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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
FUKSAS TRANSFORMER! “VEDO I GRILLINI TELECOMANDATI E DICO: ARIDATECE BERLUSCONI!” - VIVA IL NANO DI ARCORE! “HA SLANCI DI GENEROSITÀ CHE SONO GENUINI. TEMPO FA BERLUSCONI MI TELEFONA E MI REGALA UNA POLTRONA LETTO PER IL DECORSO POST OPERATORIO, CAPITO IL TIPO?” - "SGARBI MI HA DATO DEL LADRO, LUI CHE È UN PREGIUDICATO PER TRUFFA AGGRAVATA. L'HO QUERELATO E HA PERSO''
Antonello Piroso per la Verità
taglio del nastro della nuvola raggi fuksas veltroni renzi rutelli
Massimiliano Fuksas, romano il cui bisnonno era un mercante lituano di religione ebraica, è una vera archistar cosmopolita, per usare un neologismo già obsoleto.
Nella classifica dei 50 maggiori studi di architettura italiani, stilata in base al fatturato 2016, il suo non è al primo posto (in testa c'è la società One Works di Leonardo Cavalli e Giulio De Carli, che ha scalzato Renzo Piano).
Ma, piaccia o non piaccia, Fuksas è un brand riconosciuto a livello internazionale, a capo - insieme alla moglie Doriana - di un' impresa con sedi a Roma, Parigi, Shenzen (Cina), Los Angeles.
È appena tornato da Mumbai, in India, dove stanno pensando di fare un secondo aeroporto.
Vuole accaparrarsi il progetto pure lì?
«Io non mi sono mai accaparrato un bel nulla. Ho vinto sempre e solo concorsi. Quasi tutto il lavoro, a parte qualche cliente privato (come l' emiro del Qatar per cui ho realizzato una dimora di 35.000 metri quadrati a Doha), passa da lì, dai concorsi».
Con sua moglie ha completato la trilogia degli Armani stores: l'Honk Kong chater house, la Tokyo Ginza tower, Fifht avenue. E poi: la sede operativa e il nuovo centro ricerche della Ferrari a Maranello. I nuovi archivi nazionali di Francia. Il terminal 3 dell' aeroporto internazionale di Shenzen in Cina. L' avveniristico auditorium a Tblisi in Georgia. E potrei continuare. Però in Italia rischia di essere ricordato per le polemiche legate a due opere, la Nuvola di Roma e la Torre di Torino, e ai compensi ottenuti.
«Facciamo un po' di chiarezza. A Roma vinco il concorso nel 2000. I lavori sono iniziati nel 2006, e l' inaugurazione c' è stata nel 2016. Lei crede che se fosse dipeso esclusivamente da me, ci avrei messo 16 anni? Perché a un certo punto siamo rimasti tre anni fermi? Perché hanno deciso che bisognava fare le cucine, non previste (nei centri congressi si usa il catering), il che comportava una variante, e via di questo passo. Il tutto all' ombra di una società per azioni, l' ente Eur, al 90% del Tesoro e al 10% del Comune, unico esempio al mondo di una società carrozzone dello Stato che governa un pezzo di un quartiere cittadino. Se uno poi la va a vedere, e scopre per esempio che dentro la Nuvola, "sospesa" dentro al palazzo, c' è un teatro di 1800 posti, rimane stupito, perfino il mio amico Renzo Piano mi ha detto: "Ma come hai fatto?"».
Non discuto e non contesto: ma la parcella da 24 milioni di euro alle orecchie del comune cittadino suona piuttosto onerosa, sia pure per 16 anni di lavoro.
«Siamo uno strano Paese. Perché se parliamo dei compensi di un avvocato, un notaio, un chirurgo, un allenatore o un giocatore di calcio, non ci si stupisce, mentre il problema sarebbero i miei presunti guadagni? E dico presunti perché magari fossero tutti miei. Il compenso comprende gli onorari degli studi di ingegneristica e di impiantistica, e gli stipendi dei dipendenti, il tutto si porta via il 60%. Sul resto ci sono le spese e le tasse. Certo, c' è anche la direzione artistica dei lavori, che solo in Italia si vede come un' anomalia. All' estero nessuno si sogna di chiederti un progetto e poi di estrometterti dalla fase realizzativa. Si chieda piuttosto perché in Cina l' aeroporto lo abbiamo fatto in tre anni. E perché i lavori alla Fiera di Milano, un milione di metri quadri di acciaio e vetro, in 26 mesi!».
Anche a Torino le contestazioni riguardano la parcella, 22 milioni.
«Stesso discorso, stessi lavori a singhiozzo. Scelgono il mio progetto per la torre più alta d' Italia, pensato in acciaio, e decidono di volerlo fare in cemento. Poi, con il cambiamento politico in Regione Piemonte, quando a Mercedes Bresso, e al triangolo cooperative-Monte Paschi di Siena-Pd, subentra Roberto Cota, i lavori si fermano perché bisogna coinvolgere imprese vicine alla Lega. Poi per risparmiare subappaltano le vetrate agli spagnoli, che fanno oltre 700 vetri sbagliati, che si "sfogliano". Poi nel frattempo l' impresa che deve fare l' opera fallisce. Devo continuare? Alla fine ci siamo fatti causa a vicenda, io alla Regione e viceversa, ma alla fine ci siamo accordati, e la mia direzione avviene a titolo gratuito».
Vittorio Sgarbi c' è andato giù pesante nei suoi confronti.
