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GONG! FELTRI ANCORA ALL’ATTACCO DI BRUNETTA: “UN CHIHUAHUA CHE ABBAIA MA NON MORDE” - “LUI CANDIDATO AL NOBEL? UNA BARZELLETTA. COME POLITICO NON HA COMBINATO NULLA, UN FALLITO” - "DI MAIO? CON “RENZI-PINOCHET HA PERSO UN’OCCASIONE PER TACERE. REFERENDUM? SE VINCE IL NO, RISCHIO CAOS”

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Da “La Zanzara - Radio 24”

FELTRI BRUNETTAFELTRI BRUNETTA

 

Vittorio Feltri, direttore di Libero, ancora all’attacco di Renato Brunetta, capogruppo alla Camera di Forza Italia. A La Zanzara su Radio 24 Feltri dice: “Sono riuscito a farlo abbaiare. Brunetta è come i cihuahua. Abbaia alle mosche, ma non le becca mai”.  “Ha detto che abbiamo pubblicato dei libri insieme – dice Feltri – ma il problema è che lui non ne ha mai scritto uno. Non li scriveva lui. E poi leggere un suo libro è una condanna”. Una volta ha detto che stava per vincere il Nobel, dicono i conduttori: “Stava per vincere il Nobel? Se era in corsa si vede che è arrivato in ritardo.

 

Forse è uno scherzo o una barzelletta”. “Brunetta – aggiunge Feltri -  non ha combinato nulla, come gli altri dirigenti di Forza Italia, un partito che è passato dal 30 al 10 per cento. Dunque tecnicamente Brunetta è un fallito, non come uomo ma come politico, non avendo realizzato nulla. Forse il termine fallito si usa di più nel commercio, ma in questo caso calza perfettamente”.

 

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“Lui ha lavorato 20 anni per Berlusconi  – dice ancora Feltri – io cinque. Sarei felice di farmi dare dei soldi senza dare in cambio niente. Purtroppo questa cosa non mi è riuscita. Berlusconi mi ha dato molto, ma io ho dato più a lui. A lui è riuscito il miracolo di non combinare nulla in 20 anni e di continuare a campare egregiamente grazie a Berlusconi. Da questo punto di vista è stato più bravo lui”

 

2. VITTORIO FELTRI A RADIO CUSANO CAMPUS

Da “Radio Cusano Campus”

 

Vittorio Feltri, direttore di Libero, è intervenuto su Radio Cusano Campus, l'emittente dell'Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG; con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

 

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Vittorio Feltri ha parlato del delicato rapporto che a Roma si sta instaurando tra la sindaca Virginia Raggi e parte della stampa: "In fin dei conti la signora Raggi non ha tutti i torti. Noi giornalisti da sempre aspettiamo le disgrazie degli altri per poterle descrivere, il nostro mestiere è quello di raccontare che è l'uomo che morde il cane e non il cane che mordo l'uomo. La Raggi ha ragione, ma mi sembra strano, anzi ridicolo, che si stupisca che i giornalisti facciano il loro mestiere.

 

I pentastellati non sono abituati a stare sulla scena, a volte si sentono a disagio. Tutti noi ci auguriamo che la Raggi riesca a fare il sindaco di Roma, ma se non fosse capace ad amministrare la capitale, anche a costo di ripetere le elezioni, dovrebbe dimettersi e lasciare il posto a qualcun altro. Dobbiamo pazientare però, è ancora troppo presto per dare dei giudizi, non abbiamo ancora materiale a sufficienza per promuovere o bocciare la sindaca".

 

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Vittorio Feltri sui presunti poteri forti che complottano contro il Movimento: "I poteri forti non li conosco, anzi ci sono soltanto dei poteri deboli in giro. Tanto è vero che l'Italia non riesce a combinare niente, e non credo che questo sia dovuto a qualche potente che metta i bastoni tra le ruote a sindaci, ministri e politici in generale. La situazione italiana è difficile da gestire per tutti, Roma è nei guai da 30 anni, non da tre mesi, pretendere che la Raggi risolva tutto in pochi giorni mi pare velleitario".

 

 

Vittorio Feltri sulle Olimpiadi Vittorio Feltri è categorico: "Ormai tutti cercano di svincolarsi dalle Olimpiadi, non le vuole più nessuno. Cercano di rifilarcele, mi domando dove potremmo andare a prendere i soldi per organizzare una manifestazione del genere. Servirebbero degli impianti importanti, servono strutture che noi non abbiamo non solo a Roma ma nemmeno a Milano, per non parlare di Napoli.

 

DI MAIODI MAIO

Le Olimpiadi rischiano di diventare una mangiatoia, non ho mai visto dei giochi che abbiano davvero giovato alle casse dei paesi che li hanno ospitati. Atene è andata in malora a causa delle Olimpiadi, noi dobbiamo anche combattere contro i ladri, la corruzione e ci mancano i capitali. E' un momento di crisi, come facciamo a pensare di fare le Olimpiadi? Mi pare una cosa folle, su questo sono d'accordo con i grillini".

 

Vittorio Feltri sul referendum. il direttore di Libero Vittorio Feltri precisa: "Non so se Renzi riuscirà a restare in sella dopo il voto. Mi limito a considerare che questa vicenda del referendum è stata buttata in politica, non è più un referendum sulle riforme ma è un referendum su Renzi. Questo ha snaturato la materia del referendum, è sbagliato. Non so che succederà, io personalmente penso che il Senato non doveva essere modificato così come è accaduto ma andasse completamente abolito. Poi, però, gli altri quesiti referendari mi trovano d'accordo. Sul titolo V che toglie poteri alle regioni, che oggi sono diventate delle associazioni a delinquere, io sono favorevole. Per questo voterò sì.

 

Non per Renzi, del quale non mi importa nulla. Che rimanga o meno a Palazzo Chigi non mi riguarda, non mi interessa. Certo è che qualora vincessero i no ci troveremmo in una situazione paradossale. Servirebbe un'altra legge elettorale, passerebbe del tempo, il rischio è che arrivi un altro governo ammucchiata in attesa che venga approvata una legge elettorale che consenta di andare a votare.

 

vittorio feltrivittorio feltri

Se vincesse il no rimarrebbe il Senato vecchio e con l'attuale legge elettorale sarebbe impossibile votare in un modo alla Camera e nell'altro al Senato. C'è il rischio caos.  Andremmo verso la solita ammucchiata che, l'esperienza ci insegna, non produce niente di buono".

 

Vittorio Feltri sulla gaffe di Di Maio: "Ha paragonato Renzi a Pinochet e ha sbagliato, Pinochet non era certamente venezuelano. Poi ha corretto, ma quando le cose non si conoscono perfettamente è molto meglio tenere la bocca chiusa. Ha perso un'occasione per tacere".

 

Vittorio Feltri su Parisi e il centrodestra: "Noi di Libero abbiamo scritto che Forza Italia è in difficoltà, perché è passata dal 30% dei consensi al 10'% e Parisi è una risorsa, perché ha dimostrato a Milano di poter competere anche con la Sinistra, tant'è che a Milano ha perso per pochi voti. Parisi ha delle capacità, o è lui a salvare Forza Italia o nessun altro. Però i colonnelli di Forza Italia, per invidia e altri motivi di carattere interno al partito, non lo vogliono e gli fanno la guerra. Questo è disdicevole".

RENZI E BOSCHIRENZI E BOSCHI