RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
1 – MIGRANTI, BERLINO LASCIA PERLA LINEA DURA ITALIANA SALVINI: «FACCIANO PURE»
Cristiana Mangani per “il Messaggero”
Una corsa in avanti, seguita da un chiarimento: la Germania non parteciperà più alla missione europea Sophia, per via dell' atteggiamento intransigente, o meglio «della linea dura» tenuta dal governo italiano riguardo alla questione migranti. Almeno per ora. Una decisione non da poco, che potrebbe mettere a rischio l' intera operazione, avviata nel 2015 per contrastare i trafficanti di esseri umani e la criminalità nel Mediterraneo.
I PORTI SICURI
La ragione più recente è quella del carico di disperati recuperati in mezzo al mare e riportati in Libia dalla Guardia costiera del paese africano, che ora minacciano di uccidersi piuttosto che rientrare nei centri di detenzione. Anche se la notizia di una possibile uscita della Germania dall' accordo circolava già da qualche giorno a Bruxelles, prima dell' ultimo intervento libico per recuperare i migranti.
Eppure l' Italia deve aver pensato che la posizione sarebbe stata rivista, che Angela Merkel è sempre stata una nostra buona alleata. Anche perché, se c' era qualcuno che aveva minacciato di far crollare l' intera operazione uscendo dall' intesa, era stato proprio il ministro Matteo Salvini, il quale ha lamentato sin dall' inizio che le regole in base alle quali gli sbarchi vadano fatti nel primo porto sicuro non potevano andare bene al nostro paese.
Tanto che ieri davanti alla notizia, diffusa dall' agenzia tedesca Dpa che ha citato fonti governative, ha reagito con la posizione di sempre: «La missione Sophia aveva come mandato di far sbarcare tutti gli immigrati solo in Italia e così ha fatto, con 50.000 arrivi nel nostro Paese. Se qualcuno si fa da parte, per noi non è certo un problema».
Infatti le discussioni per cercare una soluzione in questi ultimi mesi, non hanno dato alcun esito positivo. L' operazione Eunavfor Med è scaduta a dicembre ed è stata rinnovata fino a marzo 2019, nella speranza che qualcosa si muova. E la Germania si è mossa, ma non nel senso che avremmo voluto, visto che il dissenso manifestato dal Bundestag verso la nostra linea politica avvicina sempre di più il governo tedesco all' altro nemico del momento, ovvero alla Francia. Con il rischio evidente di un pericoloso isolamento in Europa.
IL PROCESSO POLITICO
Così ieri, non appena è circolata la notizia, tutto l' apparato militare italiano e la diplomazia si sono messi in movimento per cercare di trovare una soluzione. E in serata, da Berlino, è arrivata la comunicazione: «La nave Augusta non verrà sostituita a febbraio dalla nave Berlin - ha riferito il generale Eberhard Zorn alla Commissione difesa ed esteri - O almeno questo non dovrebbe avvenire». Mentre il portavoce del ministero della Difesa ha aggiunto: «L' invio della Berlin è solo temporaneamente sospeso. Il mandato della missione sarà prolungato dalla Ue a marzo e noi riteniamo che debba essere chiarito meglio quali siano i compiti della missione». La nave si terrà comunque pronta, e potrebbe essere nel Mediterraneo in seguito a una nuova decisione nel giro di 15 giorni.
«Per ora - ha evidenziato il portavoce - nel quartier generale di Sophia restano comunque i nostri uomini». Nel frattempo, Berlin sarà impiegata per esercitazioni Nato nel Mare del nord. «Nell' ultimo periodo - è ancora la comunicazione diffusa - i compiti di Sophia sono cambiati. La definizione chiara del mandato è un processo politico che spetta all' Europa». Su quanto pesi l' atteggiamento del ruolo italiano nell' accoglienza dei profughi, il portavoce ha affermato di non poter partecipare a «speculazioni».
