renzi burattino obama

LA GAFFE DELL'AMBASCIATORE USA PHILLIPS VOLUTA DA OBAMA - I CONSIGLIERI ALLA SICUREZZA NAZIONALE HANNO CONVINTO ''L'ABBRONZATO'', SU INPUT DEI NOSTRI SERVIZI, CHE RENZI RAPPRESENTA UN ARGINE CONTRO L'ISIS - MATTEO TEME DI PERDERE IL REFERENDUM ED HA CHIESTO A TUTTI GLI APPARATI DELLO STATO DI DIFENDERLO

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

RENZI OBAMARENZI OBAMA

Dagonota

 

Giorni frenetici per i nostri apparati di sicurezza. Matteo Renzi teme di perdere il referendum, così mobilita ogni risorsa dello Stato pur di restare ancora a Palazzo Chigi. E fra queste risorse, ci sono anche i servizi segreti.

 

I nostri 007, già impegnati a garantire la sicurezza dei parà in Libia, stanno girando il mondo come trottole. Ai loro referenti internazionali raccontano delle difficoltà di impiantare un ospedale nel deserto libico, della resistenza dell'Isis in Irak (diga di Mosul); e, soprattutto, di come il governo Renzi rappresenti un argine contro il terrorismo del Daesh.

BEN RHODES E OBAMABEN RHODES E OBAMA

 

Simili scenari sono arrivati anche alle orecchie di Ben Rhodes, vice di Susan Rice, responsabile della Sicurezza nazionale. Che le hanno riferito ad Obama.

 

Nasce da queste preoccupazioni l'endorsment dell'ambasciatore americano Phillips, imboccato direttamente dai Consiglieri per la Sicurezza della Casa Bianca, e non dal Segretario di Stato. E sempre da queste preoccupazioni nasce l'invito (un po' a sorpresa) di Matteo a cena alla Casa Bianca.

 

l ambasciatore americano john r phillips (3)l ambasciatore americano john r phillips (3)

A torto od a ragione, in via strumentale o per rischi concreti, l'amministrazione americana s'è convinta che il premier cazzaro stia diventando un argine contro il terrorismo dell'Isis. E per questi motivi, arriva il sostegno un po' grossier (in quanto improvvisato) della White House a Renzi.

 

Nel mondo dei servizi, la fiducia è tutto. Una cosa è certa: se gli americani si dovessero accorgere che le informazioni ricevute dagli omologhi italiani fossero solo frutto di un'azione politica partita da Palazzo Chigi per vincere il referendum, per Matteo si metterebbe male davvero.