DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1. LA TELEFONATA DI JOE A BIBI CHE HA EVITATO IL CAOS
Benedetta Guerrera per l’ANSA
E' stata una telefonata nel cuore della notte ad evitare che tutto il Medio Oriente prendesse fuoco, con esiti impensabili. Mentre l'attacco iraniano era ancora in corso e il mondo tratteneva il fiato, Joe Biden ha alzato la cornetta dalla Casa Bianca per chiamare Benyamin Netanyahu, rassicurarlo sull'incrollabile sostegno di Washington dopo gli attriti sulla guerra a Gaza ma avvertirlo altrettanto chiaramente che gli Stati Uniti non si sarebbero fatti trascinare in una guerra contro Teheran. E quindi non avrebbero sostenuto una contro rappresaglia israeliana.
attacco dell iran a israele cielo di gerusalemme
L'insuccesso dell'offensiva del regime iraniano - al 99% respinta dall'Iron Dome israeliano e dalle forze americane, britanniche, francesi e giordane - è "una vittoria" di Israele, un successo strategico che "dimostra la vostra capacità di difendervi dai vostri nemici" assieme agli alleati, è stato il messaggio che il commander-in-chief ha consegnato al vecchio amico Bibi nel tentativo (per il momento riuscito) di placarne la rabbia e prevenire una reazione contro l'Iran e i suoi alleati in Libano, Siria e Yemen.
Secondo fonti israeliane citate dal New York Times, proprio in seguito alla telefonata il premier israeliano avrebbe bloccato la ritorsione sollecitata dai falchi del suo gabinetto di guerra.
"Ogni discussione che ha avuto, ogni decisione che ha preso Biden erano volte ad evitare un allargamento del conflitto. Gli Stati Uniti non vogliono la guerra", ha spiegato in serata il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby. "L'Iran voleva provocare un grave danno ad Israele ma ha fallito grazie ai sistemi di difesa israeliani e dei loro partner", hanno sottolineato anche due alti funzionari dell'amministrazione americana in una telefonata con un gruppo ristretto di giornalisti.
Quanto ad un'eventuale controffensiva, l'amministrazione Usa ha spiegato che "le controparti israeliane ci hanno fatto capire che non vogliono un'escalation nell'area", ma il dialogo su "come procedere" dopo l'attacco dell'Iran "prosegue". Biden continua comunque ad insistere per la via della diplomazia, la sua preferita anche se ora più accidentata che mai, sulla quale sta cercando di portare il resto del mondo, a partire dai partner del G7, con i quali ha avuto una riunione di emergenza convocata dall'Italia.
"Condanniamo all'unanimità l'attacco senza precedenti dell'Iran contro Israele", hanno sottolineato i leader al termine del vertice, invitando "tutte le parti a dar prova di moderazione" ma avvertendo di essere pronti a prendere misure contro eventuali nuovi attacchi da parte del regime di Teheran.
JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU
L'appello alla calma è arrivato anche da Russia, Cina, Qatar, Egitto ed Emirati Arabi Uniti, mentre il Consiglio di sicurezza dell'Onu si è riunito in seduta straordinaria. Il ministero degli Esteri russo ha esortato "tutte le parti coinvolte a mostrare moderazione. Contiamo sul fatto che gli Stati regionali risolvano i problemi esistenti con mezzi politici e diplomatici". Le autorità di Pechino si sono dette preoccupate da una possibile escalation e hanno chiesto a tutti gli attori coinvolti "di esercitare moderazione". E stavolta anche la Turchia ha avvertito Teheran di evitare "ulteriore tensione nella regione".
2. LA LUNGA NOTTE DI JOE E BIBI "HAI GIÀ VINTO, FERMATI QUI"
Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”
[…] A Washington oggi si nota la compattezza del mondo arabo in questo frangente e mandarla in frantumi sarebbe un regalo a tutti i nemici regionali, da Hamas a Hezbollah e ovviamente all'Iran. Biden ieri ha parlato con il maggiore alleato, il re Abdullah di Giordania, e Blinken ha avuto una telefonata con l'omologo egiziano Sameh Shoukry e il turco Hakan Fidan, entrambi preoccupati per un'escalation.
iraniani festeggiano attacco a israele 11
Dentro l'Amministrazione, però, serpeggiano i dubbi sulla tenuta di Netanyahu, fino a quando terrà il piede pigiato sul freno? Due funzionari del Pentagono hanno espresso il loro scetticismo alla Nbc. Nei corridoi del Consiglio per la Sicurezza nazionale la fiducia verso Netanyahu è ai minimi, la gestione dell'invasione di Gaza in tutte le sue fasi ha complicato il rapporto.
I funzionari ammettono «che ci sono dei disaccordi evidenti» e qualcuno con La Stampa si lascia andare a un più colorito «la gestione della vicenda nella Striscia da parte di Israele è stata orribile» auspicando che sul fronte iraniano Netanyahu possa essere contenuto.
JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU
Anche se gli stessi funzionari alla domanda su come pensano che Israele possa rispondere se non «accontentarsi» della vittoria di cui ha parlato Biden, hanno risposto: «La questione non è solo se, ma cosa può fare Israele, e la decisione spetta a loro».
Israele, comunque, sarà difesa e viene ribadito che «non esiteremo – dice un alto esponente del governo Usa nel corso di una conference call con i giornalisti accreditati – ad agire per proteggere le nostre forze e a sostegno di Israele». La postura militare Usa resterà disposta per rispondere ad altre minacce.
[…] Washington attendeva una replica per il raid di Damasco più contenuta, la convinzione era che Teheran volesse «pareggiare i conti». Ma senza lo straordinario lavoro della difesa aerea (gli Usa hanno sparato con batterie in Iraq e dai caccia torpedinieri Carney e Arleigh Burke nel Mediterraneo) oggi la storia sarebbe quella di una disfatta.
«Teheran voleva arrecare danni seri» allo Stato ebraico, è l'analisi americana. A operazione conclusa, mentre ancora il team di Biden era nella Situation Room, da Teheran è giunto un messaggio che, in pratica, diceva che per l'Iran l'attacco era finito. […]
teheran iraniani festeggiano dando alle fiamme bandiere israeliane e statunitensiJOE BIDEN CON BIBI NETANYAHU IN ISRAELE
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