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«Al di là dei numeri, questa scissione – se confermata – complicherà la vita a tutti. Non giova certo a Berlusconi e Forza Italia, per carità. Non conviene a Fitto, che passa da 12 a 10 senatori. Ma rischia soprattutto di danneggiare Renzi. Che magari pensa di avere qualche voto in più in Aula, ma sa bene che a volte dinamiche del genere accelerano la fine politica». Così sostiene l’azzurro Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, nel giorno dello strappo di Denis Verdini.
Gasparri, partiamo da FI. Un bel danno, non le pare?
«Mah, guardi, in realtà perdiamo due o tre voti. Danneggiati, come le dicevo, ma meno degli altri. Per il resto si tratta di senatori che stavano in Gal o votavano già in difformità. C’è D’Anna, che un giorno è rivoluzionario e un altro sostiene che bisogna votare le riforme. Insomma, è chiaro che alcuni devono solo arrivare a fine legislatura. Gente che non ha futuro».
Non è comunque una bella notizia per l’ex Cavaliere.
«Sa per chi è invece una bella notizia? Per Civati, Fassina, Landini e Vendola: avranno un argomento polemico molto forte. E lo stesso vale per la sinistra del Pd, che già immagino gridare: “Va via Fassina e arriva Verdini!”».
Arriva Verdini in maggioranza e cambiano i numeri della maggioranza. Questo non conta?
«Ma ‘ndò va? La verità è che non ha una prospettiva. Ma questo Denis lo sa, mica nascerà mai il partito di Verdini. Né avremo quello di Verdini-Fitto-Alfano, modello Brasile contro Resto del mondo... Che fanno, dalle 8 alle 14 si oppongono a Renzi e dalle 14 alle 20 lo sostengono, con il premier che porta in Aula i provvedimenti più delicati la sera? Ma su, sarebbe una barzelletta politica».
Lei non si aspettava questa scissione?
«Sono un razionale e speravo che non si facesse. Anche perché restando in Forza Italia Denis avrebbe avuto un peso maggiore, spingendo per non chiudere il dialogo sulle riforme. Ora invece è un partner politico di Renzi, che un po’ si vergognerà di lui e un po’ si imbarazzerà. Insomma, lo considero un errore politico».
Resta un dato, Gasparri: l’ennesimo sodale storico di Berlusconi che molla Arcore. Non vi preoccupa?
«Come le ho detto, è sicuramente un segnale di debolezza. Però in politica bisogna guardare oltre l’immediato. Lei dice che ora siamo irrilevanti sulle riforme? Ma le cose mutano in fretta. E questa scissione potrebbe costare molto proprio a Renzi ».
(t.ci.)
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