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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
LA GERMANIA NON HA CAPITO LA LEZIONE: DOPO LA DIPENDENZA DA PUTIN, VUOLE QUELLA DALLA CINA – SCHOLZ ANDRA’ IN VISITA A PECHINO A INIZIO NOVEMBRE, CON UNA DELEGAZIONE DI INDUSTRIALI TEDESCHI – IL CANCELLIERE NON HA INTENZIONE DI ALLENTARE I RAPPORTI ECONOMICI CON IL REGIME DI XI JINPING. ANZI, VUOLE VENDERE AL GIGANTE DELLA LOGISTICA CINESE “COSCO” IL 35% DI UNO DEI TRE TERMINAL DEL PORTO DI AMBURGO – LA TEDESCA VON DER LAYEN LANCIA L’ALLARME: “EVITIAMO UN ALTRO CASO RUSSIA, ATTENTI ALLE NOSTRE DIPENDENZE STRATEGICHE…”
Estratto dell’articolo di Gabriele Rosana per “il Messaggero”
«Dobbiamo stare molto attenti alle nostre dipendenze strategiche». Nelle ore in cui a Pechino Xi Jinping consolida la sua presa sul partito e sul Paese, a Bruxelles la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ammette che l'Europa ha imparato la lezione sull'eccessiva dipendenza dalle forniture energetiche russe e adesso è intenzionata a non ripetere gli stessi errori con la Cina.
A partire da materie prime, chip e tecnologie, fino alle infrastrutture chiave come i porti. Parole perentorie che finiscono per mettere all'angolo la Germania, a causa dei suoi legami sempre più evidenti con Pechino. Berlino ha infatti confermato che il cancelliere Olaf Scholz si recherà in visita di Stato in Cina a inizio novembre, accompagnato da una delegazione di industriali tedeschi, per quello che sarà il primo viaggio di un leader del G7 nel gigante asiatico dall'inizio della pandemia.
[…] Nel corso del Consiglio che si è concluso venerdì, e che si è occupato anche dei rapporti con la Cina, i leader […] hanno ribadito la necessità di evitare di stringere rapporti ravvicinati con i regimi autoritari in generale, e con il Dragone in particolare.
«La Cina ha interesse a dividerci, noi a restare uniti», ha liquidato la questione la premier estone Kaja Kallas. Il presidente francese Emmanuel Macron ha invece riconosciuto che «in passato sono stati commessi errori strategici, con la vendita di infrastrutture chiave alla Cina»: il riferimento è al porto del Pireo, in Grecia, oggi controllato da Pechino, ma tra le righe traspare l'irritazione Ue per un annuncio che è riecheggiato anche a Bruxelles, cioè la cessione del 35% di uno dei tre terminal del porto di Amburgo a Cosco, colosso di Stato cinese della logistica.
Scholz sarebbe pronto a tirare dritto e autorizzare la vendita, nonostante l'opposizione dei due partner di governo, verdi e liberali, oltre che della stessa Commissione, che avrebbe fatto pressioni su Berlino per stoppare l'acquisizione. E impedire alla Germania di ripetere con Xi gli errori fatti con Putin. […]
Il rischio è con il Dragone «dipendere dalle tecnologie e dalle materie prime. Le nostre priorità sono rafforzare le nostre capacità e diversificare l'approvvigionamento da fornitori affidabili». Nell'economia europea, infatti, litio e terre rare (di cui Pechino è leader globale di mercato) saranno sempre più importanti, alla base dell'avvento dell'elettrico e dei chip che alimentano la doppia transizione verde e digitale, dai pannelli fotovoltaici agli smartphone.
Tanto che, dopo l'Alleanza delle batterie, cinque anni fa, e il Chips Act, su cui si è messo in moto il treno legislativo Ue nei mesi scorsi, la priorità dell'Unione è adesso rendersi autonoma dalla Cina sulle materie prime critiche: la strategia passa dalle diversificazione dei fornitori (si guarda a Cile, Messico, Nuova Zelanda, ma pure India e Australia) e da recupero e riciclo in via sistematica dei componenti presenti negli apparecchi.
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