«Siamo alle comiche. Mi ha dato del ladro, lui che è un pregiudicato per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, visto che era un assenteista cronico. L' ho querelato e ha perso. I soldi che ho preso li ho girati alla Fondazione Veronesi. E comunque non mi sento in imbarazzo per il mio lavoro. Ricordo sempre le parole che mi disse Frank Gehry (uno degli architetti più influenti sulla scena internazionale, ndr): "Fai tutto quello che devi, e se hai successo non te ne vergognare. L' importante è che non venga dalle cattive azioni". E sono sempre di sinistra perché continuo a ritenere che questo sia un mondo pieno di intollerabili ingiustizie e che queste vadano combattute».
azzedine alaia massimiliano fuksas
Lei è appassionato di politica...
«Sempre meno. Siamo un paese profondamente conservatore, invochiamo i cambiamenti e poi ritorniamo sui nostri passi. Il referendum poteva essere un' occasione per smuovere la palude, perché da qualche parte bisogna pur cominciare, ma l' abbiamo sprecata».
Non crede che la personalizzazione impressa da Matteo Renzi alla consultazione abbia pesato non poco?
«Di certo Silvio Berlusconi e Romano Prodi, che è in pista per rimettere insieme i cocci del centrosinistra, con tutti i loro difetti risultano più inclusivi. Le dirò di più: mentre sento sempre più gente che non sa cosa votare alle prossime elezioni, e neppure se andrà alle urne, ci sono elettori del centrosinistra così delusi che potrebbero votare, e non so quanto la loro sia una boutade, Berlusconi. Del resto, se uno guarda al M5s e ai grillini, tutti selezionati in serie da un algoritmo, ma di cui si vede la mancanza di studio e preparazione - e ciò nonostante mi dicono che Virginia Raggi sia in crescita nei sondaggi, mah -, alla fine uno si dice: "Mi tengo Renzi". O magari anche: "Aridatece Berlusconi"».
Che dal 1994 ha seppellito politicamente un lungo elenco di avversari: politici del fronte avverso ma pure di quello proprio, nonché giornalisti e tribuni del popolo.
«È indubbiamente un combattente, ma il suo tratto antropologico distintivo è il suo essere seduttivo, il suo voler piacere a tutti. E ha slanci di generosità che sono genuini perché lui è così. Voglio raccontarle un episodio. Tempo fa ho avuto un problema di salute. La vicenda ha del rocambolesco. Parto per la Cina perché ho un importante appuntamento. Atterro e vado direttamente al meeting. Terminato il quale, sfinito, mi dirigo verso l' albergo, ma inciampo e cado pesantemente di faccia sull' asfalto. Sono una maschera di sangue. In albergo si adoperano per un primo intervento, vogliono portarmi in ospedale, ma io dico: riportatemi in aeroporto, torno in Italia. E, senza dormire, salto sul primo volo, faccio 3 ore di scalo a Dubai, arrivo a Roma e mi faccio ricoverare dove trovo già un' equipe di specialisti schierata.
Mi fanno tutti gli esami del caso per vedere se ci siano complicanze, e, toh, cosa salta fuori? Che ho un aneurisma di 5 centimetri dell' aorta toracica».
Lei non si era mai accorto di nulla?
«I sintomi sono pressoché nulli. Mi devono operare. Nelle more, incontro Gianni Letta cui racconto la situazione e lui si offre di parlarne a Berlusconi visto che ormai in campo medico ha sviluppato conoscenze e esperienze grazie ai diversi acciacchi di cui è stato vittima. Berlusconi mi telefona, mi dà una serie di indicazioni come un vero esperto, e poi si offre di regalarmi una poltrona letto per il decorso post operatorio, che lui stesso ha sperimentato e che gli ha consentito di dormire senza accusare alcun disturbo o fastidio. Capito il tipo?».
Gentile, ma forse si era dimenticato della rissa da lei scatenata in un ristorante romano quando si è trovato davanti Guido Bertolaso, scelto all' inizio da Berlusconi come candidato a sindaco di Roma nel 2016.
«L' ha scelto ma poi l' ha fatto risedere in panchina. Comunque stiamo parlando del 2010. Doriana ed io siamo a cena con una coppia di amici.
A un certo punto, entra Bertolaso, che io neppure vedo.
Ad accorgersi della sua presenza in sala è stata Doriana, che ha fatto una serie di battute. Dalla tavolata accanto, si sono alzati dei signori che con fare minaccioso ci hanno intimato di smetterla, non si capiva bene neanche a che titolo. Abbiamo appurato in seguito che si trattava di un palazzinaro che forse voleva farsi bello con Bertolaso. In ogni caso la nostra era legittima difesa».
albergo lama di fuksas accanto alla nuvola
Con tanto di lancio di una formaggiera?
«Macché, non avevamo nemmeno preso la pasta, ma è vero che abbiamo tirato quello che avevamo a portata di mano per respingere l' aggressione. Bertolaso intanto si era nascosto sotto un tavolo».
L' essere così pugnace non le ha impedito di costruire la Casa della Pace che a Jaffa, in Israele, ospita il Center for peace voluto da Shimon Peres.
«C' è un' immagine cui sono particolarmente legato: Peres e io fotografati di schiena, l' uno con il braccio sulla spalla dell' altro, mentre guardiamo il mare. Mi ha insegnato che i sogni realizzati nel passato devono essere inferiori a quelli da realizzare nel futuro. E io continuo a crederci».
E in Dio, ci crede?
«Non ho il dono della fede. Preferisco definirmi agnostico. Le dirò che quando ho sbattuto la faccia a terra, mi sono fatto visitare e mi hanno trovato l' aneurisma, mi sono detto: e se non fosse stato un caso? Se fosse stato mio padre, che ho perso quando avevo 6 anni, a darmi una spinta?
In oriente pensano che nell' universo ci sia un palpito divino. Nel dubbio, sa come si dice: non è vero, ma ci credo».
mancini alemanno e fuksas
Fuksas
Fuksas e i manifestanti
Massimiliano Fuksas e Walter Veltroni
alemanno fuksas
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