RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Alberto Simoni per “la Stampa”
I leader del G7 sono seduti attorno a un tavolo tondo per il pranzo di lavoro, Boris Johnson chiede se è consentito levarsi la giacca: «Così mostriamo i muscoli a Putin». Risata generale ed è il premier canadese, Justin Trudeau, il più rapido nell'afferrare l'assist del britannico e a ironizzare: magari andiamo a cavallo a torso nudo. Come nella celebre immagine di qualche anno quando Putin si faceva riprendere in versione macho.
Passa qualche ora e i leader sono schierati uno a fianco all'altra, giacca e camicia senza cravatta (l'unica donna, uscita di scena Angela Merkel, è Ursula von der Leyen). Sullo sfondo le Alpi bavaresi. Non serve domare un cavallo a torso nudo per proiettare l'impressione di forza e compattezza. Questa giace nel messaggio che i Grandi lanciano parlando dal podio a due destinatari: al nemico di oggi, Vladimir Putin, e al rivale di domani, Xi Jinping, confidando che resti incasellato in questa definizione ed eviti tentazioni belliche taiwanesi. Il nome di Xi non entra nelle dichiarazioni, quello di Putin invece rimbomba sempre sin da quando Biden al mattino commentando i missili su Kiev parla di «un altro gesto barbaro».
g7 in germania foto dei leader
Uno dopo l'altro parlano il padrone di casa Olaf Scholz, il regista del piano di battaglia Joe Biden, e via Ursula von der Leyen, Charles Michel, il premier giapponese Kishida, Trudeau e Mario Draghi.
«Quando le democrazie si uniscono - gongola Biden - sono imbattibili». Nello scenario del Castello di Elmau, sotto un sole caldo e lontani venti chilometri da una Garmish blindata per una manifestazione di protesta più rumorosa che numerosa, i leader rinsaldano la strategia sull'Ucraina - «sostegno finanziario, umanitario, militare e diplomatico fin quando serve», si legge nella bozza delle conclusioni del vertice - in attesa di sentire cosa chiederà stamane in collegamento Zelensky. Un antipasto lo ha fornito il ministro degli Esteri Kuleba chiedendo ulteriori sanzioni al G7, oltre alla stretta sull'import di oro su cui la Ue esita.
Washington invece la varerà ufficialmente domani. Costerà, ha detto Blinken, 19 miliardi di dollari a Mosca. Quindi i leader sfidano la Via della Seta cinese con un mega piano di investimenti (Partnership for Global Infrastructure and Investment) da 600 miliardi di dollari in un lustro che andranno a sostenere progetti infrastrutturali, di sviluppo sostenibile, sanitari, per colmare il divario digitale e per coniugare ambiente ed energia, nei Paesi a medio e basso reddito.
Dall'Africa all'America Latina, passando per l'Asia del Pacifico. L'idea era stata annunciata e messa in cantiere lo scorso anno al G7 in Cornovaglia, alcuni progetti sono stati avviati, in Senegal o in Sud Africa, per esempio, ma ieri è giunto l'imprimatur ufficiale. Biden è il motore politico, l'America stanzierà 200 miliardi, l'Europa con 300 miliardi stacca l'assegno più cospicuo. Draghi è sintetico ed efficace quando spiega che Ue e Usa hanno il record di vaccini consegnati ai Paesi poveri, sono primi per distacco. Ma ora «dobbiamo far sì che queste nazioni possano produrli sul loro territorio».
g7 in germania johnson scholz biden
I 600 miliardi serviranno da volano per generare ricchezza e sviluppo e coinvolgeranno anche il settore privato. Per il presidente Usa è l'inveramento della sua visione duale, democrazie versus autocrazie. Lo dice con gesto misto fra l'orgoglio per aver completato il piano, e la sfida a Mosca e Pechino: «Quando le democrazie si uniscono e dimostrano quello che sanno fare possono vincere ogni competizione».
g7 in germania ursula von der leyen
La sfida si gioca sulle tecnologie e sulla condivisione dei dati, così il leader Usa ha l'occasione per accennare alla cybersecurity e al 5G spiegando che il progetto globale delle democrazie punta a «rinforzare l'uso di tecnologie sicure così che i nostri dati on line non possano essere sfruttati dagli autocrati per consolidare il potere e reprimere i loro popoli». In un briefing con i giornalisti poche ore prima un funzionario della Casa Bianca aveva denunciato le pratiche coercitive della Via della Seta cinese nella quale i Paesi beneficiari di aiuti finiscono imprigionati nella trappola del debito.
Il G7 ragiona su un terreno opposto. Non è però la carità, spiega Biden, a muovere i Grandi, ma ragioni «economiche e di sicurezza». Una fonte della Casa Bianca sollecitata su questo aspetto ha riconosciuto che la Cina è avanti nel suo piano, ma «siamo in tempo per recuperare, Biden non ha perso tempo». Nel progetto - ha riconosciuto - rientrerà anche l'Ucraina, su cui il G7 ha trovato compattezza. Non era scontato, viste le divergenze sull'approccio da avere con Putin. Ma già al mattino Biden e Scholz, nel bilaterale che ha aperto i lavori bavaresi, avevano concordato sul proseguire il sostegno a Kiev inviando armi; e Macron e Johnson avevano ribadito che «non è il momento di negoziare». Per Blinken, Putin ha fallito poiché non ha raggiunto gli obiettivi strategici. Parola ora a Zelensky.
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