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Alberto Custodero per "La Repubblica"
«Sulla sentenza della Consulta si sta scatenando il festival dell'ipocrisia». Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, da due mesi sta facendo lo sciopero della fame per cambiare la legge elettorale.
Continuerà la sua protesta del digiuno?
«Più di prima. Pasteggio con tre cappuccini al giorno e acqua. Sono partito da 80 chili, ne peso 68. I controlli medici dicono che il fegato dà segni di sofferenza. Ma non importa: la parola d'ordine è andare avanti con la battaglia».
Perché parla di festival dell'ipocrisia?
«Tutti fan finta di essere contenti, in realtà tutto si muove per non fare quel che la politica deve fare».
Ovvero?
«Una nuova legge elettorale. A proposito della sentenza, trovo singolare una cosa».
Quale?
«Non si capisce quale sia il tempo di applicazione. La decorrenza si saprà con le motivazioni, peccato che non si sappia quando arriveranno».
Può spiegare perché la sentenza della Consulta rafforza le motivazioni del suo sciopero?
«Perché noi ci siamo impegnati a cambiare la legge elettorale. E dobbiamo mantenere l'impegno. Ho due obiettivi: abrogare questa legge e farne un'altra».
Sostiene che il sistema politico non vuole cambiare il Porcellum. Chi rema contro, e perché?
«à un fatto che nessuno abbia voluto riformare il Porcellum negli ultimi sei anni, né il centrosinistra né il centrodestra, passando per le larghe intese. Ultimamente, però, stiamo vivendo un momento di schizofrenia politica con responsabilità ben individuate».
Si spieghi.
«L'iter per cambiare la legge era partita al Senato. Dopo alcuni mesi, però, la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama presieduta da Anna Finocchiaro non ha prodotto nulla. A quel punto, il 27 luglio ho presentato un ddl affinché del cambio di legge se ne occupasse la Camera dove ci sono i voti e la volontà politica».
Cosa è accaduto poi?
«La Finocchiaro, prima di andare in vacanza, ha fatto calendarizzare in Senato la riforma elettorale, scippandola, di fatto, alla Camera. In agosto, però, non hanno fatto nulla, alla ripresa di settembre neppure. Sono passati quattro mesi e non hanno approvato neppure un ordine del giorno. Uno stallo così grave al punto che il presidente Grasso ha auspicato un trasferimento alla Camera».
E a quel punto cosa è successo?
«La schizofrenia politica. Sia ben chiaro, mi assumo la responsabilità di quel che sto dicendo: la presidente Finocchiaro, contro il parere del capogruppo del Senato Zanda, ha fatto un blitz, convocando oggi pomeriggio (ieri,ndr), la commissione per costituire un comitato ristretto».
Con l'obiettivo?
«Di prendere, e perdere, ancora tempo».
la sala della corte costituzionalePALAZZO DELLA CORTE COSTITUZIONALERoberto Giachetti Luciano Violante e Anna Finocchiaro Anna Finocchiaro CORTE COSTITUZIONALE PORCELLUM FINOCCHIARO
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