DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Paolo Griseri e Umberto Rosso per la Repubblica
Il Pantheon? Non è lì che, se pure tornassero in Italia, finirebbero le spoglie di Vittorio Emanuele III.
Per il Quirinale, che con discrezione ha lavorato dietro le quinte per agevolare la « richiesta umanitaria » di Maria Gabriella di Savoia, l' operazione- rientro dell' ex re ha una sola destinazione possibile, il santuario di Vicoforte, vicino a Mondovì. Per ricongiungersi alla moglie, la regina Elena, traslata due giorni fa dalla Francia nella chiesa del cuneese. Niente sacrario dei padri della patria, a Roma, dove altri re di casa Savoia sono sepolti. Sul Colle si lasciano cadere le polemiche innescate da Vittorio Emanuele IV che si scaglia contro ogni « rientro in clandestinità, senza onori» e pretende «la sepoltura al Pantheon» come eroi per il nonno e la consorte, chiamando in causa perfino l' intervento di Sergio Mattarella. Il Quirinale assiste con sorpresa e fastidio allo scontro, esploso soprattutto all' interno della famiglia.
È durata mesi la trattativa con l' Egitto per la traslazione in Italia della salma dell' ex re, fin qui portata avanti nel massimo riserbo, visti i rapporti diplomatici tesi con le autorità del Cairo dopo il rapimento e l' uccisione di Giulio Regeni. « Il re torna, ci sono tutte le autorizzazioni » , annuncia il rettore del Santuario, don Meo Bessone, che ha rotto "l' embargo" del silenzio.
Già dopo l' annuncio della nipote, Maria Gabriella, che venerdì ha rivelato l' avvenuto trasferimento della salma della regina Elena a Vicoforte, il disegno è stato chiaro: ricomporre nella chiesa cuneese la coppia reale che quasi un secolo fa aveva aperto la strada al fascismo condividendone le scelte. Operazione che ha irritato Vittorio Emanuele IV, figlio di Umberto II, e suo figlio Emanuele Filiberto: « Non possono non rammaricarmi che tutto ciò sia avvenuto in gran segreto. Giustizia sarà fatta solo quando tutti i sovrani sepolti in esilio riposeranno al Pantheon » . Posizione nota, in questo caso utilizzata per rinfocolare la vecchia polemica tra i figli di Umberto II nella guerra virtuale per chi debba essere l' erede al trono.
Se il controverso Vittorio Emanuele IV o il cugino, Amedeo d' Aosta, sostenuto da Maria Gabriella. Una lotta furiosa che manda in pezzi il vasellame nei salotti e rischia di mettere a rischio lo stesso ritorno in Italia della salma di Vittorio Emanuele III. Perché potrebbe distruggere la tela diplomatica tessuta in questi anni tra Quirinale e i Savoia.
La stessa pretesa di seppellire i reali a Roma suscita vive proteste. «Portare al Pantheon Vittorio Emanuele III è semplicemente impossibile » , spiega lo storico dei Savoia Gianni Oliva. « I motivi sono tre: la scelta di Vittorio Emanuele III di non togliere l' incarico di primo ministro a Benito Mussolini dopo il delitto Matteotti, trasformando così il fascismo in regime; aver trattato per 40 giorni con gli alleati la sopravvivenza della monarchia dopo il 25 luglio, così consentendo l' invasione tedesca della Penisola. Infine la scelta più grave: aver sottoscritto le leggi razziali del 1938. Non credo proprio che si possa seppellire al Pantheon, uno dei luoghi di memoria condivisa della nazione, un personaggio così».
Il Quirinale si tiene fuori dalle polemiche. E sottolinea che « la traslazione, la modalità, i tempi » del trasferimento della regina Elena « sono stati decisi dalla famiglia » . Non solo. A Montpellier, qualche giorno fa, a guidare le operazioni è arrivato proprio un esponente dei Savoia. Perciò Vittorio Emanuele che protesta, non al Quirinale ma al resto della sua famiglia dovrebbe rivolgersi.