La partita è dunque tutta da giocare. Resta aperto il nodo dei porti sicuri che l' Italia vorrebbe risolvere al più presto. In base agli accordi, la missione non ha un proprio regolamento sugli sbarchi delle persone salvate dai barconi, ma l' ha mutuato direttamente dalla vecchia missione Triton operata da Frontex. Il problema è che Triton considerava l' Italia l' unico Paese di sbarco. Ed è per questo che spetta direttamente a noi gestire gli sbarchi dei migranti salvati durante l' operazione Sophia.
In questi mesi, nella speranza di evitare che i nostri paesi costieri venissero sovraccaricati e che l' Italia fosse l' unica sponda nel Mediterraneo, il governo di Giuseppe Conte ha provato a modificare il regolamento. Ma la solidarietà europea tanto decantata da Bruxelles e dai partner Ue (compresi quelli di Visegrad), è finita nel momento in cui il nostro paese ha chiesto di non essere lasciato solo.
2 – COS’È LA MISSIONE SOPHIA E PERCHÉ LA GERMANIA VUOLE ABBANDONARLA
Da www.tpi.it
Sospensione temporanea dell’invio della nave Berlin per la missione Sophia. Dopo la firma ad Aquisgrana del Trattato franco-tedesco martedì 22 gennaio, accordo che apre una nuova fase delle relazioni tra l’Eliseo e la Cancelliera Angela Merkel, la Germania precisa che l’imbarcazione, uno dei mezzi parte di EuNavFor Med, non tornerà a breve nelle acque del Mediterraneo.
Un portavoce del governo tedesco ha commentato all’Ansa che “i compiti di Sophia sono cambiati” e che “la definizione chiara del mandato è un processo politico che spetta all’Europa”. Secondo l’agenzia tedesca Dpa, che cita fonti governative, la decisione della Germania di fermare la sua partecipazione alla missione navale europea contro i trafficanti di esseri umani sarebbe la conseguenza della linea dura del governo italiano sull’accoglienza
Alla notizia delle possibili decisioni tedesche, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha avanzato la possibilità di una smobilitazione dell’intera flotta. Intervenuto a Radio anch’io su Radiouno, il vicepremier ha dichiarato: “O cambiano le regole o l’operazione Sophia finisce. Se la Germania esce non è un problema”.
E ha aggiunto: “Sophia è una missione internazionale che ha avuto come sua unica ragione di vita il fatto che tutti i migranti soccorsi finissero in Italia. Un accordo geniale sottoscritto dal governo Renzi, non mi chiedete perchè o in cambio di cosa”.
Cos’è la missione Sophia. EuNavFor Med – chiamata anche Operazione Sophia dal nome di una bambina nata da una donna somala su una delle sue navi, l’imbarcazione tedesca Schleswig-Holstein – nasce nel 2015 dopo il naufragio avvenuto il 18 aprile dello stesso anno in cui, al largo delle coste libiche, morirono oltre ottocento persone.
L’obiettivo della missione è “adottare misure sistematiche per individuare, fermare e mettere fuori uso imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dai trafficanti di esseri umani nel pieno rispetto del diritto internazionale”.
Le operazioni di ricerca e soccorso in mare non rientrano nel mandato di Sophia anche se le sue navi possono essere coinvolte in salvataggi dei migranti, come prevede il diritto internazionale del mare, e su istruzione del centro di coordinamento di soccorso marittimo competente.
Il comando delle operazioni è affidato all’ammiraglio italiano Enrico Credendino e al vicecomandante Olivier Bodhuin. Gli Stati che contribuiscono a Sophia sono 27 e sono dispiegate tre unità navali e otto supporti aerei.
Missione Sophia attua anche l’embargo all’export di armi verso la Libia, addestra la Guardia costiera e la Marina libiche a condurre attività di sorveglianza e di raccolta informazioni.
Il mandato della missione finirà a marzo.
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