
Quanto dobbiamo temere la crescita dello spread?
«Non siamo nel 2011, quando ci fu il complotto contro Silvio Berlusconi.
L' impennarsi dello spread non è più una novità. Temo però che troveranno un' altra forma di tortura. Ma oggi la maggioranza del Paese è coesa contro gli speculatori sulle sofferenze».
Governo del cambiamento e nascita della Terza repubblica: c' è arrosto sotto questi slogan?
«Ovviamente siamo sempre nella prima repubblica perché la Costituzione è invariata. Ma ora siamo entrati in una terza fase. La prima è stata quella dei partiti, la seconda quella dell' audience maggioritario, la terza è quella della democrazia della convergenza mediatica.
Quanto al governo del cambiamento, lo diranno i risultati».
In questo cambio di sistema si avverte una sorta di vuoto d' aria, una turbolenza che scuote l' aereo. È solo colpa della narrazione dei grandi giornali?
«Siamo in presenza di uno stato di afasia. I grandi media stentano a comprendere che cosa stia realmente accadendo».
Nelle critiche al contratto ci sono solo le resistenze dell' establishment italiano ed europeo o anche qualche comprensibile preoccupazione relativa alle coperture finanziarie del piano economico?
«Capisco che ci sia preoccupazione, ma rispondo con una piccola parabola. Immaginiamo una famiglia appesantita dai debiti: per rientrare può scegliere di risparmiare o di guadagnare di più.
Ipotizziamo che scelga la via del risparmio senza limiti.
Dopo poco tempo i suoi componenti, affamati e impoveriti, non sarebbero più in grado di lavorare. Viceversa alcuni investimenti che migliorassero la qualità della vita permetterebbero impieghi migliori, più efficienza e possibilità di guadagno superiori».
Conte è un premier debole?
«Non lo sappiamo, lo verificheremo giorno per giorno. Spero sia un grande lavoratore».
Ho sentito che lo ritiene telegenico
«Mi sembra di sì. Ho solo il dubbio che tinga i capelli».
Che scenari futuri intravede?
«Il compito è tanto arduo da far tremare i polsi. Ma se Lega e M5s sono capaci di rispondere alle aspettative degli elettori e d' imparare rapidamente come funziona la macchina pubblica, questa alleanza potrà durare dieci anni».
Anche perché in presenza di opposizioni in crisi d' identità.
«Oggi la politica ha tempi più veloci rispetto al passato perché il consenso si comporta come l' audience. Potrebbero rapidamente coagularsi nuove formazioni politiche».
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