RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
Il Movimento non trova pace. Non si è ancora chiuso un fronte - quello del possibile strappo con Rousseau, con tanto di strascichi legali - che già se ne apre un altro. Altri addii all'orizzonte: trenta-quaranta parlamentari sono sul piede di guerra per le incertezze sul loro percorso politico e su quello del M5S. I malumori stanno iniziando a emergere pubblicamente, a partire dall'incontro che si è tenuto ieri. L'assemblea dei deputati pentastellati - come preannunciato - ha segnato la fine di un'era: quella dei versamenti da 300 euro mensili alla piattaforma di Davide Casaleggio.
Vito Crimi ha lanciato la rendicontazione forfettaria obbligatoria per tutti a partire dalle spese del mese di aprile: «1.500 per la restituzione alla collettività e 1.000 euro per il Movimento» (mensili, ndr ), ha annunciato il «capo politico».
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«Due settimane fa è stato aperto un conto corrente bancario a nome del M5S. L'obiettivo è dare al Movimento quella capacità economica che gli consenta di sostenere direttamente le spese per la piattaforma tecnologica, per la formazione, di dotarsi di uno strumento di comunicazione proprio, una segreteria organizzativa che si occupi di gestire non solo gli iscritti ma anche le relazioni con i comuni, le comunicazioni interne, coordinare la formazione delle liste per le amministrative», ha spiegato Crimi. Su un futuro utilizzo di Rousseau da parte del M5S, il senatore non ha chiuso la porta, ma quasi.
«La risposta non può essere sì o no» per le questioni in via di definizione. Tuttavia Crimi, che sta valutando una diffida nei confronti dei Rousseau, ha puntualizzato che la piattaforma «deve essere gestita in totale autonomia dall'associazione politica Movimento 5 Stelle, nei contenuti e nella forma, deve rispondere all'esigenza di essere funzionale al perseguimento dell'azione politica del M5S e non del soggetto terzo che la mette a disposizione, qualunque esso sia».
Nell'assemblea si è parlato anche della ricerca della sede (individuata una location nei pressi di Montecitorio). «È importante che tutti abbiano consapevolezza che per avviare questa nuova macchina serve un forte impulso» e «anche risorse economiche iniziali importanti. Attraverso il nostro conto potremo cominciare a fare anche raccolte fondi», ha detto Crimi. Ma la parole del «capo politico» (come è stato definito dal direttivo della Camera) non hanno convinto una buona fetta dei deputati. Le inquietudini in seno al gruppo stanno montando.
Il silenzio di Giuseppe Conte sta facendo da volano a malumori che rischiano di portare a nuovi strappi. Diverse decine di deputati e senatori meditano l'addio. «A che servono i mille euro? Per quale progetto? Chi mi assicura che io ne farò parte?», si chiede un deputato. Come lui molti altri. In assemblea le tensioni emergono.
La sottosegretaria Mirella Liuzzi sottolinea come per la prima volta si stia puntando sul finanziamento del partito anziché sui progetti per i cittadini e rivendica la necessità di un progetto chiaro. «A scatola chiusa non accetto nulla. Sia Conte a comunicarci queste cose, con la nuova organizzazione», rimarca Filippo Gallinella. C'è chi ipotizza «azioni concrete» nei prossimi giorni. In questo clima Conte si appresta a parlare ai parlamentari oggi e domani.
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