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Alessandra Farkas per il "Corriere della Sera"
Il Washington Post l'ha buttata sull'ironico: «Benvenuti nel nostro secolo Boy Scout d'America! Era ora che vi guadagnaste il distintivo più importante: quello dell'imparzialità ». «Se anche voi capitolerete davanti al bullismo degli attivisti omosessuali sarà la fine», ribatte Tony Perkins, presidente del gruppo conservatore Family Research Council nel denunciare «l'ennesima vittima del compromesso morale».
A dar retta ai media, i giochi sono fatti. Dopo decenni di politiche ferocemente antigay che nel 2000 hanno difeso fino alla Corte Suprema, i Boy Scout d'America si sono convinti ad abolire la politica che chiude le porte agli omosessuali dichiarati. «Al momento i Boy Scout d'America stanno discutendo la possibilità di rimuovere le restrizioni sulla base dell'orientamento sessuale», dichiara un comunicato dell'associazione giovanile fondata nel 1910 dall'editore William D. Boyce, che dovrebbe essere votata dal comitato nazionale il prossimo 6 febbraio.
L'annuncio ha subito scatenato un acceso dibattito all'interno del gruppo che ha oltre 2,7 milioni di giovani iscritti. Alcuni genitori hanno minacciato di ritirare i propri figli se il bando verrà revocato. «La nostra è un'istituzione privata», tuona Rob Schwarzwalder, un papà della conservatrice Virginia che negli Scout ha i suoi gemelli 15enni. «Se qualcuno vuole aprire ai gay dichiarati, può fondare una propria associazione indipendente».
Ma anche di fronte allo spauracchio di defezioni, gli Scout sono in una botte di ferro. «La loro è una decisione motivata dal business», nota Patrick Boyle, autore del libro Scout's Honor, «molti importanti inserzionisti si erano ritirati dal ruolo di sponsor, proprio a causa delle politiche antigay degli Scout». Se il bando sarà abolito tornerà a iscriversi Hunter Kalat, un bambino di 9 anni figlio di due lesbiche sposate che aveva lasciato il gruppo per protesta quando 7 mesi fa era stato riaffermato il divieto d'iscrizione ai gay dichiarati.
Dopo la vittoria di Obama alle elezioni dello scorso novembre, i media americani hanno aperto un dibattito sulla natura obsoleta e impopolare della piattaforma sociale repubblicana in materia di armi, aborto, immigrazione e gay. Solo la settimana scorsa Obama è stato il primo presidente della storia Usa a usare il termine gay durante il discorso dell'inaugurazione.
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