Al presidente della Repubblica aveva scritto, in diverse occasioni, sua sorella Maria Gabriella, sollecitando a nome dei Savoia un intervento per favorire un ritorno congiunto delle spoglie del nonno Vittorio Emanuele III e della nonna. Una «richiesta umanitaria» che Mattarella ha deciso di accogliere. Anche attraverso il ministero degli Esteri si è messa così in moto la trattativa diplomatica. Quella con la Francia si è chiusa pochi giorni fa. Con l' Egitto la partita è stata condotta finora sempre nel massimo riserbo. Ma le polemiche e l' annuncio anzitempo rischiano di alterare il senso del ritorno in patria dell' ex re.
LA RABBIA DEL NIPOTE «IL SUO POSTO ORA È AL PANTHEON»
Enrica Roddolo per il Corriere della Sera
«La mia bisnonna, l' amata regina Elena seppellita a Cuneo? Mio padre Vittorio Emanuele, capo di Casa Savoia, è rimasto sconvolto dall' iniziativa della sorella Maria Gabriella e soprattutto dai modi della traslazione della salma della regina d' Italia, in gran segreto.
Ma perché? Non c' era niente da nascondere. La regina che è stata un esempio di carità, di umanità, "l' angelo del terremoto" che si impegnò personalmente nei soccorsi dopo il disastro di Messina nel 1908... farla tornare adesso di nascosto, quasi fosse stata una terrorista, per noi Savoia è un insulto».
Emanuele Filiberto, 45 anni, Principe di Venezia, bisnipote della regina Elena non trattiene la rabbia. Non c' è soddisfazione nelle sue parole, principe, perché?
«Sono adirato perché l' iniziativa non è stata concertata in famiglia, bensì decisa in autonomia da mia zia Maria Gabriella. Certo, ringrazio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il gesto umanitario, anche se vorrei precisare che nella XIII disposizione transitoria della Costituzione, non si dice che le salme degli ex re siano confinate all' esilio». Perché, allora, non è stata presa prima l' iniziativa per farle rientrare? «Perché la nostra battaglia è sempre stata quella di far tornare le salme degli ex re nell' unico luogo deputato alla loro sepoltura, il Pantheon a Roma. Non in una tomba qualsiasi in Piemonte».
I rapporti tra Vittorio Emanuele III e il fascismo, il disastro della Seconda guerra mondiale sono segni indelebili. Non è anacronistico sognare il Pantheon per lui?
«Anacronistico? Per nulla, oggi parlo al Corriere dalla Romania, sono qui per i funerali di Stato dell' ex re Michele. Al corteo funebre, accanto a me, migliaia di persone e il presidente della Repubblica romena con le massime autorità.
Funerali-di-Stato (scandisce Emanuele Filiberto, ndr ). Non pretendiamo una cerimonia ufficiale, ma l' esempio di Bucarest dimostra come non sia affatto fuori dal tempo auspicare rispetto per i re. E, soprattutto, un posto al Pantheon dove già riposano Vittorio Emanuele II, Umberto I e la regina Margherita. E siamo d' accordo in famiglia nel pagare di tasca nostra quel che servirà per il trasferimento».
Tornerà anche Vittorio Emanuele III sepolto ad Alessandria d' Egitto da 70 anni?
«A me risulta che le spoglie dell' ex re siano già qui. Che la sua salma sia approdata in Italia, a Bari, tre giorni fa dopo essere partita via mare dall' Egitto».
Dove si trova adesso?
«Immagino sulla strada per il Piemonte, così in segreto, senza una bandiera, senza uno di noi famigliari a seguirne il viaggio. Finisce solo la preoccupazione per le sorti delle spoglie del re sepolto in Egitto dove, con le chiese cristiane a rischio di attentati e profanazioni, la situazione si è fatta molto pericolosa. Però deve tornare al Pantheon, non nel Cuneese».
Può essere una soluzione di passaggio?
«Penso che l' esperienza storica con le norme transitorie abbia insegnato a noi Savoia che possono volerci più di cinquant' anni».
emanuele filiberto principe di veneziaemanuele filiberto principe di venezia (2)emanuele filiberto
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