DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera”
Il day after di Virginia Raggi è all'insegna della «normalità». L'avvocatessa «grillina», che ha sbaragliato la concorrenza, si concede una giornata di «decompressione». Rientrando dal suo comitato elettorale all' alba, dopo aver festeggiato coi suoi con tequila e mezcal (mentre Rocco Casalino, il capo comunicazione M5S, ieri era a cena in uno dei più noti ristoranti della città), posta su Facebook un ringraziamento per i suoi «453 mila elettori», 60 mila in meno di quelli che scelsero Ignazio Marino nel 2013.
Esulta il blog di Beppe Grillo: «Il Pd sta scomparendo». Ora il ballottaggio, senza alleanze: «Tutti i cittadini - dice Raggi a Porta a Porta - sono liberi di votarci». Ma la squadra? «Ci saranno dei tecnici. Gli assessori li scelgo io». Virginia va a prendere il figlio a scuola, nel quartiere Ottavia, periferia nord-ovest, e ad accoglierla trova altri genitori: «Poi non la vedremo più», dice uno. «Come mai? », chiede lei. «Poi avrai la scorta», le dicono. Ma un altro: «La scorta non è da Cinque Stelle!». Ha sentito Beppe Grillo?
virginia raggi beppe grillo a porta a porta
«Sì, ovviamente. Se c'è al ballottaggio bene, sennò va bene lo stesso». Anche se la Raggi ha staccato Roberto Giachetti di dieci punti, si riparte da zero a zero. Strategie? Raggi vuole girare per i Municipi, specie quelli in cui M5S (che va al ballottaggio ovunque) ha preso più voti. Per la chiusura finale, si parla di Ostia. Nel direttorio, un pensiero diffuso: «La campagna elettorale ce la faranno gli altri...».
Il riferimento è all' endorsement di Guido Bertolaso: «Voterò Giachetti», dice il berlusconiano. Altri appoggi al Pd? In teoria, qualcosa potrebbe venire dall'«area governativa» che era con Alfio Marchini (vedi la lista di Beatrice Lorenzin), anche se Berlusconi ha già fatto sapere che voterà «scheda bianca». Il coordinatore della Lista Marchini, Alessandro Onorato, rilancia: «Noi faremo scheda nulla».
Giachetti è netto: «Accordi con Marchini? No». Per provare la difficile remuntada, Giachetti parla di calcio: «Siamo in finale di Champions partendo dai preliminari. E anche il Milan perse dopo essere stato in vantaggio per 3-0 contro il Liverpool...», evoca il candidato, col milanista Matteo Orfini a fianco. Anche Meloni, che manca il ballottaggio per i voti di FI andati a Marchini, ricorre al pallone: «È come perdere una finale ai rigori...».
Giachetti più che ai partiti (anche Stefano Fassina dice «no agli accordi»), si rivolge agli elettori: «Parlerò a tutti i romani. La scelta è tra me e Raggi: io voglio abbassare le tasse e sono favorevole ad Olimpiadi, stadio della Roma, metropolitane. Lei è contraria e propone il baratto». Renzi gli chiede di fare «il Giachetti» e lui replica: «Lo sto già facendo». Dai dem trapela un piccolo moto di stizza: «Dal Nazareno ci hanno sempre fatto attaccare la Raggi sul suo essere eterodiretta: abbiamo sbagliato».
Giachetti la sfida: «Spero non fugga dai confronti». Il primo potrebbe essere da Unindustria, venerdì. L' altro sarà a Sky , sulla piazza del Campidoglio (come nel 2013) il 15 giugno. Ma, sul risultato delle Amministrative, ci sono strascichi politici. Orfini annuncia che «il commissariamento del Pd romano finirà ad ottobre». Ignazio Marino riprende fiato. Parla di «gestione fallimentare del Pd», di «un rapporto rotto con la città», di «calo di consensi drammatico». La ferita di ottobre, quando i dem lo mandarono a casa, non si è mai rimarginata.